Gallarate,Il PD senza argomenti, smemorato del suo passato, è un vergognoso disco rotto

Il PD senza argomenti, smemorato del suo passato, è un vergognoso disco rotto

Sono trascorsi quasi 5 anni da quando amministrano e gli esponenti del PD gallaratese non sono in grado di rispondere del loro operato che ha caratterizzato, speriamo l’ultimo, quinquennio dell’era Guenzani. Evidentemente perché nulla hanno da dire per giustificare la loro incapacità.
Dopo la fumosa propaganda elettorale, dissolte al vento le parole, oggi è rimasto solo lo “smog” di una amministrazione capace esclusivamente di una politica sorda, muta e inquinante davanti alle necessità dei cittadini.
Il Segretario del PD con il direttivo, il vicesindaco e gli assessori, e chi più ne ha e più ne metta, si mettono in fila come soldatini del soviet a far da scudo al gran capo “Attila” chiedendo a noi quali siano le alternative. A noi ? Perché ? Loro sono a corto di programmi e vogliono attuare il nostro ? Le diverse componenti di sinistra hanno visioni diverse su come amministrare e preferiscono non fare ? O forse sono incapaci ?
Pensiamo che i cittadini avrebbero voluto sentire dal PD, o dal ricandidato sindaco Guenzani, cosa hanno fatto, loro che governano, per la sicurezza in città, per il degrado che ormai è parte dell’arredo cittadino, così in centro come in periferia, oppure per il rilancio della città.
È chi amministra che deve dare risposte sul proprio operato. O forse i ben pensanti che governano credono che la regola valga solo quando sono gli altri ad amministrare ?
Continuiamo a sentire il solito “refrain” dei buchi di bilancio e di debiti lasciati da quelli di prima.
Dicano ai cittadini con quali soldi hanno “messo in sicurezza i conti”, semmai fosse da fare.
Dicano ai cittadini in 5 anni quanti milioni di euro sono stati incassati dalle tasse.
Dicano ai cittadini in 5 anni quanti milioni di euro sono stati incassati dalla partecipata.
Dicano ai cittadini in 5 anni quanti servizi hanno ridotto.
Persino difronte alla più evidenti criticità su strade e marciapiedi ridotti un colabrodo c’è chi in modo spudorato ha il coraggio di spostare l’attenzione e le responsabilità altrove. Senza vergogna.
Sia nei confronti del 30% che ha dato loro fiducia, sia nella rimanente maggioranza delle popolazione che non è di sinistra come la maggioranza che amministra.
Vogliono parlare di urbanistica e di “ritorno al cemento” ? Suggeriamo al PD di farsi un giro in città e di “vedere” la sostituzione ed espansione urbana, anche meno recente, con un atteggiamento empirico e non “imballato della doppia morale”. Scoprirebbero cose molto interessanti ed utili a qualche riflessione, diciamo, un pò meno superficiale.
È beffardo poi che coloro che si sono sempre stracciati le vesti – per le spregiudicate politiche urbanistiche dell’allora assessore, Ing. Guenzani – arrivando persino ad avvolgere di carta igienica l’area Canoni – oggi sostengano il premio Attila, padre dei famigerati 3.600.000 metri cubi di cemento sulla 336, rivolgendosi a noi puntualizzando le scelte sull’ozpione zero. Chi pagherà i danni ?
La valorizzazione urbana passa attraverso un progetto culturale declinato poi in azioni concrete e coordinate. Ad una “vision”, direbbe forse Renzi, che in città facciamo, oggi, fatica a vedere.
La Gallarate Migliore “piu’ vivibile, verde, che superi il degrado attraverso il recupero delle aree industriali dismesse“, come viene vantato dai piddini, facciamo davvero fatica a vederla.
La nostra città langue. Ha smesso da tempo il suo ruolo di cittadina attrattiva. È un dormitorio. In  centro si contano più negozi vuoti e quelli aperti non sempre trionfano.
Le motivazioni, visto che vogliamo vedere bene le responsabilità, partono da lontano e l’assessore al commercio non è in grado di dare risposte concrete, grazie al suo sindaco.
Il secondo PRG cittadino, quello  del 1975, votato da una amministrazione di sinistra, è lo strumento urbanistico che ha previsto gli attuali centri commerciali a corona, forse ineluttabili, con le conseguenze però che tutti vediamo nel centro cittadino. La successiva variante della fine anni ottanta, ha fatto il resto su viale Milano. Vero sig. Sindaco ?
