La Madonna del Latte: La storia e l’€™arte della Madonna della Preja in Somma Lombardo

di Cesarina Briante

 Il culto della ‘€œMadonna del Latte’€ ha origini antiche, si perde nella notte dei tempi. L’€™uomo vedeva sacralità  in un alimento che si traduceva in vita. Il latte candido, il latte che veniva offerto dal seno materno, il latte simbolo di Conoscenza, una Conoscenza trasmessa attraverso di esso, l’€™uomo che dalla Sapienza della Dea Madre ritrova la profondità  dell’€™Anima, la sua manifestazione divina.

Dalla Dea Madre dei primi antichi culti alla Vergine: la Madonna del Latte riporta quindi un messaggio che ha mille sfumature.

La Grotta del Latte si trova a Betlemme poco distante dal luogo della natività . La leggenda legata ad essa risale al VI secolo: si dice che la Madonna avesse a trovarvi rifugio durante la strage degli innocenti. Ma il tempo ha dato nuovi contorni al mito. San Giuseppe fu avvertito da un angelo dell’€™imminente pericolo e preparò velocemente la fuga. Nel richiamare la Madonna mentre questa stava allattando, alcune gocce di latte finirono a terra e tutto si accese di un biancore intenso: la grotta dai toni rosati divenne completamente bianca.[1]  Un simile prodigio rese il luogo punto di speranza e si diceva che la polvere della grotta avesse potere di sanare e dare aiuto alle giovani madri.

Le Madonne del Latte e la censura

Con la controriforma le arti subirono un vaglio, una censura, tutto ciò che appariva sconveniente era da ritoccare, da celare. Compreso il seno delle Madonne del Latte, che il Borromeo, nelle sue visite alle parrocchie della Diocesi Milanese aveva modo di incontrare spesso nelle edicole sacre. La povera gente, i contadini si rivolgevano alle Madonne del Latte con fede, per ottenere guarigione, protezione per i figli in tenera età , le donne chiedevano la grazia di divenire madri, di avere latte per nutrire le proprie creature.

Che il Borromeo avesse un pudore oltre misura nei confronti delle donne è risaputo. Egli non ne riceveva mai nessuna in colloquio privato senza l’€™ulteriore presenza di altri ecclesiastici e rimase sconvolto quando entrò in Milano da Porta Tosa e il suo sguardo incrociò il bassorilievo della Leobissa, una rappresentazione femminile piuttosto singolare impressa sull’€™arco. Le Madonne del Latte furono quindi in un certo senso censurate assieme a molte altre opere d’€™arte dei grandi della pittura. Il Borromeo era molto severo sui costumi e i comportamenti da adottare. Regole che applicò con diligenza anche in riguardo all’€™arte, agli edifici e alle istituzioni.

La Madonna della Preja in Somma Lombardo

La costruzione si appoggia sul muro di un’€™antica casa contadina e conserva un’€™immagine della Vergine del Latte di pregiata fattura e di autore ignoto. La cornice che la contiene è in marmo rosso di Verona.

Le panchine in granito, riparate dal tettuccio, sono originali, e accolgono ancora i fedeli che si fermano a contemplare la bellezza dell’€™opera. L’€™appellativo con cui è anche nota, Madonna della Preja, ha origine dal fatto che un tempo questa zona era abitata da abili scalpellini, tanto è vero che la via di accesso alla località  è intitolata ‘€œCroce della Pietra’€ a ricordo della corporazione di Arti e Mestieri degli scalpellini sommesi il cui simbolo è proprio una croce greca (a quattro braccia di uguale misura), scolpita sul granito. In questa zona, durante alcuni scavi, negli anni ‘€˜50, furono rinvenuti molti reperti archeologici risalenti al I sec. a.C. Si trattava di una necropoli per cremazione che conservava molti oggetti. Nel 1968 con i lavori dell’€™acquedotto videro la luce altre tre tombe di cui due distrutte, e altra oggettistica .[2]

Cesarina Briante


[1] E. Compri, E. Bolognesi, Betlemme: E i suoi Santuari, Milano, Edizioni Terra Santa , 2016 pag. 78

[2]Testimoniamze orali compate con: /www.artevarese.com/somma-lombardo-seconda-parte/ 

Descrizioni e immagine tratte da : Le Antiche Processioni d’€™Obbligo delle campagne e Il Monte Sordo e alcuni cenni sulle Antiche Famiglie Sommesi di Cesarina Briante.

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