Varese e provincia:2016, comuni al voto

2016 : COMUNI AL VOTO IN PROVINCIA DI VARESE
(Renzi o non Renzi)
15.11.01electionday-1
Matteo Renzi probabilmente sogna un’Election Day da tenere il 12 giugno 2016, mettendo insieme elezioni  amministrative e referendum e trasformando quella data in una domenica di svolta storica. Vanno al voto Milano, Roma, Torino, Bologna, Trieste, Cagliari e Napoli, tra le grandi città, e il Premier sogna una grande giornata in cui la vera scelta, dovunque si voti, sia tra Lui e il resto dell’universo: prendere o lasciare.
A nulla ostano gli impedimenti per fissare in tale data il referendum, basta cambiare qualche legge e, come si è visto in occasione dell’approvazione della legge sulle deroghe al finanziamento pubblico ai partiti approvata in doppia lettura Camera-Senato in poco più di un mese, nonostante la tanto criticata inefficienza del sistema basta averne voglia e il vituperato bicameralismo funziona perfettamente e risolve tutto in tempi brevissimi.
In pratica la tendenza è di andare verso un lascia o raddoppia con la certezza da parte del premier di raddoppiare con estrema facilità e portare la sopravvivenza del suo governo fino alla fine naturale della legislatura nel 2018, tranquillizzando tutti quelli che temono di giocarsi il vitalizio con un voto anticipato e sono almeno quattrocentotredici Deputati e centonovantanove Senatori, distribuiti tra tutti i gruppi (cinque stelle al completo) Anche i duri e puri quando tornano a casa da Roma, nei week end, incontrano mamme, zie, amici del bar e altra varia umanità che gli ricorda come il biglietto vincente del WinforLife, non si butta, ma si conserva gelosamente, pur senza ostentarlo.
Nella nostra provincia di Varese vanno al voto alcuni dei comuni più importanti tra i quali Busto Arsizio (79.692 ab), Gallarate (50.456 ab), Caronno Pertusella (16.397 ab), Malnate (16.604 ab) e lo stesso comune capoluogo Varese (79.793 ab).
Situazioni diverse nei comuni al voto a cominciare dal capoluogo Varese, nel lontano 1992 dopo il sindaco dei record Angelo Monti (DC) durato solo tredici giorni e sostituito dal Commissario Prefettizio Umberto Calandrella (siamo in piena tangentopoli) nel 1993 viene eletto il leghista Raimondo Fassa che lascia il posto nel novembre del 2007 ad Aldo Luigi Fumagalli che si aggiudica anche un secondo mandato fino alle dimissioni del novembre 2005 a seguito di “incomprensioni” con la procura che portano alla nomina di un ennesimo Commissario Prefettizio Sergio Porena. Poi l’avvento di Attilio Fontana (Lega) eletto il 6 giugno 2006 con il 57,8 dei voti al primo turno e al secondo mandato il 30 maggio 2011 al ballottaggio con il 53,89 dei voti.
A Busto Arsizio nel 1993 il sindaco Gian Pietro Rossi (DC) è commissariato e nominato il Commissario Prefettizio Umberto Calandrella che porta il 21/11/93 all’elezione di Gianfranco Maria Tosi che il 16/11/97 ottiene un secondo mandato. Il 26/05/2002 è eletto Luigi Enrico Rosa poi commissariato il primo febbraio 2006 con la nomina prefettizia di Paolo Guglielman. Infine il 28 maggio 2006 è eletto Gigi Farioli  poi riconfermato in carica il 15 maggio 2015 fino ad oggi.
A Gallarate dopo il breve mandato di Luigi Patrini (336giorni) il 21/11/93 è eletto Angelo Luini (Lega) e il 16/11/1997 Angelo Raffaele Greco (FI) sfiduciato nel 2001 per contrasti sull’apertura di centri commerciali. Poi i due mandati nel 2001 e nel 2006 di Nicola Mucci (FI) e infine il 15/05/2011 Edoardo Guenzani  (PD) attualmente in carica.
A Caronno Pertusella  nel 1992 è eletto Luigi Arnaboldi, il terzo sindaco leghista della storia d’Italia, che si fa rieleggere il 27/4/97 e poi per la terza volta il 13/05/2001, nel 2006 vince Augusta Borghi (lista civica) che poi perde l’incarico per soli nove voti, lasciando il posto a Loris Franco Bonfanti (PD).
Infine Malnate, esempio quasi perfetto di alternanza, il 21/11/93 eletto sindaco Della Bosca Maria Vittoria (lega) che il 16/11/97 lascia il posto Olinto Manini (Ulivo) che si fa riconfermare il 26/05/2002 per un secondo mandato, poi il 27/05/2007 è la volta di Sandro Damiani (Lega) che il 15/05/2011 lascia il posto a Samuele Astuti (PD).
La provincia di Varese ha vissuto in pieno il disagio di tangentopoli e si è innamorata dei due B (Bossi/Berlusconi). D’altra parte Bossi è un Cassanese che ha rappresentato il cittadino medio incazzato con tutti, con i politici della vecchia repubblica, con Roma con i terroni, ma ha colto al volo, sia pur con molti ripensamenti, la possibilità di fare fronte comune con l’imprenditoria e la middle class impersonate e interpretate dal giaguaro di Arcore.
Un abbinamento che in quest’ ultimo quarto di secolo, tra alterne vicende, chiari e scuri, incidenti di percorso ed altre amenità ha fortemente inciso nel tessuto sociale di questa provincia, nel bene e nel male.
Ora lo scenario è cambiato, il vecchio Umberto ha lasciato la leadership nelle mani del giovane estroverso e dinamico comunicatore Matteo Salvini e il Giaguaro, oramai a corto di energie, è alla ricerca di un erede che, di fatto, non c’è , almeno con le caratteristiche che lui desidera, e cerca soluzioni anche improbabili. La sinistra che non c’è più di Matteo Renzi vuole stravincere e anche con mille distinguo, incomprensioni, mancanza di condivisioni è sempre capace di compattarsi di fronte ad un impegno elettorale e fare fronte comune per difendere le posizioni acquisite e conquistarne altre.
Quello che manca nel centro destra è la capacità di fare squadra, tutti impegnati a curare i propri orticelli e a difenderli, senza avere una visione d’insieme, senza riuscire a mettere al primo posto gli obiettivi comuni da raggiungere, senza farsi distrarre dai personalismi.
Tra i litiganti, il mondo di fatto compatto e coeso del renzismo e le costellazioni confuse e litigiose di destra, il Movimento Cinque Stelle cresce e si nutre degli errori altrui rischiando di diventare una seria alternativa di governo, magari non in provincia di Varese, ma nel panorama nazionale certamente si.
Il prossimo giro elettorale si è caricato di contenuti che vanno oltre la semplice elezione di Sindaci, ma diventa strumento di legittimazione (vedi europee) per un Premier che non è mai passato dal voto diretto, ma usa i risultati elettorali diversi, eterogenei  per giustificare la sua esistenza ed il suo operato ed è per questo che il mondo politico che non si riconosce nel partito della nazione che sogna Matteo Renzi, deve dismettere i personalismi e gli interessi di parte e cercare di compattarsi in una cosa che possa mettere democraticamente fine all’impero renziano.
Gallarate 01/11/2015
Fabrizio Sbardella
Varese Press
Gallarate
 

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