M.Gay : far crescere il peso della contrattazione aziendale
Il presidente dei Giovani di Confindustria rilascia alcune dichiarazioni importanti su jobs act e mercato del lavoro.
È giovane ma già si muove da camaleonte nel mondo politico alternando considerazioni positive verso Renzi a uscite pragmatiche.
“Sono provvedimenti che vanno nella direzione da noi auspicata da anni”, come se fosse a capo dei giovani da decenni, in realtà lo è solo da un anno.
Lo perdoniamo perché in questo Paese l’economia è strettamente legata alle vicende politiche. .e questo il giovanotto sveglio lo ha già capito.
E dall’altra parte cerca di “tenersi buoni” anche i sindacati dicendo sui contratti il cui rinnovo ha una certa rilevanza sui margini aziendali: ” non si tratta di abolire i contratti nazionali ma di far crescere il peso della contrattazione aziendale”.
Il principio sembrerebbe logico e sano, i contratti locali affidati ai territori legandoli alla competitività e produttività che cambia da zona a zona.
Sarebbe il federalismo lavorativo? È vero che va premiato chi si impegna nel lavoro ma a livello locale spesso non ci sono che sindacati “di comodo” quelli che non si vedono mai perché i numeri sono piccoli e gli autonomi non entrano perché disturbano il manovratore.
In conclusione la teoria è buona se esiste una vera contrattazione collettiva altrimenti è solo un alibi per avere le mani libere.
Il contratto nazionale è nato dal dittatore Mussolini e questi che sarebbero democratici (sulla carta) vorrebbero svuotarne la validità facendo finta di contrattare col “sindacato unico” renziano che firma e approva.
Chi non è d’accordo si licenzi.
Nell’era renziana funziona così.
E poi festeggiano il 25 aprile e la liberazione dal Fascismo.
Questa è vera dittatura, acconsentire sapendo di non avere scelta.
Renzismo o renzismo.
Giuseppe Criseo
Segretario generale del Sindacato Europeo dei Lavoratori
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