Raccomandate, i postini non suonano? Accertamento del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza.

di Giuseppe Criseo

Era ora verrebbe da dire a tanti, senza generalizzare, eppure pur stando a casa non si sente il campanello del postino che avvisa della raccomandata costringendoci ad aspettare il giorno in cui sia possibile ritirarla.

Se ci accorge in ritardo, trovando l’avviso nella buca delle lettere, non si riesce ad avere subito la raccomandata perche’ il postino e’ ancora in giro.. e bisogna attendere magari con ansia, non sapendo di preciso a cosa dobbiamo rispondere.

Le tante segnalazioni alle fine hanno portato e attirato l’attenzione dell’Antitrust ( dopo parecchio tempo a dire la verità ).

Le Poste non replicano con un comunicato ufficiale, ma fanno trapelare stupore per modi e tempi della diffusione della notizia da parte dell’Antitrust.

Nella riunione del 19 novembre 2019, l’€™Autorità  ha deliberato di avviare un procedimento istruttorio nei confronti della società  Poste Italiane S.p.A. per accertare una presunta pratica commerciale scorretta, posta in essere nell’€™ambito del servizio di recapito della corrispondenza e, in particolare delle raccomandate, in possibile violazione degli articoli 20, 21 e 22 del Codice del Consumo.

Il punto focale e’ la reale volontà  del postino di recapitare la posta (non parliamo poi di coloro magari pochi che consegnano alla cassetta sbagliata), raccomandata e costosa, altro punto dolente.

“Si assume, del resto, quanto al tentativo di recapito della corrispondenza, che l’avviso di giacenza del plico raccomandato verrebbe spesso depositato nella cassetta postale del destinatario dell’invio senza previo accertamento della presenza o meno del medesimo al proprio domicilio”.

Chi ripaga l’utente della “scocciatura” di andare successivamente all’ufficio postale nei tempi di apertura, magari chiedendo un permesso in azienda (altro costo), costringendo

“il destinatario che voglia entrare in possesso del plico ad esperire procedure alternative previste da Poste, con uno slittamento dei tempi di consegna ed un dispendio di tempo ed energie che non sarebbe necessario qualora il tentativo di consegna venisse realmente effettuato”.

I messaggi enfatici promozionali propongono ben altro: “Poste, inoltre, avrebbe veicolato messaggi ingannevoli riguardo al servizio di Ritiro digitale, vale a dire la versione evoluta della consegna fisica, delle raccomandate, con riferimento alle relative condizioni economiche e di utilizzo”.

Per questi aspetti di tutela del consumatore, la massima sanzione staccabile da Antitrust arriva a 5 milioni di euro.


“Ottima notizia! Era ora”, reagisce l’Unione Nazionale Consumatori. “Si faccia luce sul servizio delle raccomandate, decisamente troppo caro e poco efficiente. Bisogna tornare ai tempi in cui il postino suona sempre due volte. Non è possibile che il destinatario non si cerchi nei dovuti modi e che si lasci sistematicamente l’avviso di giacenza in casella, costringendo il consumatore a fare lunghe code in posta per recuperare la raccomandata ricevuta”.

Le Poste invece di stupirsi, viste le numerose segnalazioni di disservizi degli utenti, dovrebbero attrezzarsi e verificare quanto accade, senza mettere la testa sotto la sabbia: il mercato propone servizi digitali alternativi, meno costosi, sicuri e rapidi.

Una parentesi a questo punto bisognerebbe aprirla anche sulla scelta della raccomandata cartacea da parte degli organi di stato che se vogliono come corretto che sia un riscontro, possono e devono utilizzare tutto quanto la tecnologia mette a disposizione visti gli altissimi livelli di tassazione dell’Italia.

Non e’ l’utente che deve correre ai ripari ma l’Amministrazione Pubblica che si deve mettere al passo coi tempi, multe e contravvenzioni possono arrivare velocemente e con sicurezza via mail certificata o inviando link sicuri, la PEC è riconosciuto pieno valore legale e le ricevute possono essere usate come prove dell’€™invio, della ricezione ed anche del contenuto del messaggio inviato. Le principali informazioni riguardanti la trasmissione e la consegna vengono conservate per 30 mesi dal gestore e sono anch’€™esse opponibili a terzi.

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