A Roma un netturbino su tre è inabile a fare il suo lavoro
Sembrerebbe una notizia tratta dal Vernacoliere e invece è la realtà quotidiana nella martoriata capitale dell’ITAGLIETTA rivelata da un report dell’AMA (l’azienda che gestisce i rifiuti a Roma): un netturbino su tre è ‘inabile’ a salire sui camion della nettezza urbana.
Dei quatromilatrecento operatori ecologici in servizio nella capitale circa millecinquecento si sono dotati di un certificato medico secondo il quale non possono svolgere le loro mansioni perchè sono dichiarati ‘Inabili a fare gli operatori ecologici’.
Nella capitale dell’ITAGLIETTA in piena e perenne emergenza rifiuti, ma non solo, oltre a non esservi mai stata una progettazione razionale (ma anche irrazionale) sullo smaltimento dei rifiuti con impianti insufficienti o mal gestiti, negli anni si è fatta incetta di operatori ecologici legalmente certificati (nella Capitale dorme anche l’Ordine dei Medici?) inabili a salire sui camion della raccolta o a stare a contatto con l’immondizia.
Le certificazioni sono veramente curiose e fantasiose (si va da chi è allergico allo smog e quindi non può guidare nel traffico romano, a chi non può sollevare pesi e quindi non può svuotare i cassonetti) al punto tale da imbarazzare le stesse organizzazioni sindacali.
A Roma la situazione è talmente paradossale che alcuni sindacalisti trovano il coraggio di chiedere all’azienda di inventarsi qualcosa da fare per fingere l’utilità di questi personaggi che nel frattempo sono destinati all’ozio.
Stefano Zaghis, Amministratore Unico di Ama Spa, ha incaricato Marcello Bronzetti, nuovo direttore del personale, di trovare qualcosa da far fare agli oltre millecinquecento “inabili” e, forse, intensificare anche le visite mediche, ma la soluzione assurda più probabile potrebbe essere quella di assumere altri trecentocinquanta dipendenti con la scusa di “svecchiare” l’organico che oggi ha una età media di cinquanta anni.