LETTERA APERTA AL GOVERNO E AI PARLAMENTARI

 salva lo Stato per salvare i diritti

Quali cittadini chiediamo che il Presidente del Consiglio in carica ci spieghi in televisione a reti unificate i motivi per i quali gli speculatori internazionali (creditori nei confronti dell’€™Italia del micidiale debito contratto con i BTP del valore di soli 700 miliardi di euro) riescano a strozzare la nostra economia e inficino ogni sforzo teso al rilancio della stessa quando abbiamo a disposizione 4.200 miliardi di euro fermi nelle banche.

Si tratta soldi di cittadini pronti a investire in BOT e CCT:

  1. tutelando il loro risparmio nel tempo;
  2. partecipando a eliminare detto debito pubblico;
  3. consentendo il far ripartire i grandi lavori necessari al Paese con il conseguente sviluppo economico;
  4. evitando di essere un Paese richiedente aiuto che consegna la sovranità  a un organismo terzo qual’€™è il Meccanismo europeo di stabilità  (MES, detto anche Fondo salva-Stati, in inglese ESM European Stability Mechanism) i cui membri sono insanzionabili e, anzi, nemmeno vincolati, al pari dei membri delle istituzioni che con essi collaborano, a formulare un resoconto trasparente del movente delle loro azioni. In sintesi, un sistema per evitare di cedere completamente il controllo del nostro sistema finanziario ed economico a un organo dove i documenti sono secretati e gli organi di vertice del non sono perseguibili per gli atti adottati nell’€™esercizio delle loro funzioni. In fondo al presente documento la trappola del MES è spiegata in modo chiaro da Andrea Muratore.

Come cittadini è nostro diritto ‘€“ dovere sia il sollecitare chi abbiamo eletto a rappresentarci sia presentando delle analisi e proposte, concrete e fattibili, per uscire dal debito dei 700 miliardi di euro contratto con i BTP e rilanciare il Paese.

Ecco, quindi, rilanciare le proposte che ha gentilmente inviato il Dr. Guido Grossi (exTesoriere della Banca Nazionale del Lavoro, exVice Presidente dell’AticForex, associazione dei tesorieri italiani, exmembro del consiglio di amministrazione di E-Mid, società  mercato che gestisce i depositi interbancari, exmembro del gruppo di contatto presso la Banca Centrale, exresponsabile dei mercati finanziari, exresponsabile anche delle attività  in titoli azionari e obbligazionari. àˆ possibile ascoltarlo direttamente aprendo YouTube Guido Grossi è presente e illustra i temi economic ed eccone alcuni: PERCHà‰ SEI POVERO, IL FURTO DEL DEBITO PUBBLICO SPIEGATO BENE, OSTAGGI DELLA FOLLIA ECONOMICA, L’€™ITALIA SULL’€™ORLO DEL FALLIMENTO?, CRISI DELLA FINANZA, DEBITO PUBBLICO, SPREAD E RISPARMIO), ricordando che alle analisi e proposte chiaramente e tranquillamente rappresentate dal Dr. Guido Grossi c’€™è qualcuno contrario (in particolare su YouTube – https://www.nextquotidiano.it/furto-debito-pubblico-youtube/ – un intervento del 2018 di una persona che con un linguaggio aggressivo, intercalato da continue parolacce non degne di chi analizza un tema economico e sociale, cerca di smontarne analisi e proposte).

Questo documento è composto dalle seguenti parti:

  1. Controllo e pulizia del sistema finanziario
  2. Interventi normativi urgenti sul sistema finanziario
  3. Predisposizione del programma di investimenti

IL MES, ovvero come diventare cittadini non più liberi di decidere e giudicare estratto da

https://it.insideover.com/economia/perche-il-mes-danneggia-lautonomia-e-la-sovranita-degli-stati.html

Buona lettura e a leggervi, invitando a rilanciare questa lettera aperta a quanti avete in rubrica mail.        Pier Luigi Ciolli

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AVVERTENZA

Tutti i provvedimenti proposti sono collegati fra di loro e rispondono ad una logica precisa: restituire al Parlamento ed al Governo italiano, attraverso interventi sul sistema finanziario, cospicue risorse finanziarie.

