Pedofilia: aspetti criminologici

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Negli ultimi mesi sono stati molti i titoli di giornali riguardanti la pedofilia: alla ribalta casi concernenti preti, dottori, stranieri, ma il più delle volte la pedofilia è un lento logoramento famigliare al quale il minore non può sottrarsi perché evento coperto dal silenzio e a volte complicità della famiglia stessa. Alla cronaca perciò giungono i casi eclatanti, i casi di persone sconosciuti, gli orchi da cui difendersi, ma quanti altri casi sono nascosti tra le mura domestiche? Mura che dovrebbero proteggere e invece uccidono l’anima giorno dopo giorno in un incubo senza fine.
Per prima cosa vorrei sfatare alcuni falsi miti che circolano intorno alla pedofilia:
1 Morale: pedofilo come soggetto immorale o vizioso; in realtà è spesso una persona affascinante, che sa conquistarsi la fiducia dei bambini, ma anche degli adulti, una perdona insospettabile
2 Ecologico: soggetto inserito in ambienti degradati, ai margini della legalità e poveri; in realtà spesso appartiene a classe medio-alta, istruito e non dedito ad attività illegali
3 Patologico: che vede la pedofilia espressione o sintomo di malattie mentali(psicosi o simile)in realtà non è comune tale connessione
4 Orco: pedofilo-mostro, con condotte sadiche e violente;in realtà la maggioranza non uccide i bambini con cui ha rapporti
Ma come si vede un pedofilo? Il pedofilo non si sente colpevole di ciò che fa, ma cerca di legalizzare le sue azioni : quando si parla con loro si ha sempre una doppia versione di loro stessi:da una parte appare come persona per bene, padre affettuoso; dall’altra compie azioni atroci, non ammette che le proprie azioni siano negative per il minore. Alcuni rivendicano il loro diritto ad amare i bambini da cui si sentono attratti arrivando a fondare associazioni e a ritenere che i bambini possano essere consenzienti. Il problema è proprio nel termine consenziente, come fa un bambino che non sa cosa sta per fare o che è in inferiorità ad essere consenziente? In sostanza il pedofilo non ammetterà mai la sua colpa, perché non prova colpa, non giudica le sue azione traumatiche per il bambino.
In clinica la pedofilia viene inserita nel gruppo delle parafilie in cui vi è un “errore”nella scelta dell’oggetto sessuale ,non è perciò un disturbo mentale, anche se a volte può essere associata a psicosi o mania.
Quali sono le cause? Per alcuni è scatenata da fattori narcisistici: il pedofilo ama se stesso com’era da bambino, trattando i suoi bambini come avrebbe voluto essere trattato ,o in maniera opposta .In quest’ottica sono le stesse dinamiche che portano altri soggetti ad interessi pedagogici e quindi a svolgere mansioni quali il maestro, assistente sociale( e che è alla base del motivo per cui tra queste categorie spesso si trovano persone pedofile).Il desiderio pedofilo si accende a partire da una sproporzione di maturazione fisica e/o psicologica tra il corpo adulto e quello del bambino o del preadolescente, a partire da un divario di potere e di esperienza che rassicura ed eccita. Occorre precisare che esiste nello sviluppo di un bambino e di una bambina una forbice tra la crescita fisica e sessuale e la crescita psicologica e mentale. Quando un minore ha completato o sta completando il proprio sviluppo sessuale dal punto di vista fisiologico con il conseguente passaggio alla pubertà non per questo egli ha raggiunto la capacità di autodeterminazione sufficiente per affrontare un rapporto sessuale con una persona adulta, per lo meno nel nostro contesto storico culturale dove gli adolescenti, e soprattutto i pre-adolescenti, anche se puberi, sono tenuti decisamente lontani da ruoli sociali maturativi. Vittime dei pedofili sono dunque non solo i bambini, ma anche i minori già entrati nella pubertà che non hanno ancora raggiunto la maturità necessaria per dare il loro pieno consenso all’atto sessuale con un adulto e per far fronte al dislivello di potere che accompagna una tale relazione.
Le caratteristiche della personalità del pedofilo sono spesso di immaturità affettiva con scarsa capacità di controllo degli impulsi sessuali, egocentrismo, bassa tollerabilità delle frustrazioni. Relazioni interpersonali inadeguate: il rapporto con l’altro è superficiale, con comportamenti manipolatori ed egocentrici; si rivolgono ai bambini perchè possono controllarli e manipolarli, con loro non si sentono inadeguati. Hanno sempre una sessualità adulta eterosessuale che maschera la loro perversione. Il pedofilo non si fa mai curare, non si considera malato. Sono convinti che anche un bambino possa scegliere ed esprimere il suo rifiuto.
Vi sono diversi “tipi” di pedofilo:
1. Latente: ha forte attrazione per i bambini, ma non giunge a manifestazioni pubbliche, è un soggetto che cela le proprie pulsioni in quanto si rende conto che non sono socialmente accettabili
2. Occasionale: è il turista del sesso, che ha esperienze trasgressive durante le vacanze in luoghi esotici.
3. Personalità immatura: poichè non riesce ad instaurare rapporti con le donne, si rivolge ai bambini in quanto più docili. I bambini fanno parte del suo circolo di conoscenze, vengono corteggiati con giochi e regali, non ha comportamenti aggressivi, anzi spesso è seduttivo. Sono ottimi ascoltatori, il loro problema è l’interruzione del rapporto quando la vittima non ha più l’età gradita e così possono ricorrere alla violenza per evitare che il ragazzo riveli la loro identità in seguito alla perdita di attenzioni. Arrivano ad idealizzare il loro rapporto giungendo a credere che sia l’espressione di un amore genuino
4 Introversi: hanno gravi problemi di comunicazione, perciò si rivolgono a bambini molto piccoli e sconosciuti
5 Sadici: spesso hanno comportamento antisociale, trae piacere di infliggere dolore e sofferenza alla vittima fino, a volte, ad arrivare ad ucciderla, ma sono molto rari.
6 Incestuoso: le relazioni familiari sono basate sull’irretire: il padre è posto su un piedistallo come valido sostegno alla famiglia, la madre è impegnativa in un ruolo supportivo. La vittima viene indotta a riconoscersi in un ruolo adulto, di sostituta alla madre(quasi sempre è rivolto alla figlia).Spesso la madre sa cosa avviene ma non dice nulla per timore del marito(che può avere anche atti di violenze fisiche verso la moglie),altre volte è addirittura complice in questi atti. Nell’85% dei casi l’abusante è un membro della famiglia o amico intimo. Tratto tipico è il silenzio, si teme che il colpevole venga arrestato e la famiglia si sfasci perciò i dati peccano in difetto. Il pedofilo in questo caso, tenta di evitare che la vittima intraprenda relazioni al di fuori delle mura domestiche, e in alcuni casi il rapporto è sostenuto da alcuni vantaggi secondari quali ricompense in denaro o regali, oppure quella di tenere unita la famiglia: spesso il marito non ha più rapporti con la moglie e la figlia diventa un sostituto della madre, la quale la incoraggia nel ruolo di donna di casa e in modo più o meno inconscio anche ad assumere gli aspetti sessuali, ne segue che il rapporto con la madre, in questi casi, è molto conflittuale.
Vedremo, la prossima settimana gli aspetti psicologici, le conseguenze per le vittime e alcuni commenti. Per chi volesse lasciare sue testimonianze, o domande può lasciarle nei commenti o lasciare la propria mail e verrà ricontattato.

 

Samuela Besana

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