Rozzano,Italia

ROZZANO, ITALIA
 
di Lucio Bergamaschi
 
La vicenda della scuola di Rozzano in cui il preside ha proposto di abolire ogni segno cristiano durante le celebrazioni natalizie appare a prima vista come un colossale infortunio di un dirigente. In queste ore tutti – persino il Tg3 detto Telekabul – lo hanno abbandonato e lui ha “rimesso il mandato” che non si sa bene cosa voglia dire sul piano pratico ma suona comunque come un’ammissione di sconfitta.
 
Eppure l’episodio non è da sottovalutare perché non è affatto isolato: da anni infatti in varie parti d’Italia si moltiplicano nell’indifferenza generale le “feste di primavera” al posto della Pasqua, quelle “d’Inverno” al posto del Natale cristiano, la sparizione dei crocifissi dalle aule e di qualsiasi altro segno cristiano in luoghi pubblici. Le motivazioni sono le stesse illustrate dall’ineffabile professor Marco Parma che voleva Sergio Endrigo al posto di “Tu scendi dalle stelle”: la scuola pubblica dev’essere “laica” ovvero non deve dare spazio alle differenze identitarie ma trovare il minimo comun denominatore tra le diverse culture presenti della società.
 
Ecco, messa così il professor Parma non è più così isolato. In questa società a parole multiculturale in realtà omologata al ribasso fanno paura persone e gruppi sociali con una loro faccia precisa che dialogano riconoscendo e rispettando con serenità le loro differenze. E anche certe difese d’ufficio della tradizione giudaico-cristiana di certi politici sanno di strumentalizzazione di bassa “lega” e mancano drammaticamente di analisi. Siamo proprio sicuri che il nemico dell’identità cristiana europea sia l’Islam?
 
L’attacco ai pastorelli nel presepe per ora è stato respinto. Ma fino a quando resisteranno all’aggressione di videogiochi, fast food e del buonismo senza volto delle pubblicità televisive?
 
 

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