Scuola Ufficiali Carabinieri Inaugurazione dell’Anno Accademico 2019-2020

Nella mattinata, presso l’Aula Magna della Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma, alla presenza del Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, dei Ministri degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Luigi Di Maio, della Giustizia, Alfonso Bonafede, della Difesa, Lorenzo Guerini, dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Sergio Costa, dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, e per le Politiche giovanili e lo Sport, Vincenzo Spadafora, e del Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli, si è svolta la cerimonia di inaugurazione dell’Anno Accademico 2019 – 2020.

            Fra le tante personalità presenti, Autorità parlamentari, di Governo e Diplomatiche, esponenti delle Magistrature, delle Forze armate, delle Forze di polizia, delle Agenzie di Informazione e Sicurezza, il Presidente del Gruppo Medaglie d’Oro al V.M., i Presidenti dell’Associazione Nazionale Carabinieri e dell’Associazione Nazionale Forestali in congedo ed esponenti degli organismi di rappresentanza dell’Arma.

La cerimonia è stata aperta dal Comandante della Scuola, Generale di Divisione Riccardo Galletta, che ha indirizzato il proprio saluto ai presenti illustrando le attività didattiche svolte dall’Istituto.

Ha quindi preso la parola il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Gen. C.A. Giovanni Nistri.

Tra i temi trattati, la necessità, nonostante il 2019 abbia segnato il più basso tasso di reati degli ultimi 10 anni, di accrescere la sicurezza percepita anche attraverso la rassicurazione dei singoli, minacciati dall’ansia, acuita dalle crescenti fragilità sociali. Il modello di prossimità dell’Arma, capillarmente diffuso sul territorio, che coniuga efficienza operativa e qualità delle relazioni umane risponde a questa esigenza. Tenenze e Stazioni rappresentano infatti per 7.416 Comuni d’Italia l’unico presidio di polizia e a questo presidio nel 2019 sono stati destinati oltre 2.600 carabinieri. I reparti dell’Arma nel loro complesso hanno perseguito il 73% di tutti i reati denunciati, scoprendo il 63% dei casi risolti da tutte le Forze dell’Ordine.

Un impegno, ha ricordato il generale Nistri, che sovente mette a repentaglio l’incolumità dei Carabinieri, come dimostrano i tre morti e 2.033 feriti e contusi, vittime di resistenze e aggressioni, oltre il 28% in più rispetto al 2018. Un dato che preoccupa perché frutto di un clima che vede l’Autorità costituita comunque espressa associata a riferimenti negativi. Da qui la riflessione sul bisogno di misura anche nella formazione dell’opinione pubblica.

Il modello di prossimità è “l’anima” che l’Arma apporta al sistema della sicurezza interna. Un sistema equilibrato nel quale l’espressione formale della pubblica sicurezza procede “verticalmente” dalle Autorità provinciali – Prefetti e Questori – a quella nazionale del Ministro dell’Interno, ma trova il suo completamento nella responsabilità “orizzontale”, propria nella maggior parte dei casi dei Reparti Carabinieri, unici presidi sul territorio. 

La cerimonia è stata anche l’occasione per tracciare un bilancio della riorganizzazione del Corpo forestale dello Stato nell’Arma: a 3 anni dall’adozione dei provvedimenti i risultati operativi si sono moltiplicati, con controlli che hanno registrato un incremento progressivo, del 31% nei primi due anni e di un ulteriore 6% nel 2019, anche grazie all’assegnazione di 790 militari ai reparti forestali e all’acquisizione di mezzi ed equipaggiamenti. Le misure organizzative adottate hanno inoltre consentito di conseguire economie di esercizio per 35 milioni di euro, superando l’obiettivo di 32 milioni fissato per legge.

Si è parlato inoltre di innovazione tecnologica, con importanti investimenti sia nell’area operativa che in quella concorsuale, e di benessere del personale. Il generale Nistri ha auspicato tra l’altro provvedimenti che possano compensare la riduzione del trattamento pensionistico a seguito dell’introduzione del sistema contributivo

Parlando di diritti del personale il Comandante Generale ha affrontato il tema dell’associazionismo militare di natura sindacale. Un argomento a cui l’Istituzione guarda con estremo interesse e con il vivo auspicio che una legge sia approvata a breve, nella convinzione che “l’innesto delle relazioni sindacali non è un aspetto neutro nella regolazione della vita di un’Istituzione, talché risulterebbero assai semplicistiche soluzioni che, aderenti a realtà organizzative affatto differenti, non tengano nella dovuta considerazione le necessità operative e di impiego di migliaia di presidi diffusi sul territorio nazionale”.

