La lettura della crisi di Sgarbi
di Giuseppe Criseo
CONTE DILETTANTE E SUICIDA
Crisi di Governo/Sgarbi sul discorso di Conte: ‘Suicida e dilettantesco’
ROMA – Vittorio Sgarbi commenta il discorso del premier Conte: ‘Un discorso suicida, offensivo, dilettantesco, di un non presidente del consiglio che non è in grado di governare la crisi, ma la sente come un insulto personale, mostrando di essere presidente del consiglio soltanto dei 5 stelle che lo hanno voluto, sottraendolo alla sua attività professionale’.
Argomenta Sgarbi: ‘Conte è il presidente di una parte e lo ha manifestato nel suo testamento pseudo politico con una serie di ripicche e rivendicazioni che sono un attacco alla parte più viva del suo governo, che è stata la Lega’
Spiega Sgarbi: ‘Il motivo della sfiducia a Conte è stata la mozione sulla Tav, la madre di tutte le battaglie, che ha contrapposto i 5 Stelle al loro presidente, per una volta sopra le parti nel dire la verità su quella grande opera.
In quel momento dai 5 stelle, e non dalla Lega, Conte è stato sfiduciato, ma non se ne rende conto. E apre la guerra contro quelli che lo avevano sostenuto: una strana forma
di sadismo che lo condanna nella puerile contrapposizione a Salvini, appiattendosi sul partito inesistente dei 5 stelle, la cui realtà , dopo la fine dell’euforia che li ha sovradimensionati, è ben sotto il 10%’
Ed ancora: ‘Nella illusione del soccorso rosso Conte ignora però che il Pd, sulla Tav, è sulla stessa posizione della Lega’
Conclude Sgarbi: ‘Inverosimile l’attacco sui valori cristiani nel tentativo di avere il concorso esterno del Papa. Conte non poteva cadere più in basso. Quello che sta continuando a dire è una patetica predica, extra politica, moralistica, profondamente malinconica. Addio Conte, dilettate senza speranza’
Una situazione di incertezza che potrebbe riportare alla vecchia alleanza piena di bisticci quotidiani tra Salvini e Di Maio.
Il Governo non può essere tale se non tra forze affini e della stessa area, ma qui a causa della legge elettorale e del voto degli italiani stufi della vecchia politica che però non riescono a dare spazio e scegliere persone e partiti all’altezza della situazione, non ne uscirà fuori bene.
Se torna la sinistra vorrà dire aprire un varco tra cittadini in gran parte di centro-destra e il Paese reale.
Viceversa lo stesso Governo precedente sarà l’esito più probabile della crisi, con le contraddizioni interne che esplodono e si placano per interessi di parte: i grillini non vogliono il voto per non perdere metà degli eletti, Salvini ha bisogno di Di Maio da cui riesce a portare a casa quello che gli serve, ma il Paese non può vivere senza coesione al vertice.
Questo e’ il dramma, riforme a metà e crisi economica.