Bossi lo scrittore del Titanic

Il nostro ospite di oggi è lo scrittore e storico gallaratese Claudio Bossi, autore del libro TITANIC Giunti Editore.

Bossi è considerato tra i più qualificati esperti internazionali della storia del famoso transatlantico. Bossi quali sono i motivi per cui hai deciso di affrontare l’argomento TITANIC.

E’ dal 1985 che mi sono impegnato alla storia di questo naufragio. Il T ha speronato l’iceberg alle 23:40 del 14 aprile 1912 ed è affondato dopo centosessanta minuti. In quei centosessanta minuti credo sia andata in scena la rappresentazione dell’uomo nei suoi aspetti di ferocia, violenza ed anche di umanità ed eroismo. La differenziazione sociale, che è uno degli elementi caratterizzanti della tragedia del T, è stato il movente che mi ha indotto a scrivere di questa storia.

Sono passati oltre cent’anni dall’affondamento, perché il TITANIC ci fa ancora sognare, anche se questo sogno è un incubo.

L’affondamento del T ha portato alla perdita di 1500 persone, che non sono morte affogate, sono morte quasi tutte per ipotermia in ragione del fatto che scialuppe erano in quantità ampiamente insufficienti. Poi la farsa delle due inchieste, americana ed inglese: queste indagini non furono un tentativo per andare a fondo della storia, ma piuttosto un modo per ricucirla ed eliminare così le questioni più spinose. Come spesso succede, la salvaguardia di pochi non ha consentito il riscatto, quantomeno morale, di molti. Ed il senso di omertà risulta ancora più insopportabile quando i “molti”, come in questo caso, sono vittime innocenti.

Come reagisce Claudio Bossi quando questi fatti che ha studiato, e relativi ad oltre cento anni fa, ritornano di attualità?

Penso che a volte la storia sia una cattiva maestra. Forse non starebbe a me dire questo, comunque. Per molti, all’epoca, il T era la prova della immortalità dell’uomo; l’affermazione definitiva della sua potenza inaudita! La storia del T è stata la storia dell’orgoglio umano, di gesti eroici e vigliacchi, fino all’atto conclusivo, la tragedia e la morte. Racchiude molti insegnamenti la vicenda del T, quasi fosse un microcosmo di tutte le emozioni ed i sentimenti, quelli positivi e quelli negativi, che può provare l’uomo.

Per concludere, Claudio Bossi, una battuta.

L’affondamento del T non fu solo un gravissimo incidente marittimo: in tanti hanno visto in esso l’immagine di un’epoca e di un’intera società che annegò tragicamente assieme ai suoi sogni ed alle sue illusioni, entrando poco dopo in quell’incubo che fu la Prima Guerra mondiale. E consentitemi dire che le grandi tragedie sono, da sempre, il modo migliore per mascherare i complotti in eventi sfortunati.

 

redazione VP
Giuseppe Criseo

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *