Bologna, il comune finanzia il porno

Bologna, il comune finanzia il porno
Partiamo da Slavina, una ragazza che si definisce ‘porno-attivista’ e che nei giorni scorsi è stata a Bologna per insegnare come realizzare un film porno. Si tratta, nello specifico, di un’autoproduzione per donne, lesbiche e transessuali, sostenuta dal Comune di Bologna il quale ha messo gratuitamente a disposizione lo spazio necessario per la realizzazione. Le risorse destinate alla parità tra i sessi, le cosiddette ‘quote rosa’ comunali, il Sindaco Merola ha deciso di investirle su questi progetti. Invece di sostenere le mamme bolognesi il comune ha preferito finanziare l’ “opera” di Slavina, ospite d’onore del centro delle donne di Bologna per insegnare loro come ritrovare un ‘erotismo in forma collettiva che superi le finzioni plastificate dell’immaginario mainstream’. La straordinaria parodia intellettuale di chi vuole liberarsi degli stereotipi sessuali propinatici dai mass media utilizzando l’obiettivo di una telecamera per girare un film porno. Non sono però qui a voler limitare la libertà di espressione di Slavina: a me non piace per niente quello che fa ma siamo in uno stato libero e nel rispetto delle leggi è giusto e corretto che lo possa fare. Ma non grazie a finanziamenti pubblici. L’iniziativa è stata realizzata all’interno degli spazi dell’associazione Orlando che, a partire dagli anni ottanta, riceve fondi dal comune per occuparsi dell’argomento ‘Donne’ a Bologna. Esiste da molti anni una convenzione che, con rinnovo quinquennale, arriverà a a scadenza quest anno. Ad Orlando il comune ha delegato anche la formazione delle donne, finanziando lautamente i progetti messi in campo. Dal 2000 ad oggi risulta che il Comune di Bologna abbia foraggiato le casse dell’associazione con circa 56.000 € l’anno: parliamo quindi di 800.000 €, a cui vanno aggiunti contributi una tantum per altri progetti specifici. Oltre a questo l’amministrazione comunale ha offerto l’uso di una sede storica, ovvero una porzione dell’ex convento di S.Cristina, per la realizzazione di una biblioteca, sala da thè , archivio ed area dedicata alla ricerca e agli uffici amministrativi. All’interno dell’associazione operano anche molti dipendenti comunali e regolarmente ad inaugurare le iniziative presenziano gli assessori di competenza della giunta Merola. Una storia, quella del porno finanziato dal comune di Bologna, che denota il cortocircuito entro il quale la politica oggi si sta suicidando: in un momento di crisi economica invece di ripartire dal nucleo fondante della nostra società civile, ovvero la famiglia, si investe su tutto ciò che pian piano la distrugge. È chiaro che è in atto un’azione di sovvertimento dell’impianto strutturale si cui si è retto fino ad oggi il mondo occidentale: a noi il compito di svelarla e di costruirne gli strumenti e le occasioni per abbatterla.
29/09/2015

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