Decreto Salvini, “Così fermiamo finalmente l’insicurezza che deriva dall’immigrazione”

Emanuele Poretti

“I sindaci Lega della provincia di Varese sono convinti che il Decreto Sicurezza contenga norme e principi giusti e condivisibili.

La gestione dell’immigrazione in questi ultimi anni ha aumentato il senso di insicurezza e il disagio sociale dei cittadini”.

Così Emanuele Poretti, Sindaco di Castiglione Olona e Responsabile Enti Locali provinciale della Lega di Varese, in una nota diffusa a nome di tutti gli amministratori locali del Carroccio della nostra provincia.

“La cancellazione dei flussi programmati – continua Poretti – e l’equiparazione tout court tra rifugiati e migranti economici ha prodotto conseguenze che era doveroso contrastare agendo alla radice di quella equiparazione.

Sulle città, sulle Prefetture e sulle comunità locali, infatti, si sono scaricati i costi gestionali, sociali e di sicurezza derivanti dal fenomeno con scelte dissennate e illogiche”.

“Lo stesso SPRAR – prosegue l’esponente leghista – che nasce per favorire l’integrazione di quanti (rifugiati, minori e titolare di permesso di soggiorno) avevano già ottenuto il riconoscimento del diritto di permanere in Italia ha subìto una torsione.

Dal 2015 lo SPRAR con l’estensione massiva del cosiddetto ‘permesso umanitario’ è diventato uno strumento per favorire l’accoglienza dei richiedenti asilo e non già l’integrazione dei regolarizzati”.

“Il Decreto Sicurezza del Ministro Salvini chiude definitivamente questa stagione, cambiando completamente l’approccio alla gestione del problema – sottolinea Poretti.

In Italia d’ora in avanti si accoglie solo ed esclusivamente chi ha diritto e chi rispetta le regole, senza aprire le porte indiscriminatamente, così come avviene negli altri paesi europei che peraltro ci hanno completamente lasciati soli nella gestione del fenomeno”.

“Anche alla luce di queste nostre convinzioni – conclude il dirigente del Carroccio – chiediamo inoltre che Anci (in qualità di associazione che rappresenta tutte le sensibilità dei sindaci di ogni colore politico) non dia la sensazione di aderire tout court alle tesi del “partito dell’accoglienza” e che si faccia carico anche della sensibilità di tantissimi sindaci di città piccole, medie e grandi che guardano al decreto sicurezza come a un necessario, e da tempo auspicato, strumento normativo che ha favorito un cambio di paradigma rispetto alla questione dell’accoglienza, nell’interesse superiore dei municipi italiani”. 

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