IO VOGLIO RICORDARE:11 settembre 2001

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IO VOGLIO RICORDARE

Era l’11 settembre 2001, un martedì come tanti altri, stavo preparando la mia valigia e guardavo distrattamente un televisore acceso a volume bassissimo, mi trovai a fissare nello schermo l’immagine molto realistica del solito telefilm americano con un aereo che si infilava in un grattacielo scatenando fuoco e fiamme (la solita americanata) ma qualcosa non mi convinceva, ho alzato il volume cominciando quello che per me è stato uno dei pomeriggi più brutti della mia vita.   Sono caduto su una poltrona e non mi sono più mosso, ho dimenticato l’aereo che dovevo prendere, era tutto vero, quella cosa stava succedendo veramente. La strage in diretta che ti entra dentro, la televisione (il mostro) che per tutto il pomeriggio ti porta la morte (le morti) in diretta a colori a casa tua come una serie continua di pugni nello stomaco.

Alle ore 14 e 46 (08.46 negli USA) il Boeing 767 della American Aerlines 11 con 87 passeggeri a bordo si schianta contro la nord  delle Twin Towers che dopo un rogo di 102 minuti collassa su se stessa e crolla alle ore 10 e 28

Alle ore 09.03 il Boeing 767 American Aerlines 175 con 60 passeggeri a bordo si schianta contro la meridionale delle Twin Towers che dopo un rogo di 56 minuti collassa su se stessa e crolla alle ore 9 e 59

Il volo American Aerlines 77 con 59 passeggeri a bordo si schianta sul Pentagono

Il volo American Aerlines 93 con 40 passeggeri a bordo e diretto verso la Casa Bianca o forse il Campidoglio si schianta a seguito di una colluttazione tra dirottatori e passeggeri in un campo vicino Shanksville in Pennsylvania.

Nell’attacco alle torri gemelle muoiono 2.752 persone, tra queste 343 vigili del fuoco e 60 poliziotti. La maggior parte delle vittime è civile; settanta le diverse nazionalità coinvolte.

Nell’attacco al Pentagono muoiono 125 persone.

I diciannove terroristi che hanno partecipato all’attacco muoiono.

Gli attacchi dell’11 settembre sono il risultato della fatwa emessa da Osama bin LadenAyman al-Zawahiri, Abū Yāsir Rifāʿī Ahmad ṬāhāMir Hamza e Fazlur Rahman, la quale enunciava che fosse «dovere di ogni musulmano […] uccidere gli americani in qualunque luogo». Il nome di al-Qa’ida entrava prepotentemente nelle nostre menti e nella nostra vita quotidiana.

Il terrorismo islamico grazie alla diretta, alle immagini delle persone che si buttavano dalle torri per sfuggire alle fiamme (ho fatto il paracadutista e so come sono lunghi – lunghissimi – i pochi secondi della caduta quando sei tu a cadere) diventava realtà quotidiana  un fenomeno con il quale non avremmo più smesso di confrontarci.

Nulla poteva essere come prima, pensavo, e invece no, la memoria degli uomini è labile ed il tempo attenua i colori ed i suoni ed anche il tonfo di un corpo che s’impatta col marciapiede, col tempo, non fa lo stesso effetto: in fondo queste cose, come tante altre brutte, accadono solo agli altri ed in altri posti.

Io però sento ancora quei suoni e vedo ancora quei colori, ho imparato che le cose non accadono solo agli altri, ma anche a me.

IO VOGLIO  RICORDARE

Fabrizio Sbardella

Varese Press

Gallarate 11/09/2015

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