“PODEMOS” PROVAR COL COMPROMESSO STORICO

“PODEMOS” PROVAR COL COMPROMESSO STORICO
15.12.21 podemos
Apertura a sorpresa di Pablo Iglesias alla conferenza stampa per commentare il risultato elettorale spagnolo: “è tempo di compromesso storico – dichiara il leader di Podemos – Siamo l’unica forza politica disposta a dialogare con tutti e di tutto».
I Popolari (PP) sono il primo partito e vincono, ma come a suo tempo il PD di Bersani, non ottengono i numeri per governare, Mariano Raioy porta a casa 123 seggi (perdendone 60) con il 28,72% dei voti e si dice pronto a formare un “governo stabile”, ma non si capisce chiaramente con chi e come.
Il Partito Socialista (Psoe) ottiene 90 seggi (perdendone 20) e il 22,01 dei voti mentre Podemos guadagna la bellezza di 60 seggi con il 20,65% dei voti diventando il terzo grande partito di Spagna: finisce l’epoca del bipolarismo.
Al quarto posto si piazza Ciudadanos di Albert Rivera che ottiene 40 seggi e il 13,93% dei voti.
Adesso Raioy tenterà di formare un governo con l’appoggio degli altri partiti, o perlomeno con il minor numero di voti contrari possibile. L’ipotesi di un accordo con l’alleato naturale Ciudadanos garantirebbe 163 voti che non funzionerebbe senza l’astensione dello Psoe, mentre l’alleanza con questo garantirebbe 213 voti quindi una maggioranza chiara e stabile, ma Pedro Sanchez subito dopo i risultati ha annunciato di non essere disponibile per questa ipotesi.
In questo contesto la proposta/provocazione di Pablo Iglesias perlomeno apre un dibattito “è tempo di compromesso storico”. Per noi italiani la memoria corre a un periodo lontano, quando due grandi gentiluomini del millennio scorso, il segretario dell’allora Partito Comunista Enrico Berlinguer e il Presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro, in uno dei momenti più difficili della nostra storia, tentavano di stringersi la mano e portare il paese fuori dalla tragedia.
Il compromesso storico non è una parolaccia, è un’ipotesi che tra gentiluomini, intellettualmente onesti, può funzionare se basata sul realismo e il buon senso.
In fin dei conti alla base della democrazia ci sono i diversi che mettono insieme le proprie capacità, sogni e speranze al servizio del paese e non un uomo solo al comando senza controllo e senza vincoli come sembrano desiderare i politici nostrani su Tweeter. Il vero problema non è sapere chi ti governa la sera stessa del voto, ma avere dei politici capaci di governare e di farlo bene.
Varese 21/12/2015
Fabrizio Sbardella
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