Gallarate, 4 soggetti di etnia rom (3 italiani ed un tedesco) specializzati nelle truffe “rip deal”.

Rip deal: affare sporco, i truffatori riescono a consegnare alla loro vittima del denaro falso in una valuta, ricevendo banconote autentiche in un’altra valuta.

“rip deal” denunciata al Commissariato di P.S. di Gallarate.

“Natale del 2018, un cittadino indiano si presentava presso il Commissariato di P.S. di Gallarate riferendo di essere appena stato derubato da due cittadini italiani. Dal racconto del trentaseienne indiano appariva subito chiara la tipica truffa “rip deal”. L’uomo aveva infatti raccontato di aver versato 3,24001 bitcoin sul portafoglio elettronico di due sedicenti cittadini italiani dietro la promessa di un cambio in contanti estremamente favorevole, ammontante a 14.900 euro. Durante l’incontro, avvenuto a Gallarate, i truffatori riuscivano effettivamente a convincere l’imprudente investitore mostrandogli il denaro pattuito per il cambio, ordinato in mazzette all’interna di una valigetta, poi rivelatosi carta straccia. Avvenuto lo scambio, l’indiano veniva frettolosamente invitato a scendere dalla vettura che aveva ospitato la transazione, una Citroen guidata da un terzo complice ma intestata ad un prestanome. Contattato nuovamente, pochi giorni dopo la prima truffa, con la promessa della restituzione del maltolto, al giovane indiano venivano fraudolentemente sottratti ulteriori 10 bitcoin (60.000 euro circa all’epoca dei fatti), questa volta presso l’aeroporto di Linate. “

Altro caso a Malpensa

Un secondo episodio è stato infatti riscontrato dagli agenti, vittima un italiano a cui sono stati sottratti 18 bitcoin (70000 circa all’epoca dei fatti) presso un albergo nella zona dell’aeroporto di Milano Malpensa.

Erano proprio le sale convegno degli alberghi nella zona dell’aeroporto di Malpensa, i luoghi privilegiati dai truffatori, che prenotavano sotto falso nome.

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Trovate valige piene di soldi

Due valige contenenti banconote fac-simile prevalentemente da 100 euro, ma anche da 500 euro (per circa 1,5 milioni di euro) e, molteplici stampe a colori da 1000 franchi svizzeri, due macchinette conta soldi ed anche uno smartphone utilizzato per comunicare con le vittime attraverso una chat Telegram denominata “BITCOIN NEWS”.

Tutti e quattro gli indagati dovranno rispondere del reato di truffa aggravata in concorso.

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