Animali selvatici, un rischio il contatto con gli umani

di Giuseppe Criseo

Il rischio di contatto tra uomo e animale selvatico non è poi così remoto, anzi gli incontri che talvolta diventano scontri, è diventato quasi quotidiano con episodi sia nella zona circostante a Malpensa, nel territorio dell’altro varesotto, come nel VCO che seguiamo da vicino.

Citiamo a tal proposito  Angela Iacucci in suo articolo su Galileonet, cheha in un’intervista sugli animali selvatici, sentito Adriano Argenio, medico veterinario specialista presso l’€™Azienda USL Toscana Sud Est.

Sottolineo alcuni rischi estrapolati dall’intervista sopra citata: ”  le persone hanno con essi gli stessi atteggiamenti che rivolgono ai propri animali domestici, come carezze, vicinanza, offerta di cibo. L’€™animale selvatico, tuttavia, può fraintendere questi atteggiamenti e diventare aggressivo. Inoltre questi animali sono elusivi, quindi quando si fanno toccare e manipolare può essere un segno che sono in difficoltà  o sono malati e quindi possono trasmettere patogeni anche alle persone, pur non mostrando sintomi evidenti’€.

Rischio di farsi male toccando gli animali, pensiamo ad un animale selvatico appena nato, ma il cui genitore può trovarsi nelle vicinanze ed aggredirci per difendere la sua creatura, come ancora più preoccupante, il rischio sanitario:

Comportamenti inadeguati possono quindi aumentare anche il rischio sanitario?

‘€œEsatto. Gli animali selvatici possono essere portatori di malattie e l’€™interazione non corretta può favorirne la trasmissione e la diffusione. Basti pensare che l’€™OIE, l’€™Organizzazione mondiale della sanità  animale, negli ultimi anni ha registrato 175 agenti di patologie emergenti, di cui 144 sono zoonosi e di queste il 70% viene trasmesso dagli animali selvatici. Questi possono essere una potenziale fonte diretta e indiretta di infezione per l’€™essere umano e quindi possono rappresentare un potenziale pericolo sia per la salute pubblica che per la sicurezza alimentare’€.

Un caso frequente è quello poi, tra un animale infetto e uno sano che possono venire a contatto per esempio quando vanno ad abbeverarsi:

 “I cinghiali eliminano nell’€™ambiente circostante il micobatterio della tubercolosi con la saliva, con l’€™espettorato, con le feci e con il latte materno. I cinghiali, quindi, possono contrarre la malattia per contatto diretto tra loro, dalla madre attraverso il latte infetto o anche mangiando i visceri di altri animali infetti da tubercolosi. Proprio in considerazione di ciò, è molto importante che i cacciatori non abbandonino visceri di animali abbattuti durante le battute di caccia e rispettino il divieto di alimentare i cinghiali nei periodi precedenti le battute.

Nel cinghiale sono colpiti con maggiore frequenza i linfonodi della testa“, consigli di http://www.veterinariaalimenti.marche.it/Articoli/prevenire-la-tubercolosi-veicolata-dalla-selvaggina-cacciata

I rischi ci sono per gli animali ma anche per gli uomini: “Le lesioni presenti nei linfonodi, possono essere potenzialmente pericolose per l’€™uomo se sono contenute in masse muscolari che vengono utilizzate per preparare insaccati”.

E’ importante quindi l’apporto del veterinario per consentire il consumo di animali selvatici in piena sicurezza.

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