Fondo Monetario Internazionale boccia il reddito di cittadinanza

Il Fondo Monetario Internazionale ha criticato la misura decisa, invitando il Governo a “valutare la transizione dal Rei al reddito di cittadinanza” tenuto conto che “vista la forte evasione fiscale e le dimensioni dell’economia sommersa, sarà necessaria una grande attenzione per garantire” la corretta destinazione degli incentivi.
Nel documento del FMI si ricorda come al Reddito sia destinata una quota pari allo 0,5% del Pil, ma si segnala anche i pericoli, legati a un elevato livello di partecipazione, ma anche al fatto che alcuni beneficiari potrebbero cercare di combinare i benefici con il lavoro in nero. Senza contare che un forte impatto sul reddito “con benefici generosi, potrebbe anche spingere i lavoratori a basso reddito a smettere di cercare un’occupazione” con una ricaduta “nella trappola della povertà”.
Con una dotazione di 2 miliardi l’anno (lo 0,1% del Pil italiano), scrive il Fondo, “i finanziamenti al Reddito di inclusione erano inadeguati”. Al contrario “i 780 euro del reddito di cittadinanza sono generosi” visto che un livello mensile di benefici “che risponda alle esigenze minime senza causare dipendenza da welfare” si attesterebbe fra i 325 e 568 euro.

Giovanni Tria

Per voce del Ministro dell’Economia, Giovanni Tria, il Governo replica con “Apprezziamo l’equilibrio delle valutazioni del Fondo monetario internazionale sulla crescita economica del paese. Non condividiamo invece altri giudizi. Il nostro debito è pienamente sostenibile e si finanzia comodamente sui mercati” e “non c’è motivo per creare allarmismi”.
Il rapporto, in particolare, sottolinea Tria, “sottovaluta la necessità di sostenere la crescita in Italia e in Europa e il ruolo delle politiche adottate dal Governo a questo fine”. Il debito, aggiunge, “è un onere pesante per l’Italia, che però lo sostiene e lo ha sostenuto negli ultimi trent’anni, tra l’altro con un avanzo primario ininterrotto negli ultimi due decenni”. Detto questo, sottolinea il ministro, “costituisce certamente un freno per la crescita italiana distogliendo risorse per usi più produttivi come per esempio gli investimenti. Ed è per questo motivo che il governo è impegnato a ridurlo. Non c’è motivo per creare allarmismi. Son sicuro che, come è evidente dal summing up della discussione al consiglio di amministrazione del Fondo, che ne esprime la posizione ufficiale, ci sia apprezzamento per gli sforzi governativi e nessuna intenzione di destabilizzare i mercati”.

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