P.Brigatti di APL Pianura Padana e la lotta per il prezzo del latte

Associazione Produttori Latte della Pianura Padana,parla Paolo Brigatti

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Cresce e aumenta la protesta degli allevatori strozzati dalla crisi del latte, mentre la Grande Distribuzione accresce i guadagni. Le posizioni delle varie associazioni sono univoche:
Coldiretti : i prezzi moltiplicano fino a quattro volte per il latte fresco, con i centesimi che si trasformano in euro pagati dai consumatori». «Il prezzo corrisposto agli allevatori è inferiore, in media, di almeno cinque centesimi rispetto ai costi di produzione, che variano da 38 a 41 al litro».
Paolo Brigatti, ( Associazione Produttori Latte della Pianura Padana) in una intervista telefonica esclusiva con noi,  parla del TTIP, il trattato che si vuole fare uguale a quello già stipulato dagli americani con altri 12 paesi (https://ustr.gov/trade-agreements/free-trade-agreements/trans-pacific-partnership/TPP-Full-Text).
Tale trattato prevede l’abbattimento dei dazi e quindi  potremo essere invasi da carne importata dagli Usa i  in cui sono permessi anabolizzanti e somatropina per accrescere la massa muscolare degli animali.
“In un anno ci sono stati 500 suicidi in Francia” di tratta di  agricoltori in crisi, dice Brigatti e in Italia non deve capitare la stessa cosa.
“Gli agricoltori non vogliono soldi pubblici”, mette le mani avanti l’intervistato per fare capire la fierezza ed indipendenza che gli allevatori hanno e vogliono mantenere senza dipendere  dal potere politico.
Vogliono che ” il prodotto venga pagato per quello che vale” , ma questa non è una battaglia corporativa in quanto  Brigatti si preoccupa che ci siano ” prezzi accessibili per i consumatori”.
L’intento è colpire la Grande Distribuzione, in cui si annida il maggior ricavo, i supermercati  fanno il prezzo,  questo è il nodo del problema a discapito dei produttori del latte. Ci sono stati blocchi e manifestazioni dove c’è il vero potere del settore e si tratta del gruppo Lactalis.
E’ il gruppo francese che raggruppa Galbani, Vallelata,Invernizzi, Cademartori come marchi al suo interno, ” che ha bloccato il ritiro della produzione di latte della Lombardia, 17.000 q.li di latte, 1.700.000 litri di latte, che equivale alla produzione di 70.000 vacche,  tutto gettato nelle concimaie come ritorsione per avere avuto lo stabilimento bloccato”.
Brigatti chiede che il consumatore insorga e distingua tra chi si comporta in modo “etico” e chi invece fa “il pirata del mercato” e che usa il  latte in polvere per fare i formaggi mettendo in moratoria l’Italia.
Alla nostra domanda che mira a fare emergere e quantificare le chiusure delle aziende del settore, Brigatti tira fuori i dati del 2001: c’ erano presenti e attive 102.000 aziende  contro le  34.000 di oggi ( diverse migliaia sono molto piccole).
A questo punto chiediamo come si stia muovendo il Ministro Martina per capire se aiuta gli allevatori ed emerge un’altra questione importante posta dal nostro interlocutore , l’embargo dei prodotti italiani verso la Russia, per latte , prosciutti e ortofrutta che andrebbe rimosso sempre dal già citato Ministro.
Ci sono 50 milioni stanziati dal Governo come forma di aiuti per i debiti,ma  ” non è che non siamo capaci di fare gli imprenditori, non possiamo competere con Lituania ed altri paesi”, i lituani oggi si stanno arruolando nell’esercito per la crisi del settore agricolo.
Il grido di dolore è forte , “saremo costretti a sparire”, ma non si sa cosa mangeranno i consumatori.
Infine l’allarme sui prodotti ogm e carni americane trattate con gli ormoni che passano nel latte.
La lotta è dura ma non violenta, sarà ” gandiana” afferma Brigatti.
 
 
Giuseppe Criseo
Varese Press
 
 
 
 

Varese Press
Giuseppe Criseo
 

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