Gallarate :Andrea Cassani un sindaco giovane

UN GIOVANE SINDACO PER GALLARATE

Intervista con Andrea Cassani
andrea cassani

ANDREA CASSANI nato a Busto Arsizio classe1983, laurea in Ingegnerizzazione del Prodotto Industriale al Politecnico di Milano, da piccolo ha vissuto a Sciarè , e ora vive ai Ronchi con Lucia con cui si è sposato 4 anni fa. È papà di BEATRICE (2anni) e Leonardo (nato da un mese) dal giugno 2010 al gennaio 2016 è stato Segretario della Circoscrizione cinque di Varese (Gallarate – Somma L.do) della Lega Nord, dal 2008 al 2013 Consigliere Comunale a Jerago con Orago (VA).

Il look è quello del bravo ragazzo della porta accanto, la parlata morbida, spettinato, il nipote ideale per qualunque nonna, ma anche una persona molto determinata che, dietro l’aspetto bonario, ha idee molto chiare e progetti ambiziosi per la sua città.

  • Andrea, il centro destra gallaratese continua a rimandare l’inevitabile scelta di un candidato che sia espressione condivisa di quella parte della città che vuole evitare la riconferma dell’attuale amministrazione. Al di là delle farfugliate giustificazioni di facciata sbandierate a destra e a manca, qual è il vero scoglio da superare per individuare il candidato, che molti già vedono in te?

La verità è che all’interno della cosiddetta coalizione forse non tutti sono pronti a rinnovare l’amministrazione gallaratese.

Qualcuno non vuole un candidato espressione di un partito e preferirebbe lo specchietto per le allodole del candidato civico pensando di avere un peso specifico più alto nella coalizione.

La Lega non ha nulla da nascondere o da rimproverarsi, negli ultimi 9 anni a Gallarate abbiamo dimostrato di essere coerenti e onesti, non abbiamo bisogno dell’ipocrisia del candidato civico di facciata.

La Lega ha detto sin da subito che si presenterà alle elezioni candidando un suo uomo, chiunque sarà disposto a cambiare scegliendo di affrontare con noi questa battaglia è ben accetto e noi saremo sinceri e leali alleati.

Forse domani sera si saprà qualcosa di più e vedremo chi dice di essere alternativo allo sciagurato quinquennio Guenzani e chi invece, oltre a dirlo, lo dimostrerà coi fatti.

  • Gallarate ha bisogno di una squadra giovane, determinata e capace che possa veramente essere, oltre che sembrare, motore per un rilancio della città e delle sue attività. Tu pensi veramente di poter impersonare e interpretare questo cambiamento necessario per Gallarate e per i Gallaratesi che si sentono lasciati soli, senza sicurezze, senza prospettive e non trovano più punti di riferimento?

Certamente un ricambio generazionale serve. La squadra di governo dovrà essere espressione di un rinnovamento, non necessariamente dovranno essere tutti giovani, anzi alcune persone di esperienza potrebbero essere importanti per quelli che non hanno esperienza.

Io credo che la gestione di questo quinquennio sia sotto gli occhi di tutti: tasse aumentate, criminalità aumentata, sporcizia come a Gallarate non si era mai visto e soprattutto una distanza tra cittadini e amministrazione che è quasi inspiegabile.

E se questi sono stati i primi 5 anni, chissà come sarebbero gli eventuali altri (e ultimi) 5 di Guenzani.

Io non ho l’esperienza di chi sta amministrando (Guenzani 40 anni fa era il capogruppo della DC in consiglio comunale a Gallarate e io dovevo ancora nascere) ed è per questo che se dovessi essere io il candidato sindaco e diventassi poi sindaco mi dedicherei anima e corpo alla mia città, anche perché qui ci vivo e qui dovranno crescere i miei figli.

  • Oggi servono anche i sogni, serve una visione, un grande progetto, qualcosa per cui valga veramente la pena, per la gente delusa e disamorata, di andare a votare partecipando alla costruzione del proprio futuro. Qual è il tuo sogno Andrea?

Il mio sogno è rendere Gallarate una città a misura di famiglia, una città dove i miei figli potranno passeggiare da soli senza sentirsi minacciati da qualche faccia poco raccomandabile o da qualche gruppetto di stranieri. Attualmente siamo una delle città con età media più elevata e con la maggior percentuale di stranieri in provincia.

I giovani se ne vanno da Gallarate perché non ci sono opportunità lavorative e perché il centro, esclusi pochi locali, è morto.

Bisogna portare qualche attrattore commerciale nel centro cittadino e sfruttare l’area del Casermone per creare un polo culturale e ricreativo.

La gente è disamorata dopo 5 anni di desolazione cattocomunista in cui la cosa pubblica è stata gestita da curatori fallimentari senza lungimiranza. 5 anni in cui le strade sono state invase da stranieri inoccupati. 5 anni in cui abbiamo dimenticato cosa significhino decoro, ordine e sicurezza.

Proveremo a dare ai nostri concittadini le motivazioni e gli stimoli per tornare a votare, per tornare a far splendere Gallarate.

Gallarate 21.02.2016

Fabrizio Sbardella

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