Infine, rivolgendosi ai giovani Ufficiali Allievi, il generale Nistri ha ricordato che la militarità, requisito irrinunciabile per l’Arma, è condizione particolare, riconosciuta dalla Costituzione a presidio delle Istituzione democratiche e comporta dei limiti di continenza. Ha citato Giuseppe Mazzini che scriveva: “La questione vitale che si agita nel nostro secolo è una questione di educazione. Educazione ad un principio: il dovere. Attraverso l’educazione al dovere si può arrivare a comprendere che lo scopo della vita non è quello di essere più o meno felici, ma di rendere sé stessi e gli altri migliori. Questo non vuol dire rinunciare ai diritti, bensì arrivare al loro raggiungimento attraverso la pratica dei doveri”. “La pratica dei doveri – ha proseguito il Comandante Generale – è la grammatica etica della nostra formazione e la pietra d’angolo della nostra funzione. Una funzione da esercitare con «disciplina ed onore», come recita la Costituzione. E non ci può essere onore senza servizio. Servire la Patria e i cittadini. Servire i Carabinieri che vi verranno affidati. Servirli con la competenza delle conoscenze, l’umiltà dell’ascolto, la responsabilità delle decisioni, il coraggio delle rinunce”.

Ha preso dunque la parola il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini il quale, dopo aver ribadito ai giovani Ufficiali allievi “che se l’arma dei carabinieri, da oltre due secoli, è un pilastro insostituibile per la nostra collettività, lo deve anche e soprattutto alla capacità che ha dimostrato di saper trasmettere alle sue nuove generazioni tutto il suo inestimabile patrimonio di tradizioni, di identità, di valori, di conoscenza, di procedure, di tecnologia”, ha dichiarato aperto l’anno accademico 2019 – 2020.

In chiusura ha preso la parola il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte che ha fatto una attenta disamina delle innumerevoli attività che vedono impegnati i carabinieri sul territorio nazionale e all’estero. “Siete una risorsa del Paese” –  ha detto il massimo esponente del Governo – “che sa ispirarsi alle regole democratiche, divenendo veicolo di promozione di quell’umanesimo che deve porre l’individuo al centro della società. Una forza sana, che sa affrontare anche le vicende più dolorose, andando ben oltre le normali mansioni d’istituto e rinunciando, talvolta, anche al calore degli affetti più cari, ricompensati tuttavia, da attestazioni di riconoscenza e piena umanità da parte del cittadino. Ed è così che il sistema della pubblica sicurezza trova il suo necessario completamento nella responsabilità, aderente e concreta, dell’azione di polizia delle comunità, risalente, nella maggior parte dei casi, proprio ai Reparti dei Carabinieri”.

solo per i lettori affezionati, il discorso in forma integrale di Nistri

    SCUOLA UFFICIALI CARABINIERI 

inaugurazione anno accademico 2019/2020

Intervento del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri

Gen. C. A. Giovanni NISTRI

Signor Presidente del Consiglio,

è motivo di grande soddisfazione accoglierLa stamane alla Scuola Ufficiali. La Sua presenza gratifica l’impegno di tutti i Carabinieri ed è un segno di particolare considerazione verso gli Ufficiali frequentatori, qui seguiti, con competenza e passione, dal Quadro Permanente e dal Corpo docenti, a cui esprimo riconoscenza per la preziosa opera svolta.

Ringrazio il signor Ministro della Difesa, per la costante attenzione con la quale segue le tante evenienze della nostra quotidianità.

Saluto, in uno, tutte le Autorità che, numerose, hanno accolto il nostro invito. La Loro presenza testimonia la stima e il consenso che l’Arma riscuote negli ambiti istituzionali della Nazione. Grazie di cuore a tutti.

L’inaugurazione dell’Anno Accademico della Scuola Ufficiali Carabinieri è l’occasione per riflettere sull’esperienza trascorsa, al fine di delineare gli scenari futuri e indicare le progettualità connesse.

