I °NOVEMBRE,NIENTE ECONOMIA, NIENTE FINANZA: UN PO DI CULTURA
Nell’epoca in cui la vulgata corrente à¨: uno vale uno, il mio dissenso che sfocia nel disprezzo, è uno: DISPREZZO PER CHI FOMENTA QUESTA EQUAZIONE.
La maestria nel proprio campo, è di certo un valore, ma la CULTURA E’ IL VALORE, e questa, la CULTURA, è il valore assoluto.
Il resto sono chiacchiere e fumo per assopire le coscienze!
VI CHIEDO SCUSA PER LA DOTTA CITAZIONE , MA MI PREMEVA RICORDARLA A ME STESSO E A CHI VOTA SENZA PENSARE CON LA PROPRIA TESTA:
Platone:’così muore la democrazia, prima che nel sangue nel ridicolo »
Quando la città retta a democrazia si ubriaca di libertà confondendola con la licenza, con l’aiuto di cattivi coppieri costretti a comprarsi l’immunità con dosi sempre massicce d’indulgenza verso ogni sorta di illegalità e di soperchieria;
quando questa città si copre di fango accettando di farsi serva di uomini di fango per potere continuare a vivere e ad ingrassare nel fango; quando il padre si abbassa al livello del figlio e si mette, bamboleggiando, a copiarlo perchè ha paura del figlio; quando il figlio si mette alla pari del padre e, lungi da rispettarlo, impara a disprezzarlo per la sua pavidità ;
quando il cittadino accetta che, di dovunque venga, chiunque gli capiti in casa, possa acquistarvi gli stessi diritti di chi l’ha costruita e ci è nato; quando i capi tollerano tutto questo per guadagnare voti e consensi in nome di una libertà che divora e corrompe ogni regola ed ordine; c’è da meravigliarsi che l’arbitrio si estenda a tutto e che dappertutto nasca l’anarchia e penetri nelle dimore private e perfino nelle stalle?
In un ambiente siffatto, in cui il maestro teme ed adula gli scolari e gli scolari non tengono in alcun conto i maestri; in cui tutto si mescola e si confonde; in cui chi comanda finge, per comandare sempre di più, di mettersi al servizio di chi è comandato e ne lusinga, per sfruttarli, tutti i vizi; in cui i rapporti tra gli uni e gli altri sono regolati soltanto dalle reciproche convenienze nelle reciproche tolleranze; in cui la demagogia dell’uguaglianza rende impraticabile qualsiasi selezione, ed anzi costringe tutti a misurare il passo delle gambe su chi le ha più corte;
in cui l’unico rimedio contro il favoritismo consiste nella molteplicità e moltiplicazione dei favori; in cui tutto ਠconcesso a tutti in modo che tutti ne diventino complici; in un ambiente siffatto, quando raggiunge il culmine dell’anarchia e nessuno è più sicuro di nulla e nessuno è più padrone di qualcosa perchè tutti lo sono, anche del suo letto e della sua madia a parità di diritti con lui e i rifiuti si ammonticchiano per le strade perchè nessuno può comandare a nessuno di sgombrarli; in un ambiente siffatto, dico, pensi tu che il cittadino accorrerebbe a difendere la libertà , quella libertà , dal pericolo dell’autoritarismo?
ECCO, SECONDO ME, COME NASCONO LE DITTATURE.
ESSE HANNO DUE MADRI.
UNA à L’OLIGARCHIA QUANDO DEGENERA, PER LE SUE LOTTE INTERNE, IN SATRAPIA.
(da treccani: satrapìa s. f. [dal lat. satrapÄ«a, gr. ÏαÏÏαÏεία, der. di ÏαÏÏάÏÎ·Ï «satrapo »]. ‘ 1. a. Nome delle circoscrizioni amministrative (venti in origine), ciascuna governata da un satrapo investito anche di funzioni militari, in cui fu diviso l’impero persiano dal re Dario I verso la fine del 6 ° sec. a.)
L’ALTRA à LA DEMOCRAZIA QUANDO, PER SETE DI LIBERTà E PER L’INETTITUDINE DEI SUOI CAPI,PRECIPITA NELLA CORRUZIONE E NELLA PARALISI.
ALLORA LA GENTE SI SEPARA DA COLORO CUI FA LA COLPA DI AVERLA CONDOTTA A TALE DISASTRO E SI PREPARA A RINNEGARLA PRIMA COI SARCASMI, POI CON LA VIOLENZA CHE DELLA DITTATURA à PRONUBA (lett. Colei che favorisce un matrimonio) E LEVATRICE.
COSà LA DEMOCRAZIA MUORE: PER ABUSO DI SE STESSA.
E PRIMA CHE NEL SANGUE, NEL RIDICOLO .Tratto da: Platone, La Repubblica ‘ Cap. VIII.
Pietro mazzuca