Le voci di Rovereto dei Popolari

 

Buongiorno Amici,

riprendo e sintetizzo, condividendole, le considerazioni di Ettore Bonalberti per suggerire con questa nota che dopo l’incontro dei Popolari Liberi e Forti, dei Liberali e moderati riformisti di Rovereto è iniziata la fase decisiva di esprimere almeno con un’unica voce i nostri comunicati sulla situazione politica e sui fatti più macroscopici e contingenti.

Invito quindi l’amico Ivo Tarolli a farsi carico di convocare anche On-Line i rappresentanti e Sottoscrittori dell’Appello di Rovereto.

Dobbiamo evitare che le riflessioni intelligenti e condivisibili che possa fare ciascuno dei Sottoscrittori non siano la posizione ufficiale del Movimento e ne rendano complessa la interpretazione o ne indeboliscano a tutti gli effetti la proposizione degli obiettivi, essendo potente la forza mediatica degli interessi dominanti che sono contrari alla rinascita popolare della Politica che non sia succube della Finanza e dell’Economia.

Sarebbe necessario, a mio avviso, che ognuno di noi faccia un passo indietro nella visibilità personale e del gruppo/partito che rappresenta per sostenere unitariamente l’idea/progetto dei Popolari. La nostra unità d’intenti deve essere comunicata con convinzione ed e’ ormai urgente farlo di fronte alla deriva populista e di “pasticcio” creatosi tra ruolo dei chierici e dei laici in termini di gestione della politica (eclatante il caso di Mons. Galantino – CEI sull’immigrazione, ma non solo).

Il malessere profondo in cui è caduto il nostro Paese, si è ‘ ormai da anni accentuato specie con il governo del PD di Matteo Renzi, che è ‘ obiettivamente anomalo, perché espressione di una maggioranza parlamentare “di illegittimi”, di “nominati”, eletti con legge incostituzionale e che continua imperterrita a compiere atti figli di tale illegittima situazione istituzionale. Riprendendo quanto ha scritto Ettore:

“Anche la stessa elezione del Presidente della Repubblica, subentrato al responsabile del “golpe blanco” del Novembre 2011 e degli atti conseguenti  (incarico di governo a Monti, nominato seduta stante a senatore a vita e, successivamente, in rapida sequenza a Enrico Letta prima, almeno formalmente eletto, e poi al “ Bomba” fiorentino, senz’altro titolo di quello acquisito con procedure discutibili di  segretario del PD) è frutto di un’elezione tra le più anomale di tutta la storia repubblicana italiana”.

Non si può continuare con una  maggioranza parlamentare basata su voti dei transfughi trasformisti del Senato che consente a Matteo Renzi di andare avanti a colpi di decreti legge e voti di fiducia, senza che dal Quirinale siano giunte sin qui palesi azioni di contrasto.

Sara discutibile nei modi e nei toni l’iniziativa di Matteo Salvini di “fermare” il Paese per tre giorni, ma semmai siamo noi Popolari che dobbiamo dare un contenuto di valori etici a quella protesta che deve essere costruttiva e che è obiettivamente nella pancia della maggioranza dei cittadini.

Chiedere a gran voce un governo di garanzia per poter svolgere a tempi brevi elezioni politiche anticipate, con l’unica legge elettorale disponibile, quella del consultellum e la contemporanea elezione di un’assemblea costituente, la sola legittimata a por mano alle indispensabili riforme costituzionali di cui l’Italia ha assoluta necessità.

Ecco perché la proposta di Matteo Salvini di uno sciopero generalizzato a Novembre non va respinta a priori ma sta a noi non farla apparire ne’ peregrina, né tantomeno velleitaria.

Riprendo le considerazioni dell’amico Ettore ” Con un 50% di elettori che disertano il voto e una casta politica e burocratica dominante e assolutamente insensibile a ciò che accade tanto al  secondo stato dei “diversamente tutelati” che ai componenti del “terzo stato produttivo”, chiamare a un atto di protesta generale il Paese per chiedere finalmente una svolta al di fuori dei trasformistici giochetto del  Palazzo, sembra essere una delle ultime possibilità  di ridare voce alla sovranità popolare che non è più rappresentata da un Parlamento di illegittimi.

Così non si può più andare avanti e serve un’iniziativa popolare dal basso, a partire dai territori nei quali operano associazioni, movimenti, gruppi sociali più o meno organizzati, per concorrere al ripristino delle elementari condizioni dello stato di diritto. Tra le virtù etiche non ci mancano  il coraggio e la trasparenza e in questa occasione dobbiamo esporci pubblicamente anche in piazza, come è avvenuto in occasione della manifestazione a Roma in San Giovanni in Laterano, quando inizialmente avevamo contro lo scetticismo e la non condivisione di alti prelati e movimenti cattolici piuttosto coinvolti a sostegno del Governo Renzi

Buone riflessioni e buone vacanze

Antonino Giannone

 

Sono d’accordo e condivido l’amico Giannone.

 

Un caro saluto a tutti

 

 

 

Ilario

 

 

 

 

 

Da: antoninogiannone1@gmail.com [mailto:antoninogiannone1@gmail.com]

 

 

 

 

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