La consapevolezza dei cambiamenti agevola, infatti, lo sviluppo di modelli previsionali che siano garanzia di prevenzione, ancor più per gli Organismi cui è devoluta la responsabilità della sicurezza.

Tale impostazione assume particolare rilievo all’avvio di un nuovo anno accademico, che vedrà gli Ufficiali frequentatori prepararsi ai delicati compiti che li attendono.

Anche nell’anno appena passato abbiamo dovuto misurarci con minacce molteplici e trasversali, in un quadro complessivo connotato da continuità emergenziali.

Le sconfitte inferte agli assetti del “Daesh” e di “Al Qaeda” non hanno dissolto le insidie portate dal loro messaggio, ancora in grado di alimentare processi di radicalizzazione in contesti interni vari e polverizzati come in ambiti territoriali a noi prossimi: dalla Libia al Sahel, all’arco balcanico.

Ad essi orientiamo la ricerca informativa – sul terreno come sul web – condividendo i risultati con le altre Forze di polizia e con le Agenzie di informazione e sicurezza nel Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo.

In quella sede confluiscono anche le evidenze dell’attivismo delle matrici eversive – l’anarco-insurrezionalismo, l’antagonismo, la destra radicale – i cui fermenti, pur da angolature antitetiche, mirano a strumentalizzare temi sociali fortemente divisivi.

Sul fronte della criminalità organizzata, la diminuzione dei reati di maggiore allarme non attenua la nostra allerta verso le consorterie, che mortificano le aree di origine e trovano fertili opportunità di profitto nelle regioni del Centro e del Nord Italia e all’estero, trasformando la violenza omertosa in forza economica e capacità di contaminazione anche delle Pubbliche Amministrazioni.

Lo scorso dicembre l’Arma ha concluso un’imponente operazione di contrasto alla ‘ndrangheta, tra le più significative del 2019, anno che ha registrato l’arresto di oltre 800 affiliati alle realtà criminali maggiormente strutturate e il sequestro o la confisca di beni per oltre 630 M€ .

L’aggressione ai patrimoni illeciti è parte integrante della cultura investigativa dell’Arma, a tutela del tessuto socio-produttivo del Paese. Solo negli ultimi cinque anni, abbiamo specializzato 434 unità. Altre 175 seguiranno nel 2020. Per dare ulteriore vigore allo sforzo in questo settore nevralgico, auspichiamo l’accesso diretto alle banche dati operative di settore.

Trasversalmente rispetto ai temi accennati, si pongono le minacce portate dai crimini informatici, che condizionano l’ecosistema telematico nel quale siamo immersi. Tali reati incidono sempre più sul quadro generale della delittuosità: nel 2010 erano meno del 4%, ad oggi pesano per quasi il 10%.

Nel settore, il Reparto Indagini Telematiche del Raggruppamento Operativo Speciale rappresenta il polo di riferimento di una rete periferica di operatori specializzati, capillarmente presente sul territorio nazionale, anche a salvaguardia delle infrastrutture sensibili della Difesa, quale attività di Polizia militare, funzione esclusiva dell’Istituzione.

Il 2019 segna il più basso tasso di reati degli ultimi 10 anni. La percentuale dei delitti scoperti è cresciuta del 9%. E tuttavia le statistiche non bastano.

La sicurezza risiede nella prevenzione e nella repressione dei reati, ma è anche un sentimento da accudire, minacciato dall’ansia che rimbalza come una gigantesca eco, acuita dalle crescenti fragilità sociali.

Per raggiungere e intercettare questo sentire, è allora necessario procedere il più vicino possibile alle persone che siamo chiamati a proteggere.

In questo, il bicentenario modello di prossimità dell’Arma mostra ancora una singolare vitalità, coniugando l’efficienza operativa con la qualità delle relazioni umane.

Le Tenenze e le Stazioni dell’Arma rappresentano l’unico presidio di polizia per 7.416 Comuni italiani, alle cui diversificate esigenze dedichiamo analisi continue, calibrando i dispositivi ai mutamenti delle dinamiche demografiche e criminali.

Nel 2019 a tali Reparti sono stati destinati oltre 2.600 militari e con recente manovra ordinativa, peraltro condivisa a livello interforze, abbiamo ottimizzato in prospettiva la distribuzione delle unità, nelle 14 città metropolitane, prevedendo l’istituzione, tra l’altro, del Gruppo di Rho, che potenzierà la sicurezza nell’area suburbana di Milano.

