Noterelle sulla vita politica saronnese
Recenti e meno
recenti fatti della vita politica ed economica saronnese sono saliti agli onori
delle cronache locali, con riflessi sul dibattito consiliare e presso la
pubblica opinione. Senza riferimenti specifici, che in questo momento non ci
interessano, desideriamo proporre ai cittadini una riflessione e un’ipotesi di
lavoro.
In politica tra l’onestà e la disonestà non c’è una linea sottile di
demarcazione che si può fermamente rispettare o superare d’un balzo. C’à¨
piuttosto un territorio, uno spazio, una assai vasta zona: naturalmente,
grigia.
Il male e il bene, l’ onesto e il disonesto, il corretto e il corrotto, non vi
si ritrovano allo stato puro, ma tra loro “mescolati e confusi” come
scriveva Sant’Agostino nella sua teologia della storia.
Chi vive in quella dimensione non è solito commettere dei veri e propri reati, piuttosto azioni “poco eleganti”, magari “inopportune”, tutt’al più ‘opache’. Per esempio favorisce un soggetto che non ha titoli nè competenze, gratifica un familiare perchè è tale, cerca (e trova) una corsia preferenziale, unge le ruote, trama accordi segreti che si svelano tutto a un tratto come conigli usciti dal cilindro del prestigiatore, è protagonista di operazioni in cui politica e affari sono in relazione di reciproca conseguenza. Insomma non necessariamente si rende responsabile dei reati tipici della “professione” politica, ma è corresponsabile del deterioramento della vita pubblica e contribuisce a quella “nausea della politica” che scoraggia la partecipazione e anzi produce l’odio indiscriminato dei manettari da bar, quelli che “sono tutti dei ladri”.
L’ipotesi di lavoro è che gli elettori saronnesi i quali si accingono ad andare
alle urne scelgano tra quei candidati che per la professione che fanno, per le
persone che frequentano e che non frequentano, per chiara fama, sono lontani
dalla zona grigia di cui abbiamo parlato.
Perchè la correttezza non deve essere uno slogan urlato nelle piazze e
neppure è condizione sufficiente per essere buoni amministratori, ma à¨
condizione necessaria per una vita sociale non avvelenata e per il buon governo
della città .