Milano: il Pubblico Ministero applica il codice rosso per la porno vendetta
Le nuove norme sono entrate in vigore da pochi giorni e già il Tribunale di Milano comincia ad applicarle in un primo caso di porno vendetta nel milanese con fotto compromettenti della amante e il fascicolo in 72 ore.
Un lui si fa una amante nell’ambiente di lavoro, la moglie si accorge e sottrae dal cellulare del fedifrago una foto della avvenente rivale e la manda tramite WhatsApp a tutti i loro colleghi e da questa vicenda parte l’applicazione del ‘Codice Rosso’.
La nuova norma, appena entrata in vigore, oltre ad introdurre una maggior tutela per donne e minori vittime di abusi, introduce reati specifici come la «diffusione di immagini o video intimi » senza il consenso degli interessati.
La vicenda è un classico e riguarda il direttore di una catena di saloni parrucchieri e la giovane titolare, 35enne, di uno dei negozi del gruppo e tutto procede magnificamente fino a quando la moglie 50 enne del dirigente scuriosando sul cellulare del marito non trova quella foto e decide di rimandarla alla giovane rivale, con un file audio di minacce, e di girarla anche ai gestori di tutti gli altri negozi affiliati allo stesso marchio.
La giovane amante del marito reagisce subito e sporge denuncia alla polizia raccontando la solita storia che narra di un uomo che da tempo aveva interrotto i rapporti con la moglie a causa dei tradimenti di lei e fornendo il file audio in cui la 50 enne minaccia di dar fuoco al suo negozio e di averle ricevuto da lei 13 chiamate sul cellulare.
I poliziotti hanno subito informato della denuncia il Pubblico Ministero di turno in Procura che ha ritenuto esistessero i presupposti per far approdare il fascicolo nella corsia ‘preferenziale’ introdotta dal Codice rosso appena entrato in vigore.
Prima di questa nuova norma una denuncia di questo genere si sarebbe arenata tra tante altre e avrebbe avuto un percorso molto lungo e si sarebbe confusa con tantissime altre notizie di reato, invece questo caso è finita entro le 72 ore previste dalla legge nelle mani del Pubblico Ministero.