Fagnano Olona, Greta Galli e la sua mano artificiale sempre più umana

di Fausto Bossi

I bambini giocano, crescono e si divertono come giusto che sia, e se il gioco è anche educativo il tutto diventa ulteriormente più interessante.
Uno dei giochi più utili per i bambini, con il treno e la pista delle macchinine o la barbie risulta infatti proprio quello dei mitici mattoncini della Lego, giocattolo classico che da generazioni tiene compagnia e ha fatto crescere montagne di bambini.
Uno di questi bambini cresciuti a “pane e Lego” è indubbiamente la giovane fagnanese Greta Galli che fin da piccola li ha preferiti al classico stereotipo femminile della Barbie.
Infatti i vari prodotti della Lego, nati nel 1932 a Billund, in Danimarca, negli anni si sono evoluti, passando dai mattoncini famosissimi e arrivando ad “andare a braccetto” con l’elettronica moderna e soprattutto la robotica.
Nel 1998, nacque la linea Mindstorms, con i LEGO trasformati in componenti robotici rientranti nel concetto RIS (Robotic Invention System).
Nel 2006 nacque il mattoncino programmabile NXT, contenente un microcontrollore in grado di realizzare robot indipendenti attraverso il controllo di sensori e attuatori realizzati dalla stessa LEGO.
Le più recenti evoluzioni sono state la Mindstorms EV3 e la BOOST, particolarmente dedicata ai più piccoli, ossia ad avvicinare i bambini al mondo della robotica.
La bravura e la fantasia di Greta Galli hanno portato ad un prodotto finale davvero magnifico e stufacente, ovvero una mano meccanica interamente autodidatta.
Il progetto base utilizzato è un set LEGO EV3 che comprende due motori grandi, un motore medio, un sensore di tocco, un sensore a infrarossi, un sensore di colore, un telecomando wireless e un mattoncino intelligente, un cavo USB, sette cavi RJ12 di diverse lunghezze e oltre 500 pezzi della serie Technic.
La caratteristica principale che da sempre contraddistingue i LEGO è il fatto che possono essere usati in modi sempre diversi e per impieghi differenti.
Questa mano artificiale in Cyborgr3 è la realizzazione di un sogno per la giovane Greta che si è ingegnata da sola a programmare e perfezionare nel tempo tutti i meccanismi e soprattutto i movimenti che poi l’arto artificiale deve affrontare.
Inoltre, questa sua invenzione potrebbe diventare nel tempo una sorta di protesi in aiuto di quelle persone che per diverso motivo hanno perso parzialmente o interamente l’uso della mano in questo caso.
Lo abbiamo già visto alle Olimpiadi, dove in alcuni casi permettono alle persone di camminare o la sostituzione con una protesi robotica o più semplicemente un valido sostegno per gli anziani che accusano qualche acciacco dell’età.
Cyborgr3 è formata da 239 pezzi, il mattoncino centrale è il cervello di questo progetto a cui sono collegati, tramite cavi RJ12, un sensore di tocco e quattro motori e attorno a questi ultimi sono costruite le dita. L’alimentazione è fornita al braccio da sei pile AA posizionate in serie oppure da una batteria ricaricabile presente solo però, in un set speciale di LEGO Mindstorms.
Programma ed ordini possono essere impartiti tramite computer o applicazioni del telefono grazie a un cavo miniUSB tipo A oppure tramite Bluetooth.
Ma quel piccolo genio di Greta ha già in serbo una modifica che sta studiando da pochi giorni per strabiliare ulteriormente amici e fans che la seguono in tutte le fiere o giornate dedicate alla Lego a cui partecipa.

Complice il nonno che andava a pesca, “rubando” dei pezzettini di filo e collegandolo ai singoli pezzi della mano sta pensando di realizzare un movimento degli arti tramite appunto il resistente filo da pesca.
La prossima estate probabilmente Greta sarà chiamata perfino a Dublino, un progetto per Erasmus dove porterà tutto il suo prodigioso ingegno in trasferta.
Sono davvero tante le persone che si fermano ad ammirare Greta in azione come si vede nel video allegato all’articolo, tanti giovani increduli ma anche i più anziani del settore allibiti dalla bravura intellettuale e poi ingegnosa che ha portato Greta a realizzare da solo un simile gioiello tecnologico.
Quando si dice o si sentono le nonne che sgridano figli e nipoti costantemente attaccati al telefonino o al tablet, vedendo questi spinti che hanno del miracolo se si pensa alla “banalità” dei mattoncini della Lego che riescono invece e esprimere degli autentici capolavori come in questo caso, che potrebbero avere un utilizzo anche scientifico.
A Greta rivolgiamo i complimenti di tutta la redazione augurandole un futuro solare e ricco di soddisfazioni in questo campo che migliorebbe la qualità della vita di tutti noi.

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