Il governo si accolla i maxi-debiti di Roma e salva Virginia Raggi

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Nel decreto crescita si mette fine al commissariamento della capitale – Alitalia, via libera alla conversione del prestito, nuovi sgravi alle imprese

Non c’è il Salvatruffati nel Decreto crescita, in compenso spunta un Salva-Roma e (finalmente) arriva la decisione del Tesoro sul prestito ponte da 900 milioni di Alitalia, che potrà essere convertito in azioni in maniera tale da far avanzare il piano di salvataggio della compagnia aerea. Il resto del pacchetto crescita, approvato comunque «salvo intese», e quindi ancora perfettibile, è quello noto. Il testo è però lievitato in maniera considerevole ed ora supera i 50 articoli. Ci sono nuovi incentivi fiscali, una spruzzata di semplificazioni, nuovi fondi (per i Comuni e le Zone economiche speciali), il rafforzamento del Sisma bonus e nuove risorse per la prima casa, e fondi per favorire economia circolare e start up innovative.A metà mattina sono il viceministro all’Economia Laura Castelli e la sindaca Virginia Raggi ad anticipare la prima novità: Roma Capitale e Governo hanno infatti trovato l’intesa per evitare la crisi di liquidità «fortissima» che entro il 2022 avrebbe soffocato la città. In pratica entro il 2021 verrà chiusa la «bad company» che ha in carico i 12 miliardi di euro di debito storico di Roma: lo Stato se ne accollerà la gran parte riducendo però il suo contributo di 300 milioni l’anno destinato al commissario, a cui si aggiungono i 200 stanziati dalla città. In questo modo i conti di Roma vengono messi in sicurezza sino al 2048 e (in prospettiva) ai romani viene prospettata una possibile riduzione dell’addizionale Irpef che oggi è la più alta d’Italia (0,9%). Per la Castelli si tratta di un’operazione «win-win» perchè «i cittadini italiani non pagheranno l’operazione» . Per la Raggi «libererà risorse per 2,5 miliardi fino al 2048» in favore di Roma , un «regalo che facciamo alle amministrazioni che verranno dopo noi».

 

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