Coronavirus, esiste da sempre. Si cura con il farmaco AntiCD13

Il Coronavirus è un virus da sempre presente, in autunno inoltrato. Non tutti lo contraggono: solo chi possiede il recettore. Si cura con l’AntiCD13

( F P ) “Coronavirus”, ormai non si sente parlare d’altro. Giornali, telegiornali, format televisivi, tutti parlano di questa nuova, terribile epidemia, di questo mai visto virus, venuto da chissà dove, che si diffonde non si sa come, che sta mietendo vittime in Cina, ma che si potrebbe diffondere in tutto il mondo, diventando una sorta di peste mortale. Alla luce di tutto questo allarmismo mediatico, a dire il vero poco comprensibile vista l’esiguità delle cifre di cui si parla, 259 decessi su 11.955 casi diagnosticati in Cina, si pensi che solo in Italia si contano circa 8.000 casi di influenza con 200 decessi, mi permetto di dire, in qualità di vicepresidente dell’IMC (Istituto Malattie Croniche), due parole in merito. Il Coronavirus è un virus da sempre presente, in autunno inoltrato; è un virus a bassa virulenza, che può causare patologie delle alte vie respiratorie di grado lieve, anche semplici raffreddori, ma che, in individui con patologie croniche, soprattutto a carico del sistema respiratorio, può indurre un aggravamento delle stesse, provocando sintomi da di stress respiratorio, quello che è accaduto nel 2002/2003 con la SARS, anche mortali.
Ci si deve preoccupare? Prima di tutto è importante dire che non tutti gli individui contraggono il virus, anche a stretto contatto con persone infette; è un po’ quello che avviene con l’influenza: vi siete mai chiesti perché alcune persone a stretto contatto con ammalati di influenza non si ammalano mai? Semplice fortuna? Potere della vaccinazione? No, semplicemente questi individui non posseggono il recettore per quel virus, quindi, anche se entrano in contatto col virus stesso, il loro sistema immunitario non lo riconosce, non lo “legge”, e quindi non risponde, cioè la persona non si ammala. Eh già, perché questo i medici non lo dicono, o forse se ne sono dimenticati, da quel lontano giorno in cui hanno studiato l’immunologia: non è il virus o il batterio in sè a causare i sintomi della malattia, bensì è la nostra risposta immunitaria al virus o al batterio che fa poi sviluppare i sintomi della patologia. Ora, il recettore del Coronavirus è ben noto, si chiama CD13, e da sempre il nostro Istituto si avvale di un farmaco, l’AntiCD13, che è in grado di impedire l’attacco del virus a livello recettoriale, con remissione dei sintomi e conseguente guarigione del paziente. Qualora poi ci sia già stata una complicanza a livello respiratorio, con dispnea, tosse, fino ad una polmonite di tipo interstiziale, che può portare a grave distress respiratorio, un farmaco come lo Stannum può portare a miglioramenti impensabili, perché la tossicologia dello Stannum manifesta la stessa sintomatologia. Non è fantascienza, è scienza, checchè ne dicano i vari Burioni di turno, capaci solo di pontificare “contro” tutto quello che non conoscono, ma che sono poi solo in grado di rilasciare affermazioni banali e scontate, tipo “la scienza vi salverà”, non si capisce bene come nè quando, visto che afferma poi che non esistono cure né vaccini, e che il solo metodo per non ammalarsi è la prevenzione, “lavarsi bene le mani, usare la mascherina.. e non andare in Cina”(!). Io non so se questo n-CoV-2019, così è stato soprannominato il virus in questione, sia stato “creato” in laboratorio e diffuso poi per incidente o preciso volere; ormai sul web circolano tanti pareri, alcuni da fonti molto attendibili, e chiunque abbia voglia di approfondire la sua conoscenza ha a disposizione tanto materiale. Certo è che la domanda “cui prodest?” si fa pressante e gli scenari possibili sono veramente tanti: quando ci sono di mezzo ingenti poteri economici, vedi la produzione di nuovi vaccini in tempi record, sovvenzionata da uno degli uomini più ricchi del pianeta, beh, il dubbio è doveroso. *Vicepresidente Istituto Malattie Croniche (IMC)

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