Il Cardinale Bagnasco invita al voto, ma votare chi?

«Non dobbiamo lasciarci schiacciare da cattivi esempi, da opinioni generali o da pregiudizi di parte – dice il cardinale Angelo Bagnasco – non dobbiamo lasciarci scoraggiare e quindi rinunciare al nostro diritto e dovere di partecipare alle elezioni a qualunque livello esse si pongano».
Il Cardinale spinge gli italiani a votare ma ce ne vuole a votare, gli esempi negativi si sprecano.
A cominciare da chi vuole fare il leader della Destra e fino a ieri ha fatto “inciuci” con la Sinistra per i suoi problemi personali.
E dall’altra parte chi fa il paladino della Sinistra che non è Sinistra, ma non si sa cos’è ..di sicuro regna un sistema staniliano, che diceva:” Colpisci uno per insegnare a cento”. Renzi è ancora peggio ne colpisce cento per insegnare a uno. Demagogia al massimo, tante chiacchere mentre il Paese arretra su tutti i fronti con gli statali che hanno il contratto fermo da anni, gli altri o sono precari o sottopagati, e guai a parlare troppo di diritti altrimenti si evoca il “SINDACATO UNICO”. “Mi piacerebbe un giorno arrivare a un sindacato unico, vorrei una legge sulla rappresentanza non più sigle su sigle su sigle”.
Persino Mussolini non era arrivato a tanto, dice di lui Stalin: “Con la morte di Benito Mussolini scompare uno dei più grandi uomini politici cui si deve rimproverare solamente di non aver messo al muro i suoi avversari politici”.
Il sindacato unico, il partito unico, il leader unico; se è questo che vogliono gli italiani, lo votino.
Non si possono dare consigli si vota per coscienza, o spesso incoscienza.
Si vota per simpatia, per dare un messaggio a questo o quello, per assicurarsi un posto lavoro (promesso), ma la democrazia cos’è ?
Il partito unico c’era già, si chiamava “Patto del Nazareno”, il sindacato unico tra breve, il leader unico c’è già.
Ma il precedente Benito almeno faceva le foto mentre lavorava, questo non si sa che lavoro faccia… forse l’imbonitore (chi esalta le qualità inesistenti di qualche cosa dice il dizionario).
Ma torniamo al voto, perchè votare?
Giuseppe Prezzolini portò alla finestra il giornalista che gli aveva fatto la domanda. Sotto – si era a New York – un parco e sulla panchina più vicina un barbone ubriaco. “Finché il mio voto vale quanto quello di quel tale io non voto” disse il valentuomo.
«Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età» dice l’articolo 48 della Costituzione, dove vada a finire il nostro voto con la legge elettorale che manipola le nostre intenzioni, questo è un altro argomento.
Votiamo per tentare di dire la nostra, almeno tentare.
Giuseppe Criseo
editore
Varese Press
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