Latte, proteste davanti alla sede della Regione Lombardia
“E’ una vergogna che si debba vendere il latte a 33 centesimi di euro al litro quando ormai costa anche più di 40 produrlo – ha affermato Casimiro Canobbio del Consiglio di amministrazione di Copagri, sindacato dei produttori agricoli.
“Gli agricoltori percepiscono 28-29 centesimi e la grande distribuzione lo rivende a circa 1,50-1.60 euro”, questo è il testo che si nota sui cartelli nei trattori.
Il divario tra tra chi produce e chi rivende è esagerato e gli agricoltori chiedono una maggiore remunerazione, arrivare a circa 0,50 centesimi per riuscire a proseguire la loro attività che è importante in Italia.
“Sui 16 settori dai quali si evince la produzione industriale italiana, solo 6 mostrano segnali di crescita produttiva. L’agroalimentare è tra i primi 5 comparti, con un aumento di sei decimi di punto percentuale” (Copagri).
La adesione alla manifestazione è stata notevole davanti alla sede della Regione Lombardia e ” mentre Il governatore Maroni era impegnato in altre questioni, il Prefetto di Milano Francesco Paolo Tronca, che ringraziamo, e nel cui forte contributo confidiamo, vista la Sua autorevolezza, si è reso disponibile a fungere quale punto di collegamento tra il Governo e la Regione Lombardia, al fine di definire un piano strategico, indirizzato verso le necessarie risposte alle numerose istanze da noi avanzate” (Roberto Cavaliere, Presidente di Copagri Lombardia).
Si è vista pure una vena polemica politica in qualche cartello del tipo “Salvini svegliati, pensa ai padani prima che ai siciliani”; la creatività non è mancata neanche questa volta! E il governo che fa?
Il Governo aveva già risposto ieri, per bocca del ministro Martina, al corrente della manifestazione di oggi, che ha dichiarato: “Non è possibile che all’ allevatore italiano non venga ripagato almeno il costo del proprio lavoro “
In conclusione più che ammiccamenti e pacche sulla schiena, gli agricoltori avrebbero bisogno di interventi importanti a loro favore in Europa per raggiungere intese per il settore, e nello stesso tempo occorrerebbe favorire consorzi ed economie di scala, magari con sgravi fiscali, altrimenti le dichiarazioni lasciano il tempo che trovano.
La politica fugge e gli agricoltori chiudono.
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Lottatoreunico