Michele Liuzzi, discorso alla Messa di Giorgia

La morte è uno strumento che parifica ogni diseguaglianza.

Una delle frasi chiave di quanto ha detto Michele, che ha il coraggio di raccontare il suo dolore personale derivante dalla perdita incolmabile della moglie.

Un uomo che ora si sente solo e che tutti dovremmo cercare di aiutare.

Il suo dolore non deve restare solo suo.

Lo capiamo bene noi che dopo la perdita di un nostro caro, non ci siamo rassegnati sia che si tratti del padre, della mamma o di un figlio..

Il grido di dolore : ” Condividiamo il nostro dolore perché è la cosa giusta da fare per noi. ” vuol dire questo, condividere, cioè farlo diventare nostro, superando le nostre piccolezze quotidiane, le nostre vicissitudini, nulla di fronte alla morte.

La morte fa parte della vita, ma accettare razionalmente la sua logica, dopo tanto tempo, visto che non è un processo breve ma anzi doloroso e lungo, non è semplice.

La difficoltà deriva pure dalla mancanza di amici veri che spesso si dileguano alla prima difficoltà, ci sono agli aperitivi e alle “pizzate”.

Da qui nasce il suo appello, dalla speranza di uscire dalla solitudine e trovare chi capisca, condivida e trovi le parole giuste al momento giusto.

Segue foto e testo in versione integrale delle parole di Michele.

Per chi non era presente alla Messa di Risurrezione di Giorgia, qui di seguito potete trovare quello che ho detto:

La morte è uno strumento che parifica ogni diseguaglianza. Non c’è razza, età, ricchezza, la morte prende tutti e molte volte prende anche in situazioni incomprensibili come quella che stiamo vivendo oggi.

Come fare quindi? Come mi devo comportare? Qualcuno di voi mi ha detto che mi sto comportando in modo strano…ora provo a spiegarlo.

Prima di tutto vi dico che piango… Anche io…e tanto. Ovviamente siamo essere umani e la mancanza fisica si sente tantissimo. È quella, che fa male. Ma se poi penso ad un’altra cosa, il dolore viene abbracciato dalla serenità. Cos’è quest’altra cosa a cui penso? Ora ve lo spiego raccontandovi gli ultimi 3 mesi.

Ho ricevuto la diagnosi il 22 ottobre da solo in una stanza dell’ospedale davanti ad un medico. Sua moglie ha un tumore, non operabile, non curabile. Sarà un miracolo se arriva a Natale… è stato devastante… A Giorgia (perdonami amore mio) ho dovuto ed abbiamo dovuto raccontare una storia diversa per non farla preoccupare e spaventare ulteriormente anche se lei, lo aveva capito. Soprattutto gli ultimi giorni.

Così io e Giorgia ci siamo resi conto che il peso da portare era troppo grosso e per questo ci siamo detti. Condividiamo il nostro dolore perché è la cosa giusta da fare per noi.

Da quel momento, tutto è cambiato. Il dolore si è fuso con le migliaia e migliaia e migliaia di messaggi di affetto, di supporto e di amore puro. Improvvisamente non eravamo più soli a combattere e questo ha cambiato tutto.

L’amore è il centro della nostra storia e non il dolore.

Tutti insieme abbiamo pregato per un miracolo. Ti prego Dio cura Giorgia. Tutti noi. Anche il nostro bimbo diceva “Gesù cura mamma”… E mentre continuavamo a chiedere il miracolo, non ci siamo resi conto che il miracolo stava già avvenendo intorno a noi.

Ho ricevuto e ricevo messaggi incredibili. Un parroco mi ha scritto che la nostra storia ha messo in discussione la sua vita. Una coppia in crisi mi ha detto che ha compreso cos’è l’amore e per questo non vogliono più litigare. Fratelli e sorelle divisi nelle famiglie ora non lo sono più. Persone lontane dalla fede ora, sono più vicine…e chi non è vicino alla fede, sono sicuro che quanto meno la nostra storia, Giorgia e la mia serenità, abbiano messo in discussione le loro certezze.

Siete proprio sicuri che Dio non esiste? Siete proprio sicuri che Giorgia ora diventerà solo polvere? Fatevi queste domande e come siete logici e razionali nel porvi queste domande allora dovete esserlo nello stesso modo anche guardando tutto quello che è successo intorno a noi e che continua ancora a succedere.

Dio, ha reso Giorgia immortale. Tramite lei ha profuso amore in tutte le persone che hanno conosciuto la nostra storia. Giorgia ha cambiato in meglio tutte le nostre vite.

Non dobbiamo essere quindi arrabbiati con Dio perché pensiamo che l’ha portata via. Io, invece lo ringrazio perché ho avuto l’opportunità di conoscerla e grazie a lei la mia vita è molto più ricca…e sono sicuro che anche la vostra lo è.

Come essere quindi distrutto? Per tutto questo, sono sereno. Certo, soffro umanamente la mancanza fisica e fa tanto male, ma la serenità che porto dentro è più grande.

Un giorno torneremo insieme noi due ed anche con Leo e con tutti voi. La morte non ha cambiato nulla. Non ha cambiato il nostro amore ed il vostro. Nella Bibbia Gesù dice: “In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo”.

Questo è ciò che sta accadendo qui.

Oggi non siamo quindi qui per celebrare la morte, la sconfitta, la disperazione. Oggi, siamo qui per celebrare la vita, la vittoria, la gioia.

Giorgia nei giorni della malattia mi diceva sempre, continuo a chiedere a Dio di farmi capire come poter ringraziare tutte queste persone che mi amano alla follia, anche quelle che non mi conoscono. Sono felice perché mi sento amata. Non sono sola.

Ora Giorgia è con Dio ed ha finalmente questa possibilità di ringraziarvi. Come? Io mi sento di dirvi di pregare per lei. Chiedete la sua intercessione e se Dio vuole, pioveranno grazie.

Torniamo a casa con questo pensiero oggi. Questa è una storia di vittoria. La vittoria di Gesù sulla morte. È la storia dell’amore infinito di Dio che tutti noi abbiamo provato e sperimentato in questi tre mesi. È la storia di una fede meravigliosa che esiste ed è reale.

Dio esiste…esiste il Paradiso… esiste l’inferno… Esiste l’amore vero ed infinito che va oltre la morte. Lo stesso amore che Dio ha per noi, lo stesso amore che io e Giorgia e Leo abbiamo tra di noi. Lo stesso amore che voi avete con noi. È sempre lo stesso amore.

Grazie Giorgia per averci insegnato tutto questo. Ti amerò per sempre.

Vi lascio con le parole di Sant’Antonio:
“Vanità, orgoglio, presunzione… Io… Dio… Oggi mi accorgo che una semplice ed unica consonante cambia tutto. Io…non so nulla… Dio… è tutto.
Non abbiate paura, tutto non finirà qui”.

Sia Lodato Gesù Cristo

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