Ue, prestito forzoso e banche salve coi nostri soldi

Stare in Europa vuole dire certamente stare ai patti, ma qui ci sono condizioni sempre più stringenti e risvolti negativi in caso di crac del sistema.
La crisi greca ci ha travolti ed è passato in secondo piano quanto sta accadendo col recepimento della “legge di delegazione europea 2014 che recepisce 58 direttive europee, adegua la normativa nazionale a 6 regolamenti Ue e attua 10 decisioni quadro. I sì sono stati 270, 113 i no, 22 gli astenuti”. ( www.wallstreeitalia.com)
Il rischio neanche lontanissimo, per l’Italia come per gli altri stati, è che ci siano prelievi forzosi e legali da subito.
Si tratta della crisi di liquidità, bail-in, termine inglese.
Quando non ci vogliono fare capire più di tanto, gli euro-burocrati usano termini particolari e specifici che per noi italiani sono fuori dal mondo, invece di parole italiane semplici e chiare, del tipo euro-fallimento che capirebbero tutti.
Il linguaggio ermetico è tipo di chi non vuole fare capire a tutti che se le banche sono in difficoltà paghiamo noi e quando vanno bene quei pochi azionisti..
Il passaggio preciso è il seguente:
“Sono escluse dall’applicazione del bail-in alcune categorie di passività, segnatamente quelle più rilevanti per la stabilità sistemica o quelle protette nell’ambito fallimentare, come i depositi di valore inferiore a 100.000 euro, le obbligazioni garantite da attivi della banca, i debiti a breve sul mercato interbancario. Altre categorie di passività potranno essere escluse dall’autorità di risoluzione, in casi particolari, sulla base di una valutazione specifica degli effetti sulla stabilità sistemica e del possibile contagio. Nell’allocazione delle perdite dovrà essere rispettata la gerarchia prevista dalla direttiva, che in parte modifica quella concorsuale prevedendo, tra l’altro, che i depositi superiori a 100.000 euro detenuti dalle persone fisiche e dalle piccole e medie imprese siano colpiti dopo gli altri crediti chirografari (c.d. pecking order). In ogni caso, il trattamento riservato agli azionisti e ai creditori nell’ambito della risoluzione non potrà essere peggiore rispetto a quello che essi avrebbero subìto in caso di liquidazione coatta amministrativa”.
Il punto pericoloso però, è che quando passa un principio così pesante e importante, col tempo si trova la possibilità di abbassare i parametri e arrivare anche ai piccoli risparmiatori e alle famiglie.
Se non cominciamo seriamente ad occuparci di politica e a seguire i nostri eletti per stroncari quando fanno passare certe leggi sono e saranno dolori sempre più grandi.
I banchieri hanno sempre e comunque grandi stipendi e liquidazioni e in caso di problemi dobbiamo pure aiutare le banche ??? QUANDO GLI ITALIANI HANNO BISOGNO CHI LI AIUTA? SI DEVONO SUICIDARE O PERDERE TUTTO?

Giuseppe Criseo
VARESE PRESS

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