Antiterrorismo, Londra e Belgio

Attività Antiterrorismo-Caso LONDRA e…….

Alcune brevi considerazioni dopo gli attacchi di ieri a Londra ed in Belgio.

Ricapitolando:

1)l’autore dell’attacco con machete ieri a Londra era seguito dall’antiterrorismo britannica perché considerato attivo e pericoloso.

2) il pedinamento da parte di quegli agenti ha consentito di ridurre al minimo in termini temporali, la durata dell’attacco e di far intervenire immediatamente il team di contro-terrorismo della MetPolice che ha poi “neutralizzato la minaccia”.

3) il problema dell’attenzionamento di soggetti considerati capaci di compiere attacchi, è di difficilissima soluzione, perché comporta l’impiego di personale qualificato in numero impossibile da garantire per tutti i sospettati.

4) si pensi che solo in Francia esisterebbero circa 15.000 persone titolari di “Fiche S” ovvero classificate come pericolose per rischio di terrorismo attivo.

5) anche in Italia l’antiterrorismo della Polizia di Stato e dei Carabinieri attenziona soggetti a rischio ma il compito è arduo, grazie anche alla cronica carenza di risorse umane ed economiche dedicate.

6) in alcuni paesi come Francia ed Inghilterra, molti soggetti condannati anni addietro per reati di terrorismo stanno per tornare in libertà a causa di una legislazione che fino a qualche anno fa era più “morbida” e si tratta di soggetti che in nessun modo hanno dato segnale di essersi ravveduti o di volersi reintegrare, quindi ex novo un pericolo a piede libero, non solo per la Francia.

In ultimo, tornando all’episodio di Londra, appare ancora una volta evidente come sia determinante la tempestività dell’intervento dei “First Responders”.

La immediata risposta di operatori addestrati ed adeguatamente armati ha impedito il peggio.

Resta da vedere cosa accadrà se e quando le aliquote tattiche dovranno ingaggiare ed eliminare terroristi muniti non di armi da taglio ma di pistole o fucili d’assalto, perché un attenta analisi dei video dell’intervento, ad occhi attenti ha fatto emergere alcune carenze addestrative, seppur conta il risultato ottenuto, ma se non compensate in futuro, potrebbero rivelarsi determinanti.

Negli ultimi episodi si sono dovuti infatti confrontare unicamente con assalitori armati di coltello o più genericamente di armi da taglio, ove anche l’addestramento dell’attentatore era scadente, per questo motivo è necessario eliminare le carenze attuali, in quanto nel prossimo futuro, qualora l’attentatore avesse un addestramento militare, sarebbe difficile da contrastare con ciò che è emerso dai video londinesi.

In Italia inoltre abbiamo la necessità di applicare lo sconosciuto Protocollo Internazionale Homeland Security completamente ignorato, basti pensare all’ottusa, non voluta, sinergia tra i comparti di sicurezza pubblica e privata secondo i principi del protocollo de quo, pertanto ci auspichiamo un giusto riscontro a questa evidenza, in modo propedeutico ed utile alla sicurezza della Repubblica Italiana.

EP
Security Specialist S.M.
Security Consultant H.S.
International Risk & S.E.
Terrorism Expert
CTU & CTP
Member of the Security Committee M.I
Expert Labor Law Expert – Scholar and Legal Researcher

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