Verbania, donazione del libro “Foiba Rossa”scritto da Emanuele Merlino.

Il comitato Dieci Febbraio Verbania, incontrerà il Dott. Andrea Pessina , presso la sede provvisoria della Biblioteca Civica Verbanese martedì 18 Febbraio alle ore 12.00

foiba rossa


Lo scopo della vista, è la Donazione del Libro “Foiba Rossa” scritto dal nostro Presidente Nazionale Dott. Emanuele Merlino.
La protagonista del libro/fumetto è Norma Cossetto, medaglia D’oro al valore civile.
La donazione sarà effettuata dal nostro Vicepresidente Francesco Sirtori.

Chi era Norma Cossetto?

 Istriana di un paese vicino a Visignano, fu uccisa da partigiani jugoslavi nel 1943 nei pressi della foiba di Villa Surani.

La sua colpa quale era? Rifiutò di rinnegare la sua adesione al fascismo , parliamo di una persona che aveva aderito ai Gruppi Universitari Fascisti della più vicina Pola, e che nell’estate 1943 stava preparando la tesi di laurea intitolata Istria Rossa (il rosso del titolo è relativo alla terra ricca di bauxite dell’Istria), schierata e convinta delle sue idee.

Il 25 settembre, cioè dopo l’armistizio dell’8 settembre ( aggravante della vicenda), fu invitata a entrare nel movimento partigiano, ma lei rifiutò, fu rilasciata ma poi arrestata nuovamente e portata all’ex-caserma della Guardia di Finanza di  Parenzo, e poi presso presso la scuola di Antignana, in cui separata dagli altri prigionieri e sottoposta a sevizie e stupri dai suoi carcerieri.

Secondo la testimonianza di un abitante riferita alla sorella si affermava quanto accaduto «Ancora adesso la notte ho gli incubi, al ricordo di come l’abbiamo trovata: mani legate dietro alla schiena, tutto aperto sul seno il golfino di lana tirolese comperatoci da papà la volta che ci aveva portate sulle Dolomiti, tutti i vestiti tirati sopra all’addome […] Solo il viso mi sembrava abbastanza sereno.”

E infine il 4 e 5 ottobre assieme ad altri corpi, anche il suo fu gettato in una foiba nelle vicinanze.

Altro particolare agghiacciante secondo quanto riferito dal maresciallo dei vigili del fuoco Harzarich:  nel verbale di interrogatorio reso nel 1945 al comando riferì inoltre di aver rinvenuto il corpo «con un pezzo di legno ficcato nei genitali»[17 .

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