Sesto Calende, il falò prima o poi si accenderà
Il rito di bruciare la ‘vecchia’ è considerato di buon auspicio per l’anno che verrà .
A Sesto Calende manca ormai da diversi anni ed il ricordo di ‘Quella di San Giorgio’ è forte al pari di quello del mai dimenticato Guido Boffo che, in collaborazione con il locale CAI, si era speso per mantenere viva questa tradizione nel proprio Rione.
Non è quindi un caso che tra gli animatori di questo ritorno ci siano Ivana ed Oscar Boffo, nipoti di Guido
La bella occasione presenta una difficoltà tecnica che alle 17,58 e’ stata risolta con gioia di bambini e adulti
Il mito della befana nasce quando?
‘origine fu forse connessa a un insieme di riti propiziatori pagani[4], risalenti al X–VI secolo a.C., in merito ai cicli stagionali legati all’agricoltura, ovvero relativi al raccolto dell’anno trascorso, ormai pronto per rinascere come anno nuovo, diffuso nell’Italia settentrionale, nell’Italia Centrale e meridionale, attraverso un antico Mitraismo e altri culti affini come quello celtico[5
I Romani credevano che in queste dodici notti (il cui numero avrebbe rappresentato sia i dodici mesi dell’innovativo calendario romano nel suo passaggio da prettamente lunare a lunisolare[7], ma probabilmente associati anche ad altri numeri e simboli mitologici[8]) delle figure femminili volassero sui campi coltivati, per propiziare la fertilità dei futuri raccolti[9], da cui il mito della figura “volante”. Secondo alcuni, tale figura femminile fu dapprima identificata in Diana, la dea lunare non solo legata alla cacciagione, ma anche alla vegetazione, mentre secondo altri fu associata a una divinità minore chiamata Sà tia (dea della sazietà ), oppure Abùndia (dea dell’abbondanza).
Un’altra ipotesi collegherebbe la Befana con un’antica festa romana, che si svolgeva sempre in inverno, in onore di Giano e Strenia (da cui deriva anche il termine “strenna”) e durante la quale ci si scambiavano regali[10]. (wikipedia).