Ncd alla ricerca del compromesso sbagliato

 

NCD occhio alla tentazione del ‘compromesso sbagliato’. Sul ddl Cirinnà non si cede. Tre domande al Presidente Schifani

 

 

 

di Mirko De Carli

 

 

 

Ieri il partito di Angelino Alfano si è radunato in assise con tutti i propri parlamentari al fine di discutere su i provvedimenti all’ordine del giorno del parlamento italiano. Primo fra i molti presenti il disegno di legge Cirinnà. Come abbiamo descritto nei giorni scorsi i lavori in commissione giustizia al Senato si sono arenati grazie al muro contro muro portato avanti dai parlamentari del fronte del no, a dispetto degli appelli più volte lanciati da esponenti del partito democratico (non ultimo Tonini) e di Forza Italia (Sen. Palma) tesi a trovare quel compromesso più volte rilanciato dal Ministro Boschi e sotto mentite spoglie da Renzi tramite la penna della Meli sul Corsera. Il problema è semplice e, anche se posso apparire ridondante nel ribadirlo, non consiste nella giusta e corretta opportunità di un governo di regolamentare i diritti delle persone conviventi anche dello stesso sesso ma nella volontà di parificare il matrimonio eterosessuale con quello omosessuale, aprendo le porte di fatto all’utero in affitto. Il mondo omosessuale (quello non ideologizzato dentro l’associazionismo pro-Lgbt) ha  più volte ribadito che non ha prerogative in merito a quanto regolamentato dal ddl Cirinnà: non è cosa di loro interesse. Per questo molti sono favorevoli ad una semplice modifica del Codice Civile dove estendere i diritti soggettivi delle persone conviventi anche se non di sesso differente fino ad essere parificati a quelli delle coppie eterosessuali. Diritti soggettivi e non riconducibili al nucleo definito in Costituzione come famiglia all’art.29 che non arrivano a prevedere la possibilità di adottare bimbi e attuare pratiche nefaste come l’utero in affitto. Perciò  non si accetta questa ipotesi  che molti del mondo Lgbt definiscono ‘vittoria mutilata’: perché non si arriva a legiferare il vero obiettivo ovvero avere dei figli. Quindi risulta infattibile una scelta politica di compromesso con chi ha in testa mire di questo genere: non sono minimamente intenzionati a cedere di un millimetro dalle loro posizioni. E la sen. Cirinnà stamane, durante la trasmissione Coffe Break, ha riconfermato quanto appena detto. A questo punto la partita si gioca tutta sul fronte dei moderati che appoggiano e compongono il governo Renzi: chiediamo a loro il coraggio di porre come condizione immutabile di sopravvivenza dell’esecutivo il ritiro del provvedimento. Schifani (Presidente del Nuovo Centro Destra) ha dichiarato che se saranno eliminati due temi delicati come la reversibilità e l’adozione dei bambini aperta anche alle coppie omosessuali una trattava sul voto del ddl Cirinnà sarebbe possibile. Parole che sanno di prove d’intesa che non possiamo non definire già fallimentari in partenza: il voto sul ddl di riforma della scuola lo ha già dimostrato. Anche se questi temi venissero tolti dal disegno di legge si arriverebbe comunque alla regolamentazione delle unioni civili omosessuali parificate a quelle eterosessuali e, tramite sentenza o registro di qualche sindaco, all’estensione dei diritti anche alla reversibilità e adozione. L’europa insegna e le sentenze sui registri comunali delle unioni civili lo hanno già dimostrato nei mesi scorsi. Vogliamo veramente che i politici presenti in piazza San Giovanni sabato 20 giugno siano complici di una deriva del genere? Spero proprio di no. Quindi rivolgo tre domande al Presidente Schifani: Lei ritiene che ci sia bisogno di una legge dello stato per regolamentare le unioni civili di coppie omosessuali e con quali diritti in più rispetto a quelli già garantiti da codice civile? Lei pensa che sia più importante la stabilità di un governo a dispetto dell’approvazione di normative che minano l’assetto costituzionale fondato sulla famiglia costituta da una mamma e da un papà? In ultimo, crede sia possibile che l’unica iniziativa parlamentare che viene portata a casa dal governo ad oggi possa essere il ddl Cirinnà? Spero il sen. Schifani mi risponda e, soprattutto, risponda a quel milione di persone che in piazza, sabato, ha sperato in una politica capace di rappresentarlo e non di usarlo.

 

Buon lavoro, Antonio

 

Antonio Russo Popolari per l’Italia

antonio.russo@popolariperlitalia.eu

tel 3472211656

 

Papa Francesco “Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio.”

 

 

 

 

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