CORONAVIRUS: IL POLITICALLY CORRECT NUOCE PIU’ DELL’EPIDEMIA

Con il seguente comunicato Forza Nuova Provincia di Varese intende criticare aspramente le politiche governative in maniera di contenimento del coronavirus, troppo “politically correct”, troppo garantiste nei confronti dello stato, del sistema cinese a tutti gli effetti attentante alla salute nazionale italiana: il tardivo blocco dei voli diretti dalla Cina, il non completamente efficace sottoporre i passeggeri alla misurazione della temperatura corporea ed gli individui potenzialmente affetti da COVID_19 al tampone in quanto l’infezione potrebbe manifestarsi anche senza febbre o non ancora producendo la positività al precitato sistema di misura. Secondo il movimento, supportato dalle testimonianze d’importanti esperti del settore, l’unica reale azione di contenimento consisteva nel blocco delle frontiere e nel sottoporre tutti gli individui aventi nel passaporto, da due mesi a questa parte, un timbro cinese al riconoscimento facciale ed alla quarantena; soluzioni per esempio adottate con successo dalla Russia che nella Cina ha il suo principale partner commerciale e con questa condivide 4000 km di confine.

Le obiezioni forzanoviste varesine riguardano anche l’impianto della recente ordinanza regionale fonte di malumore soprattutto fra i titolari di bar, sollecitanti in massa in queste ore i militanti FN, costretti a chiudere alle 18 quando a diversi loro concorrenti similari viene garantita l’apertura, con servizio al tavolo, solo perchè in possesso della licenza di ristorazione, certificazione non certo escludente l’ipotetico manifestarsi di episodi di contagio.

Per Forza Nuova Provincia di Varese il garantismo governativo nei confronti della Cina è ancora più grave in quanto l’epidemia COVID_19, come confermato da un’intervista al presidente Xi Jimping a cura della blasonata rivista locale “Qishi”, da oltre due mesi, probabilmente per evitare ripercussioni politiche – economiche – d’immagine, è stata nascosta, taciuta; per ciò il Movimento ritiene che vi siano le condizioni per richiedere al governo cinese un ingente risarcimento sostenendo collegialmente una “class action” di tutte quelle categorie danneggiate dagli effetti diretti ed indiretti di una pestilenza straniera che ogni stato responsabile avrebbe avuto il dovere di fermare.

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