Mimmo Leonetti: l’importanza del turismo in Calabria

CALABRIA PORTA DEL MEDITERRANEO


 Mimmo Leonetti: il gotha del turismo culturale, continua a proporsi come punto di riferimento per riflessioni sulla realta’ e le prospettive TURISTICHE che i tempi suggeriscono

GUARDARE AL PASSATO PER GUARDARE AL FUTURO.

 Lo studio del passato ci deve spingere ad avere fiducia Nel futuro, un futuro pieno di speranze legate alla nostra autodeterminazione convinti come siamo che il Sud prima o poi si rialzerà. La Calabria, come è noto ha dato il nome all’Italia, peraltro non bisogna mai dimenticare che il Mezzogiorno è stato la culla della cultura e della nostra amata lingua perché la civiltà viene dal mare e la Calabria con i suoi 750 chilometri di coste ne è l’esempio più evidente.

 INTERNAZIONALIZZARE E DESTAGIONALIZZARE IL TURISMO IN CALABRIA :
 
– GASTRONOMIA MEDITERRANEA, EVOLUZIONE NELLA TRADIZIONE;
 
– SOLE DI BISANZIO, UNIVERSO TURISTICO BUJ CALABRIA.

Attraverso i suoi scritti Mimmo Leonetti ci riporta a questa antica forma del nostro modo di vivere fatto non solo di ricordi ma anche di azioni concrete per lo sviluppo e il progresso umano.

Riportate nel libro “ Fra il Già ed in non ancora” di Mimmo Leonetti, le  Leggende medievali vogliono che Gesù Cristo abbia curato le ferite del Calvario alle Terme di Guardia Piemontese , per questo dichiarate sante da San Francesco di Paola;  alle Terme attinse anche Enea sfuggito a Troia; le stesse “voci” vogliono che il vero nome di Giuseppe d’Arimatea sia “d’Amantea”.

 La Calabria è anche la terra del “Giardino delle Esperidi” e gli Ebrei vi si recano da millenni per raccogliere il cedro (“l’Albero più prezioso del Paradiso Terrestre”) per le loro funzioni religiose. Come attesta la sinagoga di Bova Marina, gli Ebrei erano già in Calabria ai tempi di Gesù. E lo stesso Gesù apparteneva alla setta degli Esseni – che potrebbero essere identificati con gli “Ausoni”, il primo popolo italico, originario della Calabria: ne professavano l’identica dottrina monoteista, antesignana del Cristianesimo, originata dal pensiero del… “calabrese” Pitagora, e adoravano il solo Giove, stranamente assonante al Geova ebraico. Gli Esseni venivano anche definiti “terapeuti pitagorici”, e Plinio il Vecchio li chiama “gens aeterna”, popolo eterno; e gli Ausoni calabri conoscevano già, al pari dei cabbalisti ebrei, il Tetragrammaton, le “quattro lettere di Dio”, JHWH. Lo stesso Parsifal corrisponderebbe a Japhet, o Italo Junior, nonno di quell’Aschenez da Reggio, pronipote di Noè, dal quale discenderebbero i popoli indoeuropei.

 Rudolf Steiner localizzò a Reggio il castello di Klingsor, il nemico del Graal e di Parsifal. Gioacchino si recò da giovane sul Monte Tabor e vi sostò in penitente digiuno.

L’Ordine di Sion fu fondato sul Monte Tabor, a Gerusalemme dagli Eremiti Agostiniani di Val di Crati, monaci calabresi capeggiati da un vescovo di nome Arnolfo e provenienti dall’eremo silano di San Martino di Pietrafitta il posto dove Gioacchino da Fiore diede vita al suo Universo, evidenziando come le ere del mondo corrispondono a quelle della Vita Umana, alle sezioni dell’anno liturgico, alle persone della Trinità, e alla Parola e al segno della mano dell’uomo. Ritiratosi a meditare dove anche morì. Papa Urbano II, amico di Matilde di Toscana, incaricò Arnolfo di San Lucido di predicare la prima Crociata.

 L’abbazia della Matina di San Marco Argentano, vicina alla Val di Crati, era diretta da quell’abate “Ursus” che ricorre nella nascita dell’Ordine di Sion e nell’opera del “consesso segreto” diretto da “frati calabresi” che offrì il trono a Goffredo.

 Nel Val di Crati, nel letto della parte di fiume “Busento” adiacente Cosenza, fu seppellito in segreto il re dei Goti Alarico con tutti i suoi tesori trafugati a Roma (fra cui l’Arca dell’Alleanza e il Candelabro a sette braccia). La tomba di Alarico non è mai stata ritrovata, ma alcuni antichi documenti riportano la notizia che gli Eremitani di Sant’Agostino capeggiati da Ursus (poi confluiti ad Orval e fondatori dell’Ordine di Sion) avevano «trovato qualcosa di interessante, intorno al loro insediamento (in Val di Crati), che riguardava la “X Legio Fretensis” e il Tempio di Salomone» — e subito avevano incominciato a predicare con impeto la necessità della Prima Crociata! Il “Beaucent”, il famoso gonfalone dei Templari, foneticamente è “Bosènt”, come il fiume di Alarico. suscita tanti perchè : Joseph Ratzinger, eletto papa con il nome di Benedetto XVI dopo essere stato per lunghi anni a capo dell’organo che nel Medioevo si chiamava Santa Inquisizione, appena eletto ha fatto sapere alla stampa che il suo simbolo è l’Orso. Non solo: la prima “personalità” da lui ricevuta in Vaticano dopo l’elezione al  soglio di Pietro non è stata né un capo di Stato né un alto prelato: Benedetto XVI ha accolto per primo il Gran Maestro dell’Ordine degli Ospitalieri di Malta, ossia il capo di coloro che hanno ereditato i resti, da 7 secoli a questa parte, del defunto Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo. Cioè i Templari …Papa Ratzinger perché il tuo simbolo è l’animale tanto caro agli esoteristi e che si originò in Calabria…! Mimmo Leonetti è un fedele e attendo discepolo dei grandi maestri della civiltà europea che sono nati in Calabria iniziando da Cassiodoro attraversando Gioacchino Da Fiore, Tommaso Campanella, Bernardino Telesio, per giungere a Leoneda Lepaci e a Corrado Alavaro e a tanti Altri compreso il grande Francesco. Nei secoli questi grandi uomini hanno avuto la capacità di parlare ai Calabresi i quali chiedono di essere parlati così come chiedono di essere ascoltati. Dobbiamo perciò essere grati a Mimmo Leonetti che ci riporta a questi Valori riproponendoci esempi di uomini illustri che hanno vissuto in queste nobili terre del Sud del nostro paese.

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