TOVAGLIERI (LEGA): QUOTE ROSA CONTROPRODUCENTI E ILLIBERALI

Dibattito sul  gender pay gap  al Parlamento Europeo

TOVAGLIERI (LEGA): QUOTE ROSA CONTROPRODUCENTI E ILLIBERALI, SERVONO OPPORTUNITA’ DI ACCESSO E MERITOCRAZIA 

Il divario salariale è del 23% a livello globale e del 16% nella UE

Strasburgo, 14 gennaio 2020 ‘€“ «L’€™Europa finora non ha fatto abbastanza per combattere le disuguaglianze salariali tra uomo e donna, ma la soluzione non sono le quote rosa bensì le opportunità  di accesso e la meritocrazia ».

Così ha dichiarato l’€™europarlamentare Isabella Tovaglieri (Lega), membro della Commissione FEMM del Parlamento Europeo, intervenendo ieri sera nell’€™aula di Strasburgo sul tema del  gender pay gap   «Solo attraverso il giusto riconoscimento delle capacità  e delle competenze ‘€“ ha spiegato Tovaglieri – è infatti possibile coniugare le pari opportunità  con la pari dignità  ».  


L’€™on. Isabella Tovaglieri ha ricordato che le Nazioni Unite hanno definito le disuguaglianze salariali,  a livello globale pari al 23% e al 16% nella UE, come  ‘€œil più grande furto della storia’€.  Sempre secondo l’€™Onu, senza interventi urgenti e concreti,  serviranno 200 anni per eliminarle del tutto.  


Per l’€™europarlamentare lombarda la proposta della Commissione europea di riservare alle donne quote rappresentative nei CdA delle grandi società ,  è una soluzione fuorviante e insufficiente poichè destinata a un’€™èlite  ristretta di professioniste, oltre che illiberale. «Invece di comprimere la libertà  di impresa ‘€“ ha sottolineato la Tovaglieri – l’€™Europa dovrebbe impegnare i Paesi membri ad abbattere le barriere economiche e culturali che frenano l’€™accesso delle donne ai più alti livelli professionali e retributivi ».  


«Far passare il pericoloso concetto che le donne siano una categoria protetta da  quote rosa  – ha concluso Isabella Tovaglieri –  indebolisce, invece di rinsaldare, la forza contrattuale femminile ».

Video intervento:  https://www.youtube.com/watch?v=u_GD37o9gqYTesto completo:Signor Presidente,   «il più grande furto della storia »  come lo hanno definito le Nazioni Unite, continua impunito sotto i nostri occhi: ancora oggi nel mondo le donne guadagnano in media  il 23% in meno degli uomini! Si tratta di un divario che, secondo l’€™Onu, senza interventi urgenti e concreti,  richiederà  200 anni per essere sanato! Finora l’€™Europa non ha fatto abbastanza. Non è sufficiente, infatti, riservare alle donne quote rappresentative nei CdA delle grandi aziende.

Questa soluzione, che favorisce tutt’€™al più una ristretta  èlite  di professioniste,  è in realtà  fuorviante e insufficiente, oltre che illiberale. Invece di comprimere la  libertà  di impresa,  l’€™Europa dovrebbe supportare i Paesi membri  nell’€™abbattimento delle barriere economiche e culturali  che frenano l’€™accesso delle donne ai più alti livelli professionali e retributivi. Far passare il  pericoloso concetto  che le donne siano una categoria protetta da «quote rosa »  indebolisce, invece di rinsaldare,  la forza contrattuale femminile. Al contrario,  solo attraverso il giusto riconoscimento delle competenze e del merito,  è possibile coniugare  le pari opportunità  con la pari dignità .

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