Saltamartini, Roma ridotta a un lazzaretto

“Scabbia, Tbc, roghi tossici. La Capitale d’Italia assume le forme di un lazzaretto, che fa da tana ai profughi in fuga, per i quali il prefetto di Roma, Gabrielli, si dice pronto ad aprire anche gli istituti religiosi per rispondere alle richieste del Viminale che, incurante della situazione esplosiva che si vive nella città e in tutta la regione, impone ai Prefetti di individuare ulteriori e nuove strutture capaci di accogliere l’esodo umano che parte dalle coste africane e riesce ad arrivare in Italia. Se è vero che la sicurezza è un diritto questo sembra non valere a Roma e nella provincia, dove si vivono situazioni fuori controllo. La salute dei cittadini è in costante pericolo a causa di mancati controlli sui migranti che arrivano nella città che, potendo scegliere di non passare all’ufficio stranieri per l’identificazione, si disperdono nei quartieri della Capitale o chissà dove”. Lo dichiara in una nota Barbara Saltamartini, deputata della Lega Nord-Noi con Salvini. “Tra questi emblematico è il caso di 70 profughi eritrei arrivati alle porte di Roma la scorsa notte – aggiunge – e portati al campo di via Tiberina dove sono stati accertati casi di tubercolosi. Purtroppo gli accertamenti si sono potuti fare solo su 20 persone che hanno accettato di essere identificati, mentre si sono perse le tracce degli altri 50 di cui, a questo punto, non si conoscono le condizione di salute. Ma, poiché hanno tutti viaggiato insieme, è altissimo il rischio che siano stati contagiati e che ora, liberi di circolare senza cure, possano trasmettere ai cittadini la malattia. Una situazione di grandissima preoccupazione che rischia di acuirsi anche alla luce di imminenti nuovi 300 arrivi di profughi che saranno ospitati nella stessa struttura. Il tutto in una condizione di difficoltà per le forze dell’ordine che per esiguo numero di unità, scarse risorse economiche e soprattutto scarse dotazioni di sicurezza sanitaria, non sono in grado di garantire un servizio di controllo adeguato alla situazione. Il Lazio, dopo la Sicilia, è la seconda regione italiana per numero di immigrati e non può continuare ad accogliere chiunque senza criterio e senza risorse. Il prefetto Gabrielli, il sindaco Marino e il Presidente della Regione Lazio si adoperino per evitare di perpetuare un sistema di accoglienza ormai al collasso senza prima preoccuparsi di garantire la sicurezza e la vivibilità ai cittadini dei propri quartieri, comuni e di tutta la regione”.

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