M5s: si riparte da Crimi

M5s: si riparte da Crimi
Luigi Di Maio e Vito Crimi

Sarà Vito Crimi il reggente che gestirà la transizione verso un nuovo movimento, Di Maio rassegna le dimissioni da capo politico del movimento e mette fine ad un periodo caratterizzato da espulsioni ed abbandoni.

Il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale nonché capo politico del Movimento 5 Stelle lascia la guida del movimento e resta alla guida della Farnesina.

Luigi Di Maio annuncia commosso  le sue dimissioni alla fine di un lungo discorso durante il quale ha parlato della necessità di di rifondare il movimento nato il 4 ottobre 2009 dalle fertili menti di due grandi visionari come il comico Beppe Grillo e l’imprenditore della rete Gianroberto Casaleggio.

Le dimissioni di Di Maio mettono fine,forse ad un periodo confuso e disordinato caratterizzato da espulsioni ed abbandoni con motivazioni che vanno da quelle strettamente economiche a quelle politico amministrative o riferite al problema di sempre della democrazia interna.

 “Io mi fido di voi – ha sottolineato il Ministro degli Affari Esteri – mi fido di noi e di chi verrà dopo di me. Per arrivare fin qui abbiamo fatto salti mortali. Hanno iniziato Beppe e Gianroberto e a loro va tutto il mio grazie di cuore”.

“Tanti – ha continuato – mi hanno scritto non mollare. Ma io non mollerò mai il M5S, il Movimento è la mia famiglia”.

 

Di Maio ha passato le sue funzioni a Vito Crimi, il rappresentante anziano del comitato di garanzia, e ha detto che agli Stati Generali si discuterà di questo passaggio e subito dopo si passerà al chi con la consapevolezza che parte del Movimento è rimasta delusa e si è allontanata.

“I peggiori nemici sono quelli che al nostro interno lavorano non per il gruppo ma per la loro visibilità” ha voluto sottolineare il dimissionario  “C’è chi è stato nelle retrovie e, senza prendersi responsabilità è uscito allo scoperto solo per pugnalare alle spalle”. 

Per l’ex capo politico del movimento”Oggi si chiude un’era, rifondiamoci”

Resta da capire quanto questa scelta del giovane capo derivi da una presa di coscienza che spostarsi di lato per permettere un cambiamento interno possa permettere un qualche rilancio del movimento o sia semplicemente un tentativo di togliersi di dalle spalle una eventuale pesante disastro alle elezioni del prossimo 26 gennaio.

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