Amianto: si continua a morire, ma si importa in Italia

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Strano paese l’Italia, si muore per l’amianto, si fanno processi che finiscono lasciando l’amaro in bocca ai famigliari dei morti.
Il Ministero dell’Ambiente aveva invitato a segnalare entro il 15 gennaio gli interventi di bonifica urgenti, destinatari regioni e comuni.
Altra buona notizia, sono stati stanziati 25 milioni a Casale Monferrato e 19.750 milioni per i prossimi due anni oltre a 19,2 milioni alla Lombardia per il Sin di Broni, 14 milioni e 600 mila euro al Piemonte per Balangero , 13 milioni e 600 per Emarese (Val d’Aosta), 12 milioni per il sito di Biancavilla in Sicilia, 568 mila euro al Sin di Bari Fibronit.
C’è da essere contenti? Si e no.
Si perché qualcosa si muove con molti anni di ritardo. No perché il problema non si risolverà.
Non solo non riusciamo a fronteggiare e contenere il dramma ma importiamo amianto secondo quanto riportato dall’Osservatorio nazionale amianto che ha scritto nel 2013, una lettera a Maurizio Sacconi, Casson ed altri della commissione Lavoro del Senato denunciando che l’amianto importato ” In larga parte potrebbe rifornire il comparto edile e in particolare quella componente di questo legata alle organizzazioni criminali – capaci di gestire anche il commercio illegale delle fibre d’asbesto da e per l’Italia – come emerso da ultimo nel caso di Finale Emilia).
L’amianto è fuori legge dal 1992 eppure viene importato come riportato da ben tre riviste: (Indian Minerals Yearbook 2012, importando in quegli anni 1040 tonnellate di fibre, “2013 Minerals Yearbook”, pubblicato dal Us Geological Surveys del governo statunitense, ci cita infatti insieme all’India quali unici importatori di fibre d’amianto prodotte negli Usa, per circa 16mila dollari di export certificato e, sostengono i senatori Pd “tra il 2011 e il 2012 l’Italia ha importato dagli Stati Uniti d’America anche 342 manufatti contenenti asbesto”.
A fronte di tutto ciò si continua a morire e a fare business.

Giuseppe Criseo
www.archivio.varese-press.it

p.s.per chi vuole approfondire
http://osservatorioamianto

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