FINISCE L'INCUBO EXPO, I PENDOLARI SPERANO DI SVEGLIARSI IN UNA REALTA' MIGLIORE

FINISCE L’INCUBO EXPO, I PENDOLARI SPERANO DI SVEGLIARSI IN UNA REALTA’ MIGLIORE
Siamo alla fine dell’evento mondiale Expo, che ha portato milioni di visitatori nel capoluogo Lombardo.
E’ stata messa in piedi una macchina colossale, che ha dato lustro all’Italia e riconoscimenti in tutto il mondo.
Per arrivare ad Expo, la Regione Lombardia e Trenord hanno messo in piedi una macchina dei trasporti poderosa, con
annunci roboanti: “Un treno ogni tre minuti per Expo”.
Questa macchina, però, è stata costruita su uno scempio: tagliando i treni al trasporto regionale e provocando danni ai
pendolari, che già normalmente combattono con un sistema inefficiente.
Da quando Expo ha preso il via, i treni che viaggiano sulla tratta che passa da Rho Fiera hanno accumulato ritardi pari
alla durata del viaggio.
Chiunque abbia preso un treno, negli ultimi mesi, ha potuto constatare che l’approssimarsi al sito di Expo coincideva
con rallentamenti e lunghe soste in mezzo alle campagne.
I pendolari, comprensibilmente desiderosi di spiegazioni, si sono sentiti rispondere via twitter (i controllori, infatti,
sono divenuti merce rara e le comunicazioni nelle stazioni o sui mezzi hanno confermato la tendenza storica: scarse e,
talvolta, fuorvianti): “Ritardi dovuti all’intenso flusso di visitatori per Expo”.
I treni mattutini sono stati presi d’assalto dalle scolaresche in gita ad Expo. I pendolari venivano scaraventati sui treni
come le bestie sui carri. Alcuni non riuscivano a salire.
La colpa di tutto ciò non è di Expo. I visitatori, alla fine, saranno in linea con le attese, migliaio più, migliaio meno.
Qualcuno, è vero, pronosticava un flop della manifestazione. Ma non vogliamo pensare che Trenord, nel dubbio,
abbia, per così dire, scommesso sul fatto che Expo si rivelasse un buco nell’acqua.
In un paese serio, banalmente, in occasione di un evento straordinario si organizzano i trasporti perché rispondano
all’eccezionalità del periodo; non s’improvvisa e, soprattutto, non si fanno esperimenti sulla pelle dei pendolari, che,
non dimentichiamolo, sono lavoratori e studenti. Stiamo parlando di persone che prendono il treno per recarsi sul
posto di lavoro o nel luogo dove studiano, non certo per divertimento.
Di chi sarà stata colpa dei disservizi catastrofici che il trasporto ferroviario ha registrato durante il periodo di Expo? I
pendolari meriterebbero qualche risposta e sicuramente un risarcimento, morale ed economico, per quello che hanno
passato in questi mesi di odissea.
Purtroppo, è triste dirlo, ci siamo trovati a contare i giorni che ci separavano dalla chiusura di Expo. E dire che, come
italiani e lombardi, siano orgogliosi che sia stato un successo. Ma come pendolari siamo indignati, sfiduciati e infuriati.
La disorganizzazione di Trenord ci ha fatto “odiare” Expo. Vorremmo che qualcuno ci chiedesse scusa per averci
portato a coltivare un sentimento negativo su una manifestazione che avrebbe dovuto alimentare l’orgoglio di essere
italiani e ci desse delle spiegazioni.
E, ciò che è più importante, ci auguriamo che il servizio, una volta tornato alla normalità post-Expo, giustifichi il prezzo
dei biglietti e degli abbonamenti che paghiamo, migliorando rispetto al passato, magari proprio grazie alla lezione
impartita dall’impreparazione con cui è stato affrontato l’evento.
Non vorremmo svegliarci dall’incubo Expo e trovarci di fronte ad una realtà terrificante, ovvero che ritardi,
cancellazioni, soppressioni, modifiche di percorso, assenza di sicurezza, carenza di informazioni…. tutto ciò diventi lo
standard del servizio di Trenord e non l’eccezione.
Comitato Pendolari Gallarate – Milano
pendolarigallaratemilano@gmail.com

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