Nell’insieme, la rete presidiaria dell’Arma, nel 2019, ha perseguito il 73% di tutti i reati denunciati, scoprendo il 63% dei casi risolti da tutte le Forze dell’ordine. Ben oltre ogni affermazione di primazia, questi dati attestano la valenza del nostro sistema organizzativo e la consistenza del nostro impegno.

Un impegno che sovente ha messo a repentaglio l’incolumità dei Carabinieri. Lo scorso anno, 3 militari hanno perso la vita e 2.033 sono rimasti feriti o contusi, vittime di resistenze e aggressioni.

Il 28% in più rispetto al 2018! E’ un incremento che ci preoccupa, frutto anche di un clima diffuso, che vede l’”autorità” comunque espressa – famiglia, scuola, istituzioni di pubblico servizio – associata a riferimenti negativi, verso i quali prevale una cultura del “rifiuto”, spesso gratuito e violento.

Abbiamo probabilmente un estremo bisogno di misura. Anche nella formazione dell’opinione pubblica, talvolta incline ad una narrativa che, per essere rapida e di effetto, finisce per opacizzare l’oggettiva correttezza di procedure e condotte, alimentando diffidenze che la silenziosa dedizione degli operanti non merita.

Naturalmente, siamo consapevoli di comportamenti gravi attribuiti a nostri commilitoni: abbiamo però dimostrato nei fatti, anche con intima sofferenza, la nostra ferma determinazione di provvedere al riguardo, ricorrendone i presupposti giuridici, oltre che di investire nella formazione.

Tuttavia, percepiamo anche come, sul territorio, la quotidianità dell’Arma sia ricambiata da un affetto impareggiabile, perché ogni cittadino sa che ovunque ci sia l’insegna “Carabinieri”, lì troverà il volto dello Stato, che «soccorre nell’inquietudine»: così si è espresso un maestro elementare novantenne, vittima di un danneggiamento, che mi ha scritto per ringraziare i “suoi” Carabinieri per il loro intervento.

Questa è l’”anima” che l’Arma apporta al sistema della sicurezza interna.

Un sistema di lungimirante equilibrio, nel quale l’espressione formale della pubblica sicurezza procede “verticalmente”, dalla responsabilità delle Autorità provinciali – Prefetti e Questori – a quella nazionale del Ministro dell’Interno, ma trova il suo necessario completamento fattuale nella responsabilitàorizzontale”, propria, nella maggior parte dei casi, dei Reparti Carabinieri, unici presidi sul territorio. Una responsabilità non meno incombente e qualificante della prima, perché aderisce alla composita domanda di protezione che promana dai cittadini.

Una protezione che oggi si estende a un vasto insieme di garanzie a tutela di settori irrinunciabili della nostra vita comune, come è, ad esempio, per l’ambiente.

La riorganizzazione del Corpo forestale dello Stato nell’Arma ha assunto così un portato strategico, ponendo a sistema consolidate specialità per conferire assoluta centralità all’azione di polizia a difesa delle risorse naturali.

A distanza di tre anni i risultati operativi si sono moltiplicati e le economie attese si sono realizzate.

I controlli hanno registrato il progressivo incremento del 31% nei primi due anni dall’unificazione, per segnare, nel 2019, l’ulteriore crescita del 6%. Questo anche grazie all’assegnazione di 790 militari ai Reparti forestali e all’acquisizione di nuovi mezzi ed equipaggiamenti, necessari per superare carenze del Corpo stratificate nel tempo.

Le misure organizzative adottate hanno altresì consentito di conseguire, nel settore dell’esercizio,economie per 35 M€, superando gli obiettivi di risparmio, fissati dalla legge in 32M€[1], e predisponendo future, ulteriori economie di scala.

Il solo programma di unificazione delle sedi – 56 ad oggi – ha consentito risparmi per 1 M€ annui, in oneri di locazione e di funzionamento. Sono in corso ulteriori 108 accorpamenti, per un risparmio atteso di altri 2 M€. 

Nell’ampliare l’orizzonte, va considerata la dimensione globale della sicurezza, influenzata dalle condizioni di legalità e di stabilità in aree anche geograficamente distanti.