Partendo però dalla consapevolezza che i Trattati internazionali e la prevalente ‘€œcultura mediatica’€ spingono in direzione opposta: ‘€œfuori la politica dal governo dell’€™economia e della finanza, scarsità  delle risorse, lasciar fare ai mercati’€. I provvedimenti vanno quindi concepiti in blocco e temporizzati accuratamente, perchè contrastano efficacemente un modello ideologico e materiale preciso e potente.

1 – CONTROLLO E PULIZIA DEL SISTEMA FINANZIARIO

Riferimento: Art 47 Costituzione La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito. Favorisce l’accesso del risparmio popolare alla proprietà  dell’abitazione, alla proprietà  diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese.

Attuazione

Rimodulazione e re-internalizzazione del debito pubblico come segue.

  1. Ordinando alle banche di proprietà  pubblica di offrire alla propria clientela solo ed esclusivamente c/c, depositi liberi o vincolati, oppure titoli di stato italiani, escludendo categoricamente prodotti ‘€œfinanziari’€ come fondi, titoli strutturati, derivati, prodotti assicurativi.
  2. Ordinando al Tesoro di:
  3. di pianificare emissioni di titoli di stato dedicati esclusivamente alle famiglie italiane (BOT, CCT, BTPi variante dei BTP che indicizzano il capitale e gli interessi al tasso di inflazione europea) ed anche speciali emissioni ‘€œfinalizzate’€ ad uno specifico programma di investimenti pubblici.
  4. escludere dall’€™elenco degli operatori abilitati al collocamento dei titoli di stato italiani le banche d’€™affari straniere.
  5. modificare il sistema delle aste, in maniera tale che sia garantito il graduale passaggio dei titoli in scadenza dai portafogli degli investitori istituzionali a quelli dei risparmiatori italiani, ripristinando di fatto il controllo da parte del Governo sulle condizioni economiche del collocamento.
  6. offrire ai cittadini italiani la possibilità  di aprire direttamente presso il Tesoro (utilizzando la rete di Banco Poste e delle banche pubbliche) un conto deposito vincolato su scadenze determinate, a condizioni equilibrate.
  7. Aprire presso Banco Poste un c/c obbligatorio e gratuito a tutti i codici fiscali e le partite IVA operanti in Italia.

2- INTERVENTI NORMATIVI URGENTI SUL SISTEMA FINANZIARIO

  1. Bloccare la riforma del MES. àˆ necessario far conoscere a tutti gli italiani gli aspetti letteralmente ‘€œmostruosi’€, sotto il profilo giuridico, finanziario e democratico di questa Istituzione finanziaria internazionale che entra a gamba tesa nella politica italiana. A tendere, l’€™Italia deve disdire gli accordi e invitare gli altri stati europei a fare altrettanto.
  2. Cancellare la normativa incostituzionale sul bail-in (cauzione interna, ci si riferisce a un sistema di risoluzione di un’eventuale crisi bancaria che prevede l’esclusivo e diretto coinvolgimento di azionisti, obbligazionisti, correntisti della banca stessa).
  3. Bloccare ogni altro passaggio verso l’€™unificazione del sistema bancario e finanziario, per impedire che passi sotto competenza esclusiva di BCE (Banca centrale europea) e MES (Meccanismo europeo di stabilità  o ESM European Stability Mechanism).
  4. Eliminare tutte le limitazioni sull’€™uso del contante, che è l’€™unica moneta ‘€œa corso legale’€.
  5. Cancellare tutta la normativa che trasferisce alla BCE (Banca centrale europea) competenze in materia di vigilanza.
  6. Sottoporre il management di società , agenzie ed enti di proprietà  pubblica, operanti in ambito bancario e finanziario, (Cassa Depositi e Prestiti, Banco poste, Monte Paschi Siena, Mediocredito Centrale’€¦) a precise normative, direttive e azioni di controllo non solo governativo ma anche parlamentare.
  7. Vietare a tutte le banche anche private e straniere di offrire nel territorio dello Stato prodotti strutturati con indicizzazioni non lineari e non immediatamente e pienamente comprensibili da un qualunque cittadino della scuola media dell’€™obbligo.
  8. Ripristinare il pieno controllo sulle attività  di tutela del risparmio e di indirizzo e coordinamento del credito, attraverso l’€™inserimento nel CICR (Comitato interministeriale per il credito e il risparmio, organismo presieduto dal Ministro dell’economia e delle finanze al quale il Testo unico bancario attribuisce compiti di alta vigilanza in materia di credito e di tutela del risparmio)
  9. di parlamentari rappresentativi di maggioranza e minoranze.
  10. Riscrivere un Testo unico banche e finanza, semplificando e unificando TUB e TUF (TUB ਠla normativa di riferimento per tutto ciò che riguarda le banche e il TUF disciplina i mercati finanziari, quindi l’emissione di strumenti finanziari, il collocamento eccetera) a cura dei parlamentari e NON a cura di sedicenti esperti che scrivono in linguaggio incomprensibile, che preveda la definitiva separazione fra attività  di credito e di speculazione finanziaria.
  11. Avviare un’€™indagine approfondita sull’€™uso truffaldino dei prodotti strutturati offerti alla clientela in tutto il sistema finanziario (banche, finanziarie, fondi, assicurazioni).
  12. Verificare la liceità  e far annullare tutti i contratti derivati illeciti (il 90%) stipulati fra le Pubbliche Amministrazioni, gli Enti locali e le banche d’€™affari.
  13. Togliere il segreto e/o la tutela della privacy su tutte le attività  contrattuali intervenute fra Pubbliche Amministrazioni, enti locali e banche d’€™affari.
  14. Predisporre un piano di acquisizione pubblica delle banche in difficoltà .

3 – PREDISPOSIZIONE DEL PROGRAMMA DI INVESTIMENTI

Le azioni precedenti mettono preziose risorse finanziarie a disposizione di Parlamento e Governo, che confluiscono su due canali distinti: titoli di Stato e conti deposito, presso il Tesoro; conti deposito, presso le banche pubbliche.

Le famiglie italiane dispongono di oltre 4000 miliardi di risparmio di natura finanziaria (dati banca d’€™Italia) impiegati in massima parte in attività  inutilmente rischiose e socialmente improduttive.

Saranno le specifiche modalità  tecniche, importantissime, che verranno scelte nel momento di attuazione delle riforme indicate a determinare se queste disponibilità  saranno trasferite nell’€™ordine di grandezza delle decine, delle centinaia o delle migliaia di miliardi di Euro, come anche la relativa velocità  del trasferimento.

Le disponibilità  liquide raccolte vanno convogliate nel Programma di investimenti.

Investimenti pubblici (condizionati dai limiti di bilancio)

Va ricreato gradualmente il sistema delle partecipazioni statali, per garantire i servizi essenziali al sistema industriale delle piccole e medie imprese. Attenzione, è importante che la componente ‘€œprivati’€ da inserire nelle società  a partecipazione statale sia costituita dall’€™azionariato popolare diffuso, incentivato e garantito da apposita normativa, e non concentrata in poche mani.

Settori interessati:

  • banche ed assicurazioni,
  • trasporti e reti,
  • infrastrutture digitali e telecomunicazioni,
  • produzione di base (alimentazione, energia, acqua, chimica, farmacia, materiali),
  • difesa,
  • sanità ,
  • università  e ricerca,
  • rete commerciale.

Finanziamenti a soggetti privati effettuati da banche pubbliche

NON sono condizionati nel totale dai vincoli del bilancio pubblico, ma incontrano un limite nel livello di capitalizzazione delle banche. Per questo sarà  importante partire proprio da questo settore nell’€™opera di capitalizzazione e attrazione dei capitali ‘€œpopolari’€.

            Banche ed enti pubblici finanziano soggetti privati di dimensioni piccole che investono per realizzare attività  comprese in un programma di consolidamento e rilancio delle attività  economiche di preminente interesse sociale, con particolare attenzione alla bilancia dei pagamenti.

Settori interessati:

  • agricoltura naturale,
  • artigianato locale,
  • ristrutturazione edilizia,
  • energia rinnovabile,
  • piccola impresa manifatturiera.

Dibattito pubblico sul settore finanziario

Prima azione, pregiudiziale alla possibilità  di realizzare tutte le altre, è l’€™avvio di un ampio dibattito pubblico che faccia conoscere a tutti, parlamentari e cittadini, la gravissima situazione in cui versa il settore.

Tutti devono rendersi conto di quanto oggi questo settore sia malamente concepito e strutturato in maniera tale da permettere alla finanza internazionale di sfruttare le enormi ricchezze italiane, e di impedire sempre più profondamente alla politica nazionale di influenzare le attività  bancarie e finanziarie.

  • Va imposto alla Rai di predisporre programmi di approfondimento frequenti e sistematici sul tema, garantendo pluralità  di vedute e possibilità  reale di comprensione e di approfondimento, secondo appositi schemi adeguati.
  • Il modello ‘€œtalk show‘€ (rappresentazione della chiacchiera), caratterizzato da scontri verbali inutili e fastidiosi, deve essere interdetto per legge sui temi di rilevante interesse pubblico e confinato all’€™intrattenimento.
  • Se non si riesce a condizionare la Rai, va creato un altro polo di comunicazione pubblico, in cui sia garantita sin dall’€™inizio la pluralità  delle voci e l’€™indipendenza delle redazioni.
  • Vanno infine finanziate e supportate normativamente le iniziative editoriali private, di piccola dimensione, che non fanno parte del circuito mediatico controllato dal grande capitale internazionale.

Legge elettorale

Se la Politica vuole davvero riconquistare la fiducia dei cittadini ‘€“ di cui ha assoluto bisogno per riuscire a contrastare un modello che oggi schiaccia gli uni e gli altri ‘€“ deve riformare la legge elettorale:

  • ripristinare la piena proporzionalità  nella rappresentanza,
  • restituire ai cittadini l’€™effettiva possibilità  (oggi regalata alle segreterie dei partiti) di scegliere nominativamente che deve entrare in Parlamento, e chi no.

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IL MES

ovvero come diventare cittadini non più liberi di decidere e giudicare

Infatti,il Paese richiedente aiuto cede completamente il controllo del suo sistema finanziario ed economico all’€™organo esterno dove i documenti sono secretati e gli organi di vertice del non sono perseguibili per gli atti adottati nell’€™esercizio delle loro funzioni.

Per meglio far comprendere il MES ecco il testo estratto da https://it.insideover.com/economia/perche-il-mes-danneggia-lautonomia-e-la-sovranita-degli-stati.html

7 dicembre 2019 di Andrea Muratore (Classe 1994, laureato in Economia all’€™Università  degli Studi di Milano, è studente magistrale di Economics and Political Science nel medesimo ateneo. Oltre che con Inside Over collabora anche con l’€™Osservatorio Globalizzazione di cui ਠvicedirettore).

In Italia, a gran voce, molti politici e intellettuali chiedono, in buona o mala fede, la modifica delle clausole con cui l’€™Unione europea si appresta a riformare il Meccanismo europeo di sicurezza (Mes) in un senso a dir poco contrario al nostro interesse nazionale. Ma siamo ancora in tempo per farlo? Il Mes è un trattato internazionale approvato ben sette anni fa, ai tempi del governo Monti, dopo un negoziato di circa due anni, passato allora in sordina mentre Camera e Senato in Italia lo approvavano senza colpo ferire. Le attuali disposizioni di modifica emendano, sicuramente in peggio, un trattato i cui impianti sono già  stati stabiliti a quei tempi, comprese alcune delle clausole che permettono al Mes e ai suoi funzionari una vera e propria onnipotenza legislativa e personale. ‘€œIl Mes e i suoi funzionari godono di piena e perfetta immunità  da ogni giurisdizione. Non possono essere oggetto di perquisizioni, ispezioni o altro da chicchessia’€, ha dichiarato al Sussidiario il docente dell’€™Università  Cattolica di Milano Alessandro Mangia, che ha poi proseguito: Interessante poi è la lettura dell’€™Articolo 34 del trattato istitutivo del Mes che, è bene ripeterlo, precede l’€™attuale riforma. Esso dice esplicitamente che ‘€œi membri o gli ex membri del consiglio dei governatori e del consiglio di amministrazione e il personale che lavora, o ha lavorato, per o in rapporto con il Mes sono tenuti a non rivelare le informazioni protette dal segreto professionale. Essi sono tenuti, anche dopo la cessazione delle loro funzioni, a non divulgare informazioni che per loro natura sono protette dal segreto professionale’€. Questo passaggio, dopo l’€™approvazione della norma sette anni fa, è diventata legge dello Stato italiano. In quel breve ‘€œin rapporto’€ è contenuto un vulnus alla trasparenza degli esecutivi nazionali. Quindi, ad esempio, se Giovanni Tria o Giuseppe Conte venissero interrogati sui contenuti delle discussioni tematiche del 2018 sulla riforma del Mes, sarebbero tenuti a un taciturno diniego di conferire alcuna risposta. Il Mes crea dunque un sistema in cui: il Paese richiedente aiuto cede completamente il controllo del suo sistema finanziario ed economico ad un organo esterno, formalmente, all’€™architettura Ue; è costretto a condizionare la ricezione di finanziamenti a sanguinosi programmi di austerità ; è vincolato a una ristrutturazione del debito ritenuta rovinosa anche da un economista di centro-sinistra moderato come Giampaolo Galli; consegna la sua sovranità  a un organismo terzo i cui membri sono insanzionabili e, anzi, nemmeno vincolati, al pari dei membri delle istituzioni che con essi collaborano, a formulare un resoconto trasparente del movente delle loro azioni.

Mangia, nell’€™intervista, fa un esempio concreto di cosa significherebbe un intervento del Mes in Italia. Se uno choc del debito o una situazione di crisi costringessero Roma, terzo contributore del ‘€œfondo salva-Stati’€ a ricorrervi, ‘€œsarebbe il Mes, e non la Commissione, a valutare sulla base di meccanismi automatici l’€™opportunità  di chiedere una ristrutturazione del debito pubblico’€, a dettare le regole per ottenere questo finanziamento (pacchetti di austerità  inclusi) e a determinare il contenuto finale del riallocamento del debito pubblico. Ignorando il piccolo dettaglio della realtà  concreta, che vede circa il 70% dei buoni del Tesoro detenuti da banche o investitori nazionali. E stiamo tacendo, finora, dei problemi di legittimità  costituzionale che ciò comporterebbe e che un accademico di spessore come Carlo Pelanda ha recentemente sollevato in relazione all’€™Articolo 47 della Carta sulla tutela del risparmio. Il Mes è un circolo vizioso senza uscita: e il problema maggiore ਠil fatto che le sue criticità  più importanti non riguardano la riforma attuale sulle regole di ingaggio ma un pacchetto già  accettato e firmato dai Paesi Ue.

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