Lettera di Fiumefreddo

Al Presidente. 

dell’Assemblea Regionale Siciliana 
On. Giovanni Ardizzone
Palazzo dei Normanni
Palermo

Signor Presidente,
mi rivolgo alla Sua persona per parlare a tutto il Parlamento, e quindi a ciascun singolo deputato.
Vorrei, innanzitutto, fugare ogni equivoco circa la considerazione in cui tengo l’istituzione parlamentare, naturalmente mantenendo al contempo piena libertà, come cittadino, di esprimere il mio apprezzamento ovvero il mio disappunto secondo coscienza.
Sempre in premessa desidero chiarire che mai dalla società, che ho l’onore di presiedere, è stata compilata alcuna “lista di proscrizione”, mentre è si vero che diversi tabulati e scambi di comunicazioni siano intervenuti, da luglio a dicembre dello scorso anno, tra le concessioni di Riscossione e gli uffici dell’Assemblea.
La stampa, e dobbiamo esserne fieri, segue gli accadimenti con la dovuta attenzione, e di più con quella particolare attenzione che si deve a quei temi che, riguardando il Palazzo, coinvolgono l’interesse dei cittadini; ed in tutta questa vicenda possiamo ben riconoscere che l’attenzione dei media sia stata salutare e positiva espressione di trasparenza.
Ma, con la presente desidero soprattutto entrare nel merito della questione, per sottolineare, con soddisfazione, che quanto avvenuto segna una svolta storica nella delicata relazione che i rappresentanti delle istituzioni intendono mantenere con i cittadini.
La circostanza che la stragrande parte dei parlamentari regionali, e probabilmente in queste ore altri si staranno aggiungendo, abbia deciso di rateizzare la propria posizione, esattamente come il sottoscritto e come milioni di cittadini, dimostra che questi parlamentari hanno rotto con una tradizione, non scritta ed assolutamente insopportabile, che vedeva la riscossione dei tributi fermarsi davanti alle robuste porte del Palazzo.
Lei, signor Presidente, presiede l’Assemblea che, per prima nella storia della Repubblica, ha cambiato atteggiamento e dismesso un vecchio vizio.
Sarebbe e dovrebbe essere motivo di orgoglio per tutti noi, per noi siciliani in particolare che abbiamo ascoltato, con particolare ferito, l’appello pronunciato dal nostro Presidente Matttarella nel discorso di fine anno agli italiani.
Orgoglio, dunque, e soddisfazione, altro che gogna!
E’ così anche nelle altre regioni? E’ così per i consiglieri regionali del continente?
Non lo so, ma so di certo che i parlamentari che sono corsi a rateizzare hanno dimostrato, per la prima volta e nei fatti, che sono, e che siamo tutti i rappresentanti delle istituzioni, uguali agli altri cittadini.
Noi abbiamo così onorato la reale e concreta osservanza dell’art. 3 della Costituzione!

D’altra parte, è del tutto evidente che non spetti a me entrare nel gioco della dialettica politica, di talché non mi permetto di valutare il libero voto del Parlamento, ma, nondimeno, sono rimasto perplesso quando ho ascoltato dichiarazioni ed interventi che mi è sembrato tracimassero il recinto istituzionale per piegarsi ad altre meno nobili istinti.
Attentato a corpo politico? Estorsione? Diffamazione?
Saranno i giudici a deciderlo, se a loro qualcuno intenda affidarsi, ma non un parola da me pronunciata ritiro sotto la minaccia abnorme della querela, giacché ho l’abitudine di assumermi la responsabilità di ciò che dico e faccio.
E dunque, per esser sempre chiari, non ho, per esempio, mai pronunciato espressioni come “deputati evasori” o sciocchezze di questo tipo e non ho mai dichiarato che avrei portato la lista dei deputati in Procura, per il semplice fatto che in quelle liste non v’è alcun reato.

Ciò chiarito, resta da stabilire cosa fare della riscossione in Sicilia, ed è questo il tema che deve vederci impegnati e, per carità, anche divisi davanti a posizioni diverse nel sano e democratico spirito della dialettica.
Se questa modalità della riscossione appaia a qualcuno un’anomalia rispetto al Paese, e la politica deciderà di unificare il modello isolano con quello continentale, ed allora si andrà in quella direzione, ben sapendo che non ci vorranno meno di 24 mesi per mettere in rete le nostre procedure, invero obsolete, con quella del riscossore nazionale.
Se invece si ritiene che la riscossione debba rimanere siciliana, e così la pensa chi vi scrive, e di conseguenza occorrerà lavorare perché diventi la prima agenzia della riscossione in Italia; con investimenti sulla infrastruttura tecnologica, con un patto nuovo con i lavoratori, con la semplificazione delle procedure.
Se è vero che c’è buon motivo di ritenere che anche negli anni a venire il rapporto con lo Stato soffrirà della carenza di poste disponibili in bilancio ed allora sarà saggio che quelle somme le si riscuota da noi per trattenerle, come per legge, nel rapporto di dare/avere con Roma.
La riscossione dei tributi qualifica, per prima, il genere di autonomia di un comunità, e se vogliamo mantenerla dobbiamo sapere che il nostro confronto è con regioni come la Baviera in Germania o la Bretagna in Francia, dove la raccolta è tra le più massive nel mondo. 

Perché ciò accadesse, perché l’urgenza di questo dibattito si rendesse in tutta la sua evidenza, è stato necessario, anzi prezioso, l’esempio dato dai parlamentari regionali.

Questo lavoro Riscosisone Sicilia è in grado, con i suoi 700 lavoratori, di farlo e di farlo bene, com bene ha avviato il contrasto ai grandi patrimoni illeciti, alle grandi evasioni, dietro cui si cela corruzione e mafia, con i pignoramenti di migliaia di autovetture di lusso, di barche e persino di aerei, con i pignoramenti immobiliari, con l’adozione di nuovi servizi come quello relativo alla riscossione del bollo dell’auto.

A me pare un lavoro enorme, che naturalmente potrà interrompersi in ogni momento se diversa sarà la volontà della apolitica e che, è bene precisare, mi vede disponibile a lasciare ad altri l’impegno se la mia opera non godesse della fiducia anche del Parlamento, ma, se si rifletterà sulla circostanza che dal 2020 incasseremo i primi rimborsi dallo Stato e che quindi bisognerà stringere la cinghia ancora per qualche anno per poi raccogliere i frutti, ed allora penso che il Parlamento possa e debba provare vanto dall’azione che la sua partecipata sta svolgendo. 
Così, posso permettermi di affermare, che quella lista pubblicata dai giornali lungi dall’essere una black list piuttosto sia da considerare una withe list, e cioè la lista di quei parlamentari che, rompendo con un privilegio centenario, hanno deciso che essere in tutto uguali e come ogni cittadino, vuol dire anche pagare ciò che si deve al fisco, persino quando ad incassare è la società che dipende da quella regione che proprio loro rappresentano.
A questi parlamentari, alla loro lealtà, dico grazie per avermi aiutato in questa svolta storica.
Già domani chiederò di poter presentare in commissione bilancio il nuovo piano industriale (l’attuale scadrà nel 2017) che abbiamo approntato in casa, a costo zero, e che reca l’aspirazione di una modernissima riscossione che la Sicilia potrà vantarsi di avere costruito guardando ai migliori esempi europei.
Grato, saluto Lei e ciascuno degli onorevoli deputati

Antonio Fiumefreddo