M5S BUSTO. Le ripercussioni locali dell’inchiesta “Mensa dei Poveri”

M5S e l'inceneritore
L’inceneritore di Accam

I fatti gravissimi di ieri che hanno coinvolto esponenti politici e funzionari della Pubblica Amministrazione e delle partecipate ci hanno trasmesso un profondo senso di rabbia, ma anche un pizzico di orgoglio per la magistratura e per le forze dell’ordine che hanno fatto indagini tanto complesse. Una grande rabbia pensando a quante volte abbiamo denunciato pubblicamente la poca trasparenza del cda di Accam (i cui vertici oggi sono in carcere o ai domiciliari), a quante volte siamo stati lasciati fuori dalle assemblee e quante volte siamo stati accusati di volere far fallire un bene pubblico.

Un CDA verso il quale avevamo chiesto, in consiglio comunale, di valutare una azione di responsabilità ricevendo una sprezzante risposta dal sindaco, che lo ha invece sempre difeso e in più occasioni promosso e sostenuto.

Tutti i cittadini di Busto e non solo hanno ora l’evidenza del perché alcuni amministratori della Società volevano a tutti i costi il proseguo dell’attività oltre il 2021.

Dal dossier del Giudice per le indagini prelinminari di Milano relativo all’ordinanza dell’applicazione della misura cautelare legata all’operazione “mensa dei poveri” si legge:

“CAIANIELLO ha posto le basi per un ampio disegno criminoso volto ad accentrare in ACCAM s.p.a. la totale attività di gestione e valorizzazione dei rifiuti, escludendo l’impresa che attualmente ha appaltato parte dei servizi, con la mira di gestirli direttamente in house ovvero di affidarli ad imprese di suo gradimento (gli “allineati” per usare un’espressione di TOLBAR), evidentemente, disposte a sottostare al più volte descritto fruttuoso “ sistema” incentrato sulla retrodazione di parte delle erogazioni di denaro pubblico ottenute.”

In pratica un sistema di spolpamento delle finanze pubbliche a favore di interessi privati.

Nel 2018 ci fu un tavolo tecnico dal quale emersero più scenari possibili per il futuro della società tra cui i sindaci-soci avrebbero dovuto scegliere; poi con un colpo di mano Accam decise che l’unico scenario possibile era quello che prevedeva il proseguimento dell’attività fino al 2027 e, a supporto di questa tesi, portò un documento a firma dell’ing. Crescenti. Oggi l’ing. Crescenti risulta tra gli indagati dell’inchiesta, anche per l’incarco ricevuto da Bordonaro e Caianiello per lo studio del proseguo dell’attività di Accam.

Dalle oltre 700 pagine del documento del GIP si evince un sistema basato su consulenze fittizie e cariche politiche decise a tavolino, con Caianiello deus ex machina, per generare un giro di introiti di cui alla fine una parte tornava a lui stesso.

Addirittura si legge di un consigliere di Busto Arsizio, nonché referente provinciale di Forza Italia, Carmine Gorrasi che non si fa scrupoli a usare una società sportiva, la Busto81, per un giro di fatture a favore della campagna elettorale di Palumbo (FI).

Gorrasi, va ricordato, non è un consigliere qualunque ma un punto di riferimento per il sindaco

Antonelli all’interno del Consiglio Comunale, tant’è che gli ha conferito la delega alle societàpartecipate.

Ciò premesso chiediamo al sindaco di relazionare il consiglio comunale e la città tutta sugli avvenimenti e gli scandali di questi giorni, e in pubblica assise lo interrogheremo su alcuni aspetti cruciali:

– Qual’ è stato il ruolo di Nino Caianiello nelle decisioni prese della sua maggioranza in merito a nomine di consulenti e dirigenti;

– Se ritiene di prendere provvedimenti verso il consigliere Gorrasi, e rispetto alle deleghe che gli ha concesso;

– Come intende procedere nei confronti del cda e del direttore di Accam i cui vertici sono oggi indagati; e se intende ripensare al piano industriale che è evidentemente inficiato dalle gravi notizie di questi giorni;

Dal nostro punto di vista è urgente un azzeramento del cda di Accam, società a cui oggi non rimane che essere messa in liquidazione chiudere il prima possibile, vista la mala gestione degli ultimi anni.

Inoltre a nostro avviso, se i fatti verranno confermati, il sindaco Antonelli ha grosse responsabilità nel non aver vigilato, e anzi in alcuni casi assecondato, un sistema di “interessi illeciti” come definito dal documento del gip di Milano, e dovrebbe valutare seriamente un passo indietro per il bene della Città di Busto Arsizio.

Senza voler peccare di immodestia crediamo che un piccolo riconoscimento ce lo meritiamo anche noi, che siamo stati spesso trattati con toni irrisori, per aver contestato in più occasioni un sistema di Governo del territorio poco trasparente: oggi assistiamo al crollo di un intero sistema e confidiamo che le indagini non si arrestino, ma procedano a individuare tutti i soggetti coinvolti.

Movimento 5 stelle Busto Arsizio

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