Fa simpatia ora vedere alcuni consiglieri che si adoperano per addobbare quelli vuoti, come provvisorio antidoto ad un deserto. Di converso, è certamente interessante il lavoro del Naga che si adopera per portare gente in centro.
L’intenzione non è pero’ sufficiente. Per rivitalizzare il centro storico, come baricentro di un tessuto piu’ vasto, occorre ridare valore attrattivo, economico e sociale, alla città.
Occorrono azioni, anche amministrative, capaci di attrarre investimenti di qualità a loro volta in grado di valorizzare l’esistente.
Sulla bibblioteca è singolare che chi ha messo in cantiere la realizzazione della biblioteca in via Bottini dica che realizzarla a Palazzo Minoltetti non andava bene perché si ignorava che occorrevano milioni di euro. Quanti milioni di euro sono previsti per il progetto di via Bottini ?
Sorge spontanea una domanda: cosa ne facciamo di Palazzi Minoletti ?
Pur non trascurando l’osservazione circa la “biblioteca verticale”, si tratta, anche qui, di capire qual’è l’obbiettivo. Certamente quello di ricollocare la nostra biblioteca in un luogo piu’ adeguato.
Non solo però. Palazzo Minoletti è in centro, nell’unica piazza cittadina, ed è anch’esso di proprietà comunale. La riqualificazione di questo interessante palazzo potrebbe, questo si, portare, con ogni evidenza, valore aggiunto alla città.
Si realizzerebbe cosi un grande polo culturale in centro, connesso per vicinanza al Teatro Condominio e complementare a quello artistico in via De Magri. Uniti da un unico ed intelligente progetto culturale, capace di riportare in città una parte dei necessari ma importanti contributi pubblici.
La collocazione della biblioteca in via Bottini non raggiungerebbe, con assoluta evidenza, nessuno degli obbiettivi descritti.
Su Amsc è ridicolo che coloro che hanno cominciato lo smantellamento, vendendo Commerciale Gas e le reti, dicano che non si è svenduto il patrimonio ma riorganizzato. Riorganizzato cosa ?
Cosa avrebbero dovuto fare ? Con tutto quello che dicono aver trovato, noi avremmo portato i libri in Tribunale, se non lo hanno fatto evidentemente non c’erano gli estremi. Hanno intentato due azioni di responsabilità da esiti incerti, figuriamoci se avessero utilizzato lo spauracchio del fallimento di Amsc.
Se non lo hanno fatto il motivo è ben un altro. Come avrebbero potuto mungere i milioni di euro che hanno drenato dalla partecipata per le loro manovre di bilancio ? Come potevano portare i libri in Tribunale di una azienda che produce cassa con il proprio patrimonio ?
E se lo facessero oggi a cosa andrebbero incontro ? Toccherà a chi amministrarà domani, purtroppo. Sarà un atto dovuto.
Il PD non pretenda da noi le risposte alle loro scelte fallimentari. Non hanno mai dimostrato apertura di dialogo e di confronto, ne politico e tanto meno amministrativo.
Rivolgersi a noi, per non rispondere ai cittadini, è un insulto all’intelligenza e alla dignità dei cittadini Gallaratesi.
Il PD gallaratese, prima di puntare il dito su di noi, si rivolga a chi dei suoi referenti siede e dialoga al tavolo con tutti i nostri vertici provinciali.
Un dialogo che avviene sui grandi temi come ad esempio per il servizio idrico integrato che noi non abbiamo mai ostacolato nella sua progettalità e finalità.
Abbiamo contestato la frettolosa modalità con sui pochi soggetti stavano tentando una maldestra operazione legata solo alla voglia di liberarsi al più presto di un altro servizio senza valutarne la situazione reale.
Vista la delicata situazione che riguarda nello specifico i due servizi in via di cessione, quello idrico e quello dei rifiuti, riteniamo utile che l’amministrazione Guenzani rispetti il semestre bianco di fine mandato, rinviando al futuro governo della città le scelte che porteranno comunque dei cambiamenti.
Lo stesso vale per tutti i progetti e tutte le opere che impegneranno, e non poco, chi avrà l’onore e l’onere di guidare Gallarate fuori dal guado.
 

Forza Italia Gallarate

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