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Notizie dal Resto d’Italia VaresePress@
Il clan dei Casamonica prende origine dalle famiglie Casamonica e Di Silvio, famiglie di sinti stanziali originarie dell’Abruzzo e del Molise, giunte da Pescara e da Venafro nella capitale negli anni settanta.
Il gruppo è quindi costituito dai membri di queste famiglie, con occasionali imparentamenti con altre famiglie sinti come i Barovero (Piemonte), i Cena (Torino), i De Rosa, i Di Guglielmo, i Di Rocco, i Ciarelli, i Di Lauro, i Laudicino, gli Zini, gli Spada e gli Spinelli; inoltre si affidano ai Seferovic di origine bosniaca.
L’area operativa di questo clan è molto estesa grazie proprio alle ramificazioni, come è esteso e diversificato il loro core business, che spazia da traffico internazionale di stupefacenti, riciclaggio denaro, strozzinaggio, traffico d’armi e ricettazione, nonché la supervisione dei proventi di furti commessi dalle squadre nei campi rom, per le famiglie patriarcali i residenti in questi ultimi sono il braccio armato ed operativo nei territori da loro controllati.

I capisaldi tradizionali del clan mafioso sono le zone poste nella periferia sud-est della capitale: Romanina, Anagnina, Porta Furba, Tuscolano, Spinaceto e più giù, verso sud, in altri comuni fino ad arrivare a Frascati e Monte Compatri.

Secondo la Direzione Investigativa Antimafia è la struttura criminale più potente e radicata del Lazio, con un patrimonio stimato di 90 milioni di euro.

Secondo un censimento di Vittorio Rizzi, capo della squadra mobile di Roma, il clan è composto da un migliaio di affiliati.

Questo clan nei giorni scorsi ha subito un “attacco” dalle Istituzioni, in quanto a seguito di decine di ordinanze di abbattimento immobili di proprietà delle famiglie all’apice dell’organizzazione criminale, tutte apparentemente abusive, il Comune di Roma con il supporto tecnico del Ministero degli Interni, ha dato seguito agli ordini dei Tribunali, cosa che mai nessuno negli ultimi anni, partendo dalla data prima ordinanza ha mai fatto, perché?

Un altro fenomeno di cui questo Clan pare sia attore, è l’occupazione ed in alcuni casi la gestione di immobili di residenza pubblica, su cui ancora poca luce par ci sia, come nell’assegnazione degli immobili da occupare nella città, grazie al racket messo in piedi da gruppi criminali bosniaci.

In aggiunta a tutto ciò, poi abbiamo i manager rampanti delle famiglie al Comando del Clan che gestiscono numerose attività commerciali e di investimento, nella capitale e non solo, dove investono legalmente dopo riciclo i proventi delle attività illecite.

Per questo motivo, che ieri è stata una giornata molto calda cominciata il giorno prima con gli sgomberi, poi seguiti di aggressioni ad alcuni operatori di polizia, vedendo vittima poi il Sindaco di Roma, oggetto di minacce molto pesanti.

In conclusione ora è necessario che lo Stato sia di maggior supporto a quanti negli ultimi anni con le loro attività hanno consentito questa fase di giustizia, perché su Roma si è dato inizio ad una guerra, che vedrà sicuramente azioni di violenza in risposta a ciò, da parte del clan che sicuramente non ci starà a farsi togliere quel potere costruito in anni, grazie ad accordi e sinergie, coperture, ecc.

Considerando poi quanto avvenuto nelle ore successive a Torre Angela, potenzialmente riconducibile ad un riflesso dell’attacco al clan CasaMonica perché anche con queste piccole azioni si cerca di mantenere il controllo del territorio. 

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