Denuncia della scrittrice Lamberti R. sui vitelli italiani

QUANTO  COSTANO  QUESTI  VITELLI NATI  DA  POCHI GIORNI?

Mucca_e_vitelli

Un accorato appello degli allevatori della mucca di razza bruna a tutta la valle Antigorio e alla nazione intera.

Articolo scritto da Rosangela LAMBERTI,  Crodo (VB), agosto 2015

Le mucche di tipo “bruna”producono ottimo latte per la produzione casearia, si sono adattate nei secoli al clima rigido della valle, resistono bene sia in stalla che in alpeggio, dove appunto si cibano di erba fresca, priva di inquinamento Se nasce un vitello maschio della razza bruna alpina  e  l’allevatore chiede a coloro che allevano i vitelli per l’ingrasso di ritirarlo, costoro o non pagano nulla all’allevatore o gli “prendono” il vitello per la cifra di circa € 30,00.  Si avete letto bene … 30 ,00 euro circa o gratis.

 

Coloro  che ingrassano i vitelli dicono che queste bestiole “crescono” poco, ovvero NON sono adatte a ingrassare o a essere riempiti di ormoni. In altre parole, anche se la carne è ottima, magra e genuina, poiché l’animale cresce con ritmi lenti, quando lo si porta al macello non si guadagnano molto. Per quale ragione nelle città si acquista la carne di vitello a un prezzo proibitivo e si trovano solo carni che provengono  dalla Francia, dall’Olanda, dalla Germania dipende dalle logiche perverse del mercato, ovvero della grande distribuzione, l’unica a trarre enormi profitti a discapito dei produttori.

 

Per quale ragione la carne di produzione italiana non deve essere protetta e non deve essere preferita alla carne importata? Sappiamo mettere il marchio doc solo al parmigiano reggiano? Nella valle Antigorio, ma anche altrove, non ho trovato in commercio carne locale mentre gli allevatori del posto rischiano di cessare l’attività.

 

In questo modo gli allevatori sono presi per la gola e rischiano di dover chiudere le stalle. Non solo, ma provate voi a vendere il latte delle mucche a 0,40 centesimi di euro al litro; in un anno non riuscireste a ricavare i soldi che avete speso per alimentare la vostra mucca.  Si pensi che  i bovini in valle sono nutriti con ottimo fieno, il latte è profumato, privo di sostanze nocive come gli ormoni e gli antibiotici. Non solo. Non viene aggiunta l’acqua ossigenata al latte della valle, il bianco alimento è privo di conservanti  e altre sostanze, necessarie e presenti nel latte che troviamo nei supermercati con la dicitura “latte fresco” che di fresco ha solo ormai la temperatura, poiché provenendo dall’Olanda o dalla Germania, ha almeno 15-18 giorni e come può il latte restare integro senza sostanze chimiche?

 

Ancora ci si chiede per quale ragione il latte genuino e appena munto portato in latteria, prodotto dagli animali sani della valle, nutriti con il fieno, non possa avere un costo maggiore? Per quale ragione poi, agli allevatori non sia possibile versare almeno la cifra di un euro al litro, in modo che possano ricavare il necessario per continuare a produrre ottimo latte? In fondo gli allevatori sono coloro che devono sostenere il lavoro maggiore, la stalla, gli animali, le spese; tutti gli altri ovvero coloro che trasportano il latte, lo portano al consorzio dove viene pastorizzato e incartato, poi portato al commercio al dettaglio in realtà, svolgono pochissima attività lavorativa.  Se chiudono  coloro che allevano  i bovini, la valle perderà la sua bellezza e i prati incolti,  pieni di erbacce e roveti infestanti.  Il latte che sa di plastica lo si beve già in città.  Occorre conservare questo bene prezioso della valle.

 

Gli allevatori si rivolgono a tutti, ai sindaci, ai responsabili dei consorzi, a coloro che hanno a cuore l’economia e le bellezze naturalistiche della valle Antigorio e della nostra produzione di alimenti.

 

Si dovrebbe proporre un marchio di qualità per il latte italiano e tra questo, quello veramente biologico, dove gli animali si cibano del fieno e trascorrono l’estate in alpeggio.  Come consumatori sarebbe un nostro diritto poter riconoscere dal commerciante da dove arriva il latte.  Proteggere l’ambiente antropico  incontaminato in realtà significa anche salvaguardare la salute dell’uomo.

 

Rosangela LAMBERTI

lamberti.rosangela@gmail.com

Scrittrice impegnata nel sociale e collaboratrice di Varese Press per il Piemonte

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