In atto, oltre confine sono impiegati 900 Carabinieri, che proiettano all’estero – presso le sedi diplomatiche e in 12 Teatri operativi – la competenza e l’affidabilità espresse in Patria e quella singolare capacità di “stare tra la gente” che contribuisce, non poco, a qualificare l’aggettivo “italiano” ovunque nel mondo.

Nel quadro degli indirizzi della difesa nazionale, forniamo assistenza alle Forze di sicurezza locali, promovendo il moderno concetto di “stability policing”.

A Baghdad e a Erbil continuiamo l’addestramento delle “Iraqi Police Forces”, su richiesta del Governo iracheno, per favorire il consolidamento dello stato di diritto. Analogo impegno assolviamo in Afghanistan.

Svolgiamo Missioni Addestrative a favore delle Forze di sicurezza palestinesi, somale, gibutiane. Siamo presenti in Kosovo, nell’ambito della missione NATO, con il Reggimento MSU, a tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica.

Altrove affrontiamo esigenze formative specifiche: dalla salvaguardia del patrimonio culturale in Albania e Iraq, al contrabbando di specie animali protette in Zambia e Namibia, alla tutela della prospettiva di genere in tutto il Medio Oriente.

Con esperti Ufficiali, forniamo consulenze a livello ministeriale, come in Rwanda e in Moldavia, anche promuovendo la tecnologia di cui l’Arma si avvale in Patria.

La proiezione tecnologica è, del resto, una prospettiva irrinunciabile dell’investimento istituzionale, lungo due direttrici: innovazione e sviluppo sostenibile.

Il governo elettronico dell’Istituzione è assicurato da un’estesa infrastruttura telematica, che utilizza strumenti gestionali all’avanguardia.

I dispositivi mobili in dotazione alle pattuglie, collegati con le principali banche dati d’interesse, sono progressivamente arricchiti di nuove funzionalità, anche di diretta interfaccia con i cittadini: penso, ad esempio, alla possibilità, attiva dalla prossima primavera, di pagamento delle contravvenzioni immediatamente all’atto della contestazione, per via telematica, annullando ogni passaggio burocratico.

Per la sicurezza stradale, in cui l’impegno dell’Arma è rimarchevole, specie sulla viabilità extraurbana e nell’arco notturno, abbiamo rinnovato il parco etilometri, acquisito apparati luminosi da applicare sull’uniforme, per la visibilità degli operatori, e introdotto nuovi sistemi di segnalazione stradale a led, a maggior tutela degli automobilisti.

Stiamo sperimentando dispositivi di protezione sotto-giacca, da indossare durante l’intera durata del servizio, per elevare la sicurezza del personale.

All’obiettivo dello sviluppo sostenibile si iscrivono le numerose iniziative in atto per l’incremento della classe energetica degli edifici e per il consolidamento della mobilità alternativa.

Il miglioramento delle sedi qualifica il servizio alla collettività: dalla sicurezza degli ambienti di lavoro, dove accedono migliaia di cittadini, alla resistenza antisismica, per garantire operatività anche in situazioni critiche. Per questo, continuiamo ad esplorare tutte le possibili forme di collaborazione finanziaria, auspicando una sempre più concreta attenzione delle Regioni e delle Amministrazioni locali. 

Con fondi europei sono stati installati impianti fotovoltaici e avviati progetti di efficientamento energetico per 22 M€, in Puglia, Campania, Calabria, Liguria, Veneto, Emilia Romagna, Abruzzo e Umbria. Ulteriori iniziative, per 13 M€, saranno realizzate, con l’intervento del Ministero per lo Sviluppo Economico, nell’ambito del “Programma per la Riqualificazione Energetica della Pubblica Amministrazione Centrale”.

Sul piano della mobilità alternativa, con il sostegno anche del Ministero dell’Ambiente, del Territorio e del Mare, sono state acquisite 400 autovetture ibride, parte delle quali destinate al monitoraggio dei parchi nazionali e delle aree protette.

La duplice propulsione, diesel ed elettrica, caratterizza anche le motovedette di prossima acquisizione, che sostituiranno il naviglio più vetusto a Venezia nonché per il collegamento con le isole minori, il controllo delle acque interne e il sostegno subacqueo.

Le tratteggiate dinamiche operative e organizzative trovano realizzabilità nelle risorse finanziarie a disposizione.

