La sofferenza delle aziende varesine

 

Buongiorno,

 

 

 

eccovi in allegato un’analisi dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio sul Settore “Credito” in provincia di Varese (+infografica).

 

 

 

Grazie per l’attenzione,

 

Antonio Franzi

 

 

 

 

 

 

 

Antonio Franzi

 

 


Camera di Commercio di Varese

Responsabile Ufficio Stampa

Tel. 0332 295475 – 328 2116689

 

 

 

 

In diminuzione sportelli e dipendenti mentre l’home banking è ormai realtà

 

CREDITO VARESE: DEPOSITI IN SU, PRESTITI ALLE IMPRESE IN GIÙ

 

Dalla Camera di Commercio un’analisi sul sistema bancario a livello provinciale

 

 

 

Calano i prestiti alle imprese insieme agli sportelli e ai dipendenti, ma aumentano i depositi e l’home banking è ormai diventata una realtà. È questo il quadro che emerge da un’analisi sul sistema creditizio della provincia di Varese condotta dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio.

 

Scopriamo così che gli ultimi dati sulla struttura della rete bancaria mostrano un numero di sportelli in diminuzione dai 494 del 2008 ai 420 del 2014. Un decremento che è sintomo, per un verso, di una crescente informatizzazione dei servizi e, per un altro, di un processo di concentrazione del settore: così, nell’arco dei sei anni a seguire dall’esplosione della bolla finanziaria del 2008, i dipendenti sono scesi del 4,8%. E se l’occupazione è aumentata del 22% negli istituti di maggiori dimensioni, drammatica (-50,7%) è stata la diminuzione in quelli medi e piccoli.

 

«Come Camera di Commercio abbiamo sempre dedicato quella forte attenzione che è necessaria rispetto a un settore decisivo per la competitività economica quale il credito – sottolinea il presidente Renato Scapolan –. Basti dire che nel solo anno 2014 la nostra Giunta ha destinato risorse pari a 900mila euro, considerando gli stanziamenti per il rafforzamento patrimoniale dei consorzi fidi, i contributi alle imprese per il riequilibrio finanziario e la cifra relativa al progetto Confiducia, sempre per il supporto creditizio alle aziende varesine. Una cifra che complessivamente, secondo gli analisti, ha permesso alle nostre imprese di accedere a finanziamenti per circa 36 milioni di euro».

 

Un intervento, quello realizzato dalla Camera di Commercio nel corso del 2014, che ha quindi contribuito ad alleviare gli effetti della contrazione del credito bancario: a fine anno il volume degli impieghi ha infatti toccato quota 20 miliardi e 334 milioni di euro. Si tratta di un miliardo in meno rispetto al 2012 e la diminuzione varesina del 4,9%, se inferiore a quella lombarda (-8,7%), risulta però pari a quella complessiva italiana. Di questi 20 miliardi, sono meno di 8 quelli destinati alle imprese, che hanno registrato un discesa del 7,2% rispetto al 2012 e del -12,9% in rapporto al 2011. In altri termini, dallo stesso 2011 il prestito bancario nei confronti del sistema imprenditoriale ha subito una contrazione di oltre 1 miliardo. Sono invece in leggera ripresa gli impieghi destinati agli altri richiedenti di linee di credito (famiglie e altri soggetti). Resta il dato sulle sofferenze, ovvero quei crediti di incerto realizzo o quantomeno recuperabili soltanto in tempi lunghi: l’andamento evidenzia un sensibile aumento a partire dal 2009 e mostra, anche nell’ultimo anno, un incremento del +7,3%.

 

Ritornando alla struttura bancaria, l’analisi della Camera di Commercio ci dice che in provincia di Varese oggi ci sono 4,7 sportelli ogni 10mila abitanti, mentre sono 95 su 139 i comuni serviti. Interessante il dato che il 67% delle aziende ha attivato un servizio di internet banking. Sono invece 224mila i clienti che hanno attivato il phone banking. I bancomat operativi sono poi  491 e i pos raggiungono quota 28mila.

 

Tutto questo mentre crescono i depositi: se consideriamo anche quelli effettuati alla Cassa Depositi e Prestiti, nel 2014 sono stati pari a 18 miliardi e 14 milioni di euro, con una crescita del 6,2% rispetto al 2012. In altri termini, in provincia di Varese la ricchezza è continuata ad aumentare, al di là di una parentesi tra il 2011 e il 2012, in coincidenza con il picco massimo del sentimento di sfiducia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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