Ilaria Capua: è verosimile che l’infezione sia presente in Italia da tempo

di Giuseppe Criseo

Le parole di Ilaria Capua, virologa di fama internazionale

Nel 2006 ebbe notevole risonanza internazionale la sua decisione di rendere di dominio pubblico la sequenza genica del virus dell’aviaria, che diede il via allo sviluppo della cosiddetta “scienza open-source[1][2][3] e iniziando a promuovere una campagna internazionale a favore del libero accesso ai dati sulle sequenze genetiche dei virus influenzali.[4] Per questo la rivista Seed l’ha eletta “mente rivoluzionaria”[5] ed è entrata fra i 50 scienziati top di Scientific American.

“Non sono in grado di esprimere un giudizio sulle misure di contenimento prese in Lombardia e in Veneto, perché vivo in un altro Paese e quindi le cose le vedo molto da lontano – continua Capua –. Certo credo che un momento di attenzione, visto che c’è una situazione molto incerta, sia una cosa molto saggia”. Quanto è preoccupante che non sia stata ancora trovata la fonte del contagio? “Non è affatto preoccupante perché secondo la mia impressione, da quello che leggo tra le righe dei dati disponibili, è verosimile che l’infezione sia presente in Italia da tempo. In questo momento non è quindi assolutamente rilevante trovare la fonte del contagio, bensì è importante trovare il numero reale dei contagiati, soprattutto di quelli che hanno sviluppato una forma lieve: questo è al momento il dato più importante”.

E aggiunge come comportarsi: “Comportarsi con buon senso, seguire le indicazioni e non improvvisare. Soprattutto i media stavolta hanno una responsabilità gigantesca: il consiglio è di non creare allarmismo ingiustificato, perché questo costa miliardi di euro”.

Di cosa si occupa la Capua?

Dirige il centro One Health Center of Excellence della University of Florida; prima però ha lavorato per 18 anni presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie di Legnaro (PD), dove ha contribuito a creare il gruppo di ricerca appena selezionato dalla Commissione europea come Laboratorio europeo di riferimento per l’influenza aviaria e la malattia di Newcastle (fonte: https://ilbolive.unipd.it/it/news/ilaria-capua-coronavirus-circolera-mesi-niente )

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