L’attivazione di fondi pluriennali, su base quindicennale, ha restituito continuità all’afflusso degli stanziamenti, affrancandoci da incertezze e affannosi rimedi.

Ringrazio, nell’occasione, il signor Capo di Stato Maggiore della Difesa per l’attenzione sinora riservata alle esigenze prospettate, soprattutto nel rinnovo della linea elicotteri.

Tra le proposte per l’impiego del “Fondo investimento delle Amministrazioni centrali”, istituito dalla Legge di bilancio 2020-2022, segnalo la prioritaria esigenza di una nuova sede unica per il Gruppo d’Intervento Speciale e il 1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti, anche in previsione dell’inserimento del “Tuscania” – come già il G.I.S. – nel comparto delle Forze per Operazioni speciali.

Le iniziative descritte non avrebbero alcuna efficacia se disgiunte dall’attenzione alla più preziosa delle risorse istituzionali: le donne e gli uomini dell’Arma, che conferiscono valore a ogni progettualità.

L’Istituzione soffre una carenza di 7.121 militari nei vari ruoli, pari al 6% della forza prevista dalle leggi.

Lo sblocco del “turn-over” e l’incisivo programma di 4.435 arruolamenti straordinari, previsti fino al 2025, pur non sufficienti al completo ripianamento, consentiranno però di scongiurare contrazioni del dispositivo territoriale, ovunque avvertite con preoccupazione da autorità e cittadini.

Questa nuova stagione di concorsi sarà supportata da un’innovativa piattaforma per la somministrazione elettronica dei quiz di preselezione, che consentirà di contrarre i tempi di gestione delle prove, tracciare tutte le operazioni e verificare i risultati con immediata trasparenza.

Inoltre, per fronteggiare le accresciute esigenze addestrative, stiamo attivando un nuovo polo formativo, a Taranto, presso una caserma resa disponibile dalla Marina Militare, che ringrazio. Accoglierà da marzo 500 allievi, per raddoppiare entro il 2022. Speriamo che tale investimento possa pure riverberarsi sulla sofferente economia locale.

Guardiamo alla condizione dei militari anche per garantire loro serenità, oggi e nel futuro.

Ringrazio il Governo e il Parlamento per l’attenzione accordata al riordino dei ruoli e delle carriere, pur in un contesto di finanza pubblica non favorevole, prevedendo integrazioni finanziarie per oltre 179 M€, destinate a rimuovere le stagnazioni prodottesi nella progressione professionale dell’intero comparto.

Ringrazio altresì per lo stanziamento di 180 M€ devoluti al pagamento del lavoro straordinario, che compensa, nel parziale ristoro economico, l’incondizionata disponibilità del personale, a fronte di tanti sacrifici familiari e personali.

Attendiamo fiduciosi il rinnovo del contratto per il triennio 2019 – 2021, con particolare riguardo alla rivalutazione delle indennità accessorie, immutate dal lontano 2004.

Evidenzio tuttavia che, a distanza di ventiquattro anni dall’adozione del sistema contributivo, il personale del comparto difesa – sicurezza non ha ancora la possibilità di compensare con fondi pensione la riduzione del trattamento pensionistico, che, per le nuove generazioni di Carabinieri, si attesterà, all’atto del congedo, a circa il 60% dello stipendio.

Una soluzione intermedia, concretamente percorribile e molto attesa, sarebbe l’attivazione di una previdenza dedicata, in linea con la specificità riconosciuta al comparto, rimodulando il calcolo del montante contributivo pensionistico o adeguando i coefficienti di rendimento alla durata della vita lavorativa del personale.

L’attenzione alla serenità economica dei Carabinieri è tutt’uno con la considerazione della loro salute.

Il rischio cardiovascolare è tra le principali cause di morbilità e mortalità, in un contesto di lavoro certamente usurante.

Con l’Istituto Superiore di Sanità, l’Università di Tor Vergata, la Società italiana di Cardiologia e le Federazioni dei farmacisti lanceremo, a breve, un’innovativa campagna di prevenzione, che consentirà ai militari di accedere, volontariamente e nel pieno rispetto della “privacy”, a “screening” di base presso le farmacie di tutta Italia.

Stiamo potenziando il Servizio di psicologia presso le Infermerie presidiarie, anche grazie al supporto del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi. Affrontiamo il tema nel Gruppo di lavoro sulla condizione del personale, attivo presso il Comando Generale sin dal 2016, nonché in tutti i corsi di formazione e di aggiornamento del personale impiegato in incarichi di comando, per migliorarne le capacità di ascolto, apprestando ogni possibile fattore protettivo, anche per scongiurare gesti estremi, pur nella consapevolezza dell’insondabilità che talvolta connota l’agire umano.

Porremo allo studio ulteriori azioni. Resta l’imperativa necessità da parte di ciascuno, senza distinzione di grado o incarico, di offrire a ogni commilitone quella vicinanza solidale che può aiutare, pure inconsapevolmente, a superare momenti di disagio e di difficoltà, anche quando estranei al servizio, come appurato nella maggior parte dei casi.   

In tema di diritti, preme infine segnalare il convinto interesse istituzionale nei riguardi dell’associazionismo militare di natura sindacale.

L’innesto delle relazioni sindacali non è infatti un aspetto neutro nella regolazione della vita di un’Istituzione, talché risulterebbero assai semplicistiche soluzioni che, aderenti a realtà organizzative affatto differenti, non tengano nella dovuta considerazione le necessità operative e di impiego di migliaia di presidi diffusi sul territorio nazionale.

Seguiamo perciò i lavori delle Commissioni parlamentari con il vivo auspicio che una legge sia approvata in tempi brevi. L’aumento delle iniziative costitutive e la diffusione di prassi composite sollecitano un intervento di chiarezza, per evitare che diversificate, e talvolta strumentali, interpretazioni conducano a improduttive slabbrature del solido tessuto della Difesa.

Nel frattempo, rivolgo un ringraziamento agli Organi della Rappresentanza Militare, il cui apporto alla linea gerarchica è stato tanto più costruttivo quanto più guidato da intenti istituzionali e comportamenti consequenziali.

La fruizione dei diritti trova speculare corrispondenza nei doveri da adempiere. I benefici traggono motivazione dalla capacità di rispondere alle aspettative. Lo spirito critico non può essere disgiunto dal senso di responsabilità che deve animare il servitore dello Stato, tanto più se militare.

La militarità, requisito irrinunciabile per l’Arma, è condizione particolare, riconosciuta tale dalla Costituzione a presidio ultimo delle Istituzioni democratiche. Essa comporta limiti di continenza, che, pur non obliterando il diritto di critica, certamente ne ricusano l’ostentata, gratuita spettacolarizzazione, detrimento di ogni leale collaborazione.

160 anni fa Giuseppe Mazzini scriveva:«La questione vitale che si agita nel nostro secolo è una questione di educazione. Educazione ad un principio: il dovere.  Attraverso l’educazione al dovere si può arrivare a comprendere che lo scopo della vita non è quello di essere più o meno felici, ma di rendere sé stessi e gli altri migliori. Questo non vuol dire rinunciare ai diritti, bensì arrivare al loro raggiungimento attraverso la pratica dei doveri»[2].

Queste parole conservano una forza e un’attualità sorprendenti. Le affido a voi, giovani Ufficiali, perché possano guidare, senza scorciatoie, la vostra vita professionale.

La pratica dei doveri è la grammatica etica della nostra formazione e la pietra d’angolo della nostra funzione. Una funzione da esercitare con «disciplina ed onore», come recita la Costituzione. E non ci può essere onore senza servizio.

Servire la Patria e i cittadini. Servire i Carabinieri che vi verranno affidati. Servirli con la competenza delle conoscenze, l’umiltà dell’ascolto, la responsabilità delle decisioni, il coraggio delle rinunce.

«Chi ha un perché per vivere può sopportare ogni come»[3].

Nell’augurare buon lavoro al Comandante della Scuola, al Quadro Permanente, al corpo docente e a voi tutti, con il permesso del Capo di Stato Maggiore della Difesa, invito il signor Ministro della Difesa a dichiarare aperto l’Anno Accademico 2020-2021 della Scuola Ufficiali Carabinieri.


[1] Art. 19 del Decreto Legislativo n. 77 del 19 agosto 2016

[2] Giuseppe Mazzini “Dei doveri dell’uomo”, 1860.

[3] Aforisma di Friedrich Wilhelm Nietzsche, citato da Mons. Nunzio Galantino. Il Sole 24 Ore, 12 gennaio 2020.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *