150 mila italiani presentano una mutazione dei geni detta ‘€œGene Jolie’€

150 mila italiani presentano una mutazione dei geni detta '€œGene Jolie'€
150 mila italiani presentano una mutazione dei geni detta ‘€œGene Jolie’€

La mutazione dei geni Brca 1 e 2 è stata ribattezzata ‘€œGene Jolie’€ dal nome dell’attrice Angelina Jolie che ha reso celebre questa patologia per avere diffuso la notizia di esserne affetta e per essersi sottoposta alla rimozione del seno e delle ovaie.

La stima ਠstata effettuata secondo una stima basata sulla frequenza della mutazione nella popolazione europea e quindi diventa fondamentale il test genetico per individuare la mutazione sia per i pazienti vittime di alcuni tipi di tumore sia per i loro familiari per prevenire l’€™insorgenza di neoplasie.

Molti oncologi chiedono che l’€™esame sia rimborsabile in entrambi i casi perchè in Italia la situazione varia a seconda delle regioni e solo sette garantiscono l’esenzione dal pagamento dell’intero percorso di cura.

La mutazione dei due geni porta ad una maggiore predisposizione a sviluppare alcuni tumori come quello della mammella, delle ovaie, del pancreas e della prostata, con maggiore frequenza rispetto alla popolazione generale.

La maggior parte di coloro che sono portatori della mutazione non lo sa perchè i test genetici per individuarla non sono ancora abbastanza diffusi, soprattutto fra le persone sane, e quindi non è conscia del rischio oncologico che ne consegue.

Una volta individuata la mutazione su un paziente è necessario che il test sia effettuato anche sui familiari sani per poter avviare appunto un percorso mirato di controllo e prevenzione.

I Protocolli di Diagnosi, Trattamento e Assistenza per Persone ad Alto Rischio Eredo-Familiare (PDTA AREF), allo stato attuale sono presenti in sole otto Regioni che sono Emilia-Romagna, Liguria, Lazio, Veneto, Campania, Toscana, Sicilia, Piemonte, ma solamente in sette Soltanto 7 è stata deliberata anche l’esenzione dal pagamento del ticket per le prestazioni sanitarie previste dai protocolli di sorveglianza.

Nel frattempo, i pazienti cercano ‘€œcure alternative’€ sul Web a partire dal bicarbonato di sodio alla ‘urinoterapia’ e le bufale spacciate come cure miracolose contro i tumori si diffondono nella rete e molti, pazienti e familiari, consultano internet alla ricerca di cure miracolose rischiando di finire nelle mani dei ciarlatani che oggi possono agire impunemente e con grandissima visibilità .

Fortunatamente solo una minoranza delle persone coinvolte nel problema cade nella rete dei ciarlatani e dei truffatori.

La https://www.fondazioneaiom.it/ ha aperto una pagina antibufale perchè il Web ਠsempre di più un luogo dove si trovano tantissime notizie assolutamente false e prive di ogni fondamento scientifico e, secondo gli oncologi della fondazione, ci sono oltre quattrocento bufale che riguardano terapie farlocche, che in realtà  sono dei rimedi inutili, potenzialmente